ROMA – Il calcio italiano (e non solo) si prepara ad accogliere a braccia aperte la tecnologia, ovvero il Video assistant replay, già a partire dalla prossima stagione. E’ stato il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, a ribadire l’anticipo di un anno rispetto ai programmi. “Il via libera dell’International Board al Var potrebbe arrivare in qualsiasi momento, tra un’ora, una settimana o un mese, i tempi non sono prevedibili. L’importante è che arrivi entro l’inizio del campionato, noi stiamo espletando tutte le procedure necessarie”, ha affermato il numero uno degli arbitri italiani a ‘La politica nel pallone’ su Gr Parlamento, parlando a lungo della rivoluzione che manderà in soffitta gli addizionali di porta.
NICCHI: “VAR? PRONTI, ARBITRO AREA DIVENTERÀ ARBITRO VIDEO” – “E’ impossibile che coesistano come organico e risorse economiche, e poi non è necessario per fare quello che si deve fare – osserva il capo dei fischietti italiani -. L’arbitro di area si trasformerà in arbitro di video. Abbiamo chiesto di avviare subito questo strumento tecnologico perché ci sentiamo pronti, come tutte le cose nuove speriamo portino buoni risultati. Per noi sarà un impegno gravoso, ma l’interesse è il gioco del calcio. Bisogna valutare gli organici, come utilizzare gli arbitri, con l’arrivo del Var non ci saranno arbitri d’area, ma dovremo restaurare il quarto uomo come ufficiale, non più come assistente, in caso di infortunio dell’arbitro. Sono comunque tutte cose fattibili in 24 ore”. A chi gli chiede se l’innovazione tecnologica potrà in qualche modo togliere potere agli arbitri, Nicchi replica che, al contrario, i fischietti si sentiranno “aiutati, non sminuiti. In caso di protesta inusitata per una cosa che ha già valutato bene non chiederà il supporto, altrimenti si andrà a vedere il filmato e tutti zitti. Come per il gol-non-gol, avete visto come succede. L’arbitro fa vedere l’orologio e a quel punto dice ‘cosa vuoi da me?’. Non solo agli arbitri, ma anche agli stessi giocatori il Var porterà tranquillità e serenità. Anche il giocatore si sentirà ‘protetto’, mentre la decisione finale sarà sempre dell’arbitro”.
“TECNOLOGIA INTERVERRÀ SOLO SU COSE CERTE” – Al momento, comunque, non è previsto che siano gli attori in campo a chiedere l’intervento video. “Magari nei prossimi anni il protocollo sarà integrato e modificato. Per il momento – aggiunge Nicchi – non è come nella pallavolo dove spettano due interventi ciascuno, qui la macchina c’è sempre e può intervenire più di una volta, anzi tutte quelle volte che sarà necessario. Bisogna andare con calma e per gradi. Non andiamo a pensare già, dopo il Var, quale sarà il prossimo passo, se ci sarà uno con l’elicottero sopra lo stadio… Stiamo con i piedi per terra, non va snaturato il gioco e non bisogna interferire troppo sul gioco altrimenti diventerebbe un gioco di due ore anziché di una. Bisogna andare per gradi, cosa ci sarà da fare dopo lo valuteremo. Se ci saranno specialisti o meno è prematuro dirlo, in Italia utilizzeremo arbitri in attività, questa è la cosa certa, chi andrà a visitare il monitor la domenica deve avere la stessa preparazione di chi è in campo, avrà fatto raduni, allenamenti, tutto quello che gli arbitri fanno a Coverciano da diverso tempo. Sono stati fatti investimenti e le dovute sperimentazioni negli stadi italiani, tranne due-tre eccezioni, noi siamo pronti perché gli altri ci hanno detto che siamo pronti. All’80% sono già stati testati tutti gli stadi”.
“ARBITRI NON PARLERANNO DOPO LE PARTITE” – In Italia si partirà dalla prossima stagione, non già dalla finale di Coppa Italia di quest’anno “perché non si può utilizzare uno strumento nuovo in una sola partita. Quando partirà il campionato, quando accadrà qualcosa di scoordinato in una partita verrà messa a punto nella prossima. Non ha senso fare il Var in una sola partita”, spiega Nicchi prima di confermare che proseguirà ancora il ‘silenzio’ dei fischietti dopo le partite. “Per il momento gli arbitri non parleranno. Fateci mettere in atto il Var, poi vedremo, magari da qui ai prossimi anni non si sentirà più bisogno di parlare di arbitraggio. Noi arbitriamo e cerchiamo di arbitrare bene senza l’ausilio del Var, poi lo utilizzeremo, a quel punto qualcuno ci spiegherà perché un calciatore ha sbagliato un rigore, non perché l’arbitro non l’ha visto. La sudditanza psicologica? Vecchie chiacchiere di chi non vuole parlare di calcio. Anziché addossare a un arbitro la sconfitta magari si vedrà dentro lo spogliatoio cosa non è andato”. Quindi Nicchi ha invitato capitani e allenatori a essere più presenti agli incontri con gli arbitri a Coverciano: “Ci sono due cose che si potrebbero fare, intanto chi diffonde calcio, scrive e parla, smetta di dar fondo alle polemiche, che nascono quando ci si disinteressa allo spettacolo per dare conto alle persone. La cosa migliore è non parlarne, questi raduni sono utili, bisognerebbe farne di più, ma servirebbe più partecipazione”.
“TEMPO EFFETTIVO? MAGARI SARA’ PROSSIMO PASSO” – Alla luce delle polemiche sui recuperi assegnati, soprattutto per quanto si è visto nell’ultimo derby di Milano “può darsi che il tempo effettivo sia il prossimo passo. Non so, bisogna vedere”. E’ l’ammissione del presidente Aia di fronte a una specifica domanda in tal senso. “I tempi sperimentati fino a oggi sono tempi veramente brevi, più brevi della protesta o dell’accerchiamento all’arbitro – ricorda Nicchi -. Se valutiamo che, in media, il tempo di recupero oscilla da zero a sette minuti, non credo ci sia bisogno di spendere altri soldi per il recupero, ma se lo vogliono fare non ci mettiamo di traverso. Mi domando però: una partita o un campionato si decide per un gol o un intervento arbitrale nei tempi di recupero? Non è questo il problema, è ovvio: se giochi bene per 90′ sarai pronto a giocarne 93’… Credo che il tempo effettivo sia più da giochi dove ci si ferma e si riparte, meno per il calcio. Sono comunque tutte cose da vedere e da pensare. Vediamo dove vorranno portare il calcio”.
“PROVEREMO A PORTARE DUE ARBITRI ITALIANI IN RUSSIA” – Stimolato dalle richieste, il numero uno dei fischietti della Penisola torna anche sul contestato arbitraggio dell’ungherese Kassai in Real-Bayern di Champions. “Mi sento sempre dire: menomale che abbiamo gli arbitri italiani. Ma se sbaglia uno straniero non godo mica degli errori degli altri, mi dispiace perché, se c’è un errore, vuol dire che qualcuno lo subisce. Sono cose che succedono, speriamo accadano di rado, bisogna far rientrare tutto nella normalità. Di certo Kassai non era lì per sbagliare, gli sarà capitata la giornata no”, il parere di Nicchi, che nel corso del suo intervento radiofonico commenta pure la scelta di Nicola Rizzoli di non andare ai Mondiali in Russia. “E’ una bella cosa, andranno altri al posto suo. E’ una bella cosa perché dimostra che Rizzoli è una persona perbene, ha capito che bisognava far provare certe emozioni, che lui ha già provato, a qualcun altro. L’arbitraggio non finisce con Rizzoli, ci sarà un altro italiano, anzi speriamo che ce ne siano altri due. Noi ci proveremo. Nicola ha tante cose ancora da dare in campo e spero, un domani, anche fuori dal campo. Non ci creiamo problemi, arbitrerà al suo livello finché glielo consentiranno gambe ed età – conclude il presidente dell’Aia, poi avanti gli altri”.
Fonte: Repubblica