TORINO – Il parallelo è noto, ma è più attuale che mai. Se l’Inter del triplete lanciò Eto’o nelle insolite vesti di terzino aggiunto, la Juve che studia l’en plein per lei ancora inedito si gode il tuttocampista Mandzukic. Così uguali, così diversi. Il camerunese era famoso per i suoi sorrisi a trentadue denti? Il croato è invece l’opposto, mister “No Good”, sguardo sempre truce nonostante una certa somiglianza con Benigni. Non ride mai. Nemmeno dopo il gol-manifesto segnato ieri al Genoa: Mario recupera palla in difesa, accelera, crossa di sinistro e poi, con una sventola di destro, infila la ribattuta all’angolino fulminando di Lamanna.
La manna juventina è invece lui, SuperMario. L’attaccante di Slavonski Brod non è più al centro del villaggio bianconero, il 4-2-3-1 lo ha sfrattato sulla corsia sinistra, ma resta comunque centrale nell’economia del nuovo impianto di gioco. Lui e Cuadrado – con il metronomo Khedira – sono infatti gli equilibratori della squadra, le ali che avanzando o arretrando il loro raggio di azione variano l’assetto della fuoriserie disegnata da Allegri.
Oltre alle grandi qualità tecniche e tattiche, di cui la Signora si innamorò nel 2013, quando incrociò nei quarti di Champions il suo Bayern Monaco, ci sono le doti attitudinali. Mandzukic è infatti un concentrato di grinta e tremendismo, alla faccia dei suoi 30 anni. Un esempio da seguire, per come canta e soprattutto porta la croce. “Cerco di giocare per la Juventus con la stessa identica passione che mostrano i tifosi nel sostenere il nostro club – è il pensiero affidato da Mandzukic a Twitter -. Ciò regala dei momenti speciali, proprio come lo è questo per me”. Domenica l’attaccante diventato esterno a tutto campo ha incassato la standing ovation dello Stadium e quindi i complimenti sperticati di Barzagli, che non ha avuto nessun dubbio ad eleggerlo man of the match: “Mario si fa sempre in due. Dybala ha fatto cose strepitose, ma Mandzukic ha segnato e ci ha dato tanto in campo”. Anche il rituale tweet post-gara di Allegri sembra in qualche modo rivolto a MM17: “Oggi solo complimenti a un gruppo che non smette di sorprendermi per la dedizione al lavoro quotidiano e l’interpretazione delle partite!”, cinguetta il tecnico, che ha dato un lunedì di riposo alla squadra. Dietro l’angolo c’è l’impegnativo trittico Atalanta-Torino-Roma, intervallato dalle semifinali di Champions contro il Monaco, ieri vittorioso in casa del Lione (1-2) grazie ai soliti Mbappè e Falcao. A proposito di gol, Mandzukic sta segnando molto meno degli ultimi anni, è a 8 reti complessive di cui appena una in quella Champions League che ha già vinto nel 2013, da centravanti titolare del Bayern del Triplete. I suoi gol sono però pesantissimi, se è vero che la Juve ha vinto tutte e venti le partite in cui SuperMario ha fatto centro. Il croato è un concentrato purissimo di spirito di sacrificio, determinazione e carisma. Il bianconero che ha vinto di più a livello internazionale (dopo Dani Alves) è anche il più affamato e determinato della compagnia, proprio come Eto’o nel 2010. Un paradosso, se non stessimo parlando di questa Juventus e di quell’Inter.
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- Protagonisti:
- mario mandzukic
Fonte: Repubblica