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ADL: “Insigne bandiera, vinceremo lo scudetto”

Aurelio De Laurentiis insieme a Lorenzo Insigne (foto da Twitter @sscnapoli)

Cinque anni di contratto per Lorenzo Insigne, accordo fino al 2022 per blindare il vero leader di questo Napoli. Sarà quindi una bandiera, per il presente e per il futuro, come desiderato da Aurelio De Laurentiis. Che, questa volta, non si è limitato al solito tweet presidenziale per annunciare l’avvenuto accordo ma ha organizzato una conferenza stampa, come l’evento merita.

“Sono contento che Lorenzo sia una bandiera – ha dichiarato il presidente azzurro – perché ci vuole del tempo per costruire cose che durino. Non smetterò mai di ricordare che io ho iniziato con un pezzo di carta, a volte mi viene detto che non ci sono giovani napoletani. Ma noi, dal nulla, abbiamo tirato fuori Lorenzo Insigne. Napoli, come città e come contesto, ha vissuto un periodo terribile. Quello della ‘monnezza’, delle tossicità nascoste, della cancerosità, per non parlare di quella che è l’incapacità di tutelare il territorio, non solo campano ma anche italiano. Ma, nonostante sia molto difficile avere successo a Napoli, noi ci siamo riusciti perché abbiamo lavorato con prudenza, onestà intellettuale, con grande senso di umiltà. Siamo rimasti al nostro posto ed abbiamo capito che dovevamo, in maniera non prepotente ma dirompente, fare la nostra strada. Ed abbiamo costruito quello che, con le nostre forze, abbiamo potuto costruire, anche in un calcio malato. Perché non dimentichiamoci che siamo entrati in questo mondo alla vigilia di Calciopoli, che ancora oggi fa venire dubbi sulla regolarità del calcio. Lorenzo Insigne è un calciatore che gioca un calcio suo, non paragonabile ad altri o da altri acquisibile. Il fratello è uno che lavora bene, è in una squadra seria e speriamo vada avanti per la sua strada”.

“O ami Napoli o devi andare via”

Oggi è una giornata importante per i tifosi azzurri, in quanto un napoletano viene riconosciuto come bandiera del Napoli. “Lorenzo è nato con amore e passione sul territorio, sognava di essere una bandiera del Napoli. Ma è un sentimento che puoi riscontrare in qualcuno, ad esempio Hamsik che non è napoletano, ma non puoi aspettartelo da tutti. Ma far rimanere le persone mal volentieri non conviene a nessuno. Questa è una città che devi amare, altrimenti devi andare via. Stare a Napoli non è come stare a Torino o a Manchester, ha una storia che ti coinvolge e non finisce mai, che si racconta secolo dopo secolo. Spesso mi dicono ‘tu non sei napoletano, che ne sai?’ ed invece io ho avuto dei nonni che mi hanno spiegato e raccontato questa città, cose che mi sono rimaste da bambino. Quindi, se dovessimo perdere qualche altro pezzo per strada, ce ne faremo una ragione. Poi, aggiungo, quanto è noioso dover allenare sempre le stesse persone e fare il medesimo gioco? I calciatori hanno le proprie caratteristiche. Tra me e Giuntoli ci sono sempre questi discorsi di mercato, quando propongo un calciatore ci sono lui e Sarri che spesso mi dicono che non va bene per il nostro gioco ed io sono in minoranza, però imparo”.

“Mercato? Contenti della rosa che abbiamo”

Blindato Insigne, l’attenzione si sposta ora su Mertens e sugli altri gioielli azzurri. Alcuni richiestissimi sul mercato. “Questo mi fa piacere – prosegue ADL – poi non riescono a prenderli perché io faccio contratti importanti e complicati. Alcuni sono oggetti del desiderio unici e incedibili, come Lorenzo Insigne, altri invece no. Non mi riferisco ovviamente a Mertens, che ha una situazione in divenire anche a livello familiare che tutti conoscete. Certo, quest’anno ha fatto tanti gol, ma è stato anche merito di Sarri. Magari con un altro allenatore non segna così”. Sul mercato in entrata: “Puntiamo anche sul rientro di Milik, magari l’anno prossimo abbiamo cinque calciatori in doppia cifra. Poi c’è il capitolo Pavoletti, quindi non credo si debba parlare di mercato. Difesa? Con Koulibaly abbiamo rinnovato, a volte mi chiedono cosa farei se arrivasse una pazza offerta. Ce ne faremmo una ragione, abbiamo tanti difensori bravissimi. Con Sarri, però, ci vuole un periodo d’ambientamento lungo per imparare tutte le sue idee. Abbiamo investito tanto su Maksimovic, ci crediamo. Raul Albiol ha un cervello che gli permette di sopperire a qualsiasi problema e di comandare la difesa. E infine, quando non c’è nessuno, arriva Tonelli e fa due gol, facendosi trovare pronto dopo mesi fuori. Quindi sono orgoglioso di tutti i calciatori che ho, non ho nulla da rimproverare e li ritengo tutti da Napoli”.

“Arriveremo a vincere lo scudetto”

Ora l’obiettivo è il secondo posto ma per il futuro si sogna lo scudetto: “Non voglio dire che il secondo posto in Italia è come lo scudetto. Ma, prima o poi, il super scudetto lo prenderemo, qualche spina nel fianco agli altri la troveremo. La concorrenza fa bene, sono arrivati i cinesi e ben venga il ritorno del Milan e dell’Inter. Tutti quanti, tra gentiluomini, tenteremo di far crescere finalmente il calcio italiano”.

“Mazzarri non mi fece prendere Verratti”

E poi un retroscena di mercato: “Insigne giocava a Pescara con Immobile e Verratti, mi piaceva moltissimo e fu un’annata clamorosa. Pensai di mettergli vicino anche Verratti, poi Mazzarri mi disse che non era adatto al suo modulo. Ho puntato subito su di lui, anche se veniva dalle giovanili e dal Pescara, infatti, è subito stato premiato con un contratto ricco. Ma lo meritava”.

Fonte: SkySport

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