A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Marco Cherubini, giornalista
“A Roma sono preoccupati perché il Napoli cammina forte e poi perché ci sono tante situazioni di incertezza. Intanto, c’è da capire se Spalletti andrà via, poi ci sono tanti contratti da rinnovare, ma questi sono legati al piazzamento in classifica. Il momento non è positivo: la Roma è stanca, ha un allenatore che andrà via e c’è un clima nello spogliatoio che non dà entusiasmo.
Spalletti non è stato un mostro di simpatia dal punto di vista mediatico, ma vivendola da dentro non ha tutti i torti. Certo, avrebbe potuto evitare qualche polemica, ma sulle cose importanti le chiacchiere stanno a zero. Ha portato la Roma da ottava al terzo posto, ha fatto un campionato eccellente fino a Natale e a gennaio ha chiesto in piena lotta per lo scudetto Defrel perché serviva e non gli è stato dato, si è fatto male Florenzi e ha detto chiaramente che la squadra avrebbe sofferto”.
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Danilo Caravello, procuratore tra gli altri di Gazzola e Pomini
“Il Sassuolo è ormai diventata una realtà della Serie A, poi quest’anno diversi infortuni hanno influito non poco nella stagione. Questo campionato è stato al di sotto delle aspettative, ma ultimamente sta giocando discretamente bene. Per il Napoli non è una partita facilissima, ma parliamo della seconda squadra più forte ed in forma del campionato e se vuole conquistare il secondo posto deve assolutamente portare a casa i 3 punti.
Gazzola viene da una distorsione alla caviglia, gli hanno diagnosticato 30/40 giorni di recupero per cui non credo che sarà convocato contro il Napoli”.
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giovanni Capuano, giornalista
“E’ difficile dar torto ad Ancelotti visto quanto accaduto ieri a Madrid perché la qualificazione del Real è stata palesemente stata condizionata dalle decisioni arbitrali. Ci sono alcuni stadi che mettono pressione e il Bernabeu è uno di quello. La moviola non metterà tutti d’accordo, ma certamente calmerà un po’ gli animi. Ancelotti ieri ha subìto un furto e la sua reazione l’ho apprezzata perché non si può buttare tanti anni di calcio al vento per una serata. In questo momento, vista la sperimentazione della VAR, non è certo che l’ingiusta esclusione di Vidal sarebbe stata scongiurata anzi, per cui la moviola non risolverà poggi problema perché gli arbitri e gli assistenti avranno il proprio peso, ma non ci saranno più errori di fuorigioco”.
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Mauro Bergonzi, ex arbitro
“La Var non risolverà i problemi interpretativi e sulle regole complicatissime sul fuorigioco e sulla chiara occasione da rete. E’ ovvio che ieri sulla seconda ammonizione di Vidal sarebbe intervenuta la Var così come sul 2-2 di Ronaldo mentre ho qualche dubbio sul gol del Bayern. Se poi l’assistente non è in linea, ma è indietro di 4 metri, vuol dire che c’è un altro problema di fondo e non la Var.
La sperimentazione offline credo serva per tracciare la linea di demarcazione su ciò che sarà oggettivo o non oggettivo. Al momento le linee giuda sono sempre le stesse per cui casi chiari si interverrà”.
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuta Francesca Benvenuti, giornalista
“C’è una componente emozionale che i tifosi del Barcellona portano avanti, poi però c’è l’aspetto razionale della critica e in parte anche dell’allenatore. Le possibilità concrete che la remuntada possa verificarsi non so quante siano perché è vero che il potenziale offensivo del Barcellona è incredibile, ma non credo che la Juventus possa subire 5 o 6 gol in una partita. Il Barça è incostante in questa stagione, lo è stata in campionato perdendo l’occasione di agganciare il Real Madrid e in Champions, ma questa incertezza diventa anche una forma di inquietudine.
Quello che ha imparato la Juve dal Napoli è quel pressing così feroce e quel galleggiare e resistere in una grande sofferenza fisica. La qualità del Barça è superiore al Napoli, ma l’approccio e la pressione è più o meno simile. Detto questo, la Juve non può fare tanti calcoli perché chiudersi in questo stadio significa consegnarsi”.
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Cosimo Sibilia, presidente Lega dilettanti e vice presidente della Federcalcio
“La differenza di punti tra la prima e l’ultima della Serie A? Negli ultimi anni tre o quattro squadre hanno fatto la differenza tra chi lotta per il vertice e chi invece per non retrocedere. Il lavoro è importante e quando non si concorre per un risultato è ovvio che per esempio ci sono anche pochi tifosi allo stadio e tutti ci rendiamo conto e tutto questo penalizza gli spettatori. Sulla composizione della rose e dei gironi, però, la Lega e la Federazione sono estranee sono le società devono attrezzarsi.
Troppe squadre professionistiche non aiutano il mondo del calcio. Ci sono troppe squadre e c’è da riflettere, sedersi intorno ad un tavolo e trovare una soluzione. Abbiamo 60 squadre in Lega Pro per cui si sono troppe bisogna anche discutere sulla ridistribuzione delle risorse. Per la riforma dei campionati c’è bisogno in consiglio federale di una maggioranza qualificata.
La Var? Abbiamo tutti l’amaro in bocca dopo quanto accaduto ieri sera. Per attuarla c’è bisogno che ci sia un’ulteriore valutazione dei componenti del consiglio federale e questo serve per partire immediatamente e dare un sollievo anche agli arbitri.
Avere ambizioni non è peccato, ma ho i piedi ben piantati a terra e l’impegno della Lega dilettanti è oltremodo impegnativo. E’ un orgoglio per me esserne il presidente, ma non parlerei di cosa accadrà, posso assicurare il mio impegno che sarà massimo. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione perché le problematiche sono enormi, poi vedremmo quanto riuscirò a fare”.
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giorgio Squinzi, presidente del Sassuolo
“Abbiamo avuto tanti problemi quest’anno e la serie infinita di infortuni tra l’altro traumatici, ci hanno condizionato la stagione. Abbiamo perso tante occasioni e tante partite proprio per la mancanza dei nostri giocatori. In un campionato normale saremmo dovuti essere lì davanti a giocarci l’Europa, ma ci riproveremo l’anno prossimo anche perché il mio obiettivo è disputare la Champions.
Di Francesco via? Assolutamente no. Siamo pronti a tutto, ma le fantasie giornalistiche non vanno prese per oro colato. Non dimenticate che Di Francesco ha un contratto e una clausola di 3 milioni per cui credo che daremo continuità al progetto.
Spero di riuscire a mantenere tutti i migliori giocatori nella prossima stagione e recitare un ruolo importante, a cui ci stavamo già abituando. Il Sassuolo sa cosa fare e secondo me non conviene ai calciatori andare via.
Nella Serie A si sa già dall’inizio chi vincerà lo scudetto e chi retrocederà per cui fatto così il campionato non è interessante. Potrebbero cambiare tante cose, ma se ancor prima di iniziare si sa già che vince la Juve di certo non è interessante. La Var aiuterebbe gli arbitri a non sbagliare, ma credo sia anche un problema di qualità della classe arbitrale che non sempre è adeguata al calcio moderno molto veloce.
Con De Laurentiis non c’è nessun problema, ma non mi ha mai chiesto calciatori. Non faccio io il mercato del Sassuolo, ma al momento non mi risultano richieste. Sarri è molto bravo e si sapeva. La Juve ha buone possibilità di vincere la Champions.
Il torneo di Viareggio è stata una bella soddisfazione perché dimostra che abbiamo lavorato bene e ho visto molto calciatori già pronti per giocarsi la serie A. Probabilmente domenica sarò allo stadio, il Napoli di quest’anno è di una categoria superiore, ma mai dire mai”.
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Davide Vagnati, direttore sportivo della Spal
“Ci sono ancora 18 punti in palio quindi dobbiamo stare sul pezzo. Di casuale nel calcio c’è poco, magari c’è la gioia effimera di una vittoria, ma alla lunga ci vuole una certa programmazione e una società seria che permette allo staff di lavorare per raggiungere obiettivi.
E’ da 50 anni che la Spal manca dalla serie A. Indipendentemente da quello che sarà, lo stadio verrà adeguato, per cui anche l’amministrazione si sta adeguando al seguito della squadra. Al momento la capienza è limitata ed è evidente che abbiamo bisogno di più spazio.
Meret? La Spal ha creduto in un calciatore che è sempre un giovane. Abbiamo avuto la voglia e la forza di metterlo in porta e adesso tutti ne parlano perché oltre ad essere un grande portiere è un ragazzo equilibrato. Posso dire che Meret avrà un grande avvenire, poi è di proprietà dell’Udinese e le valutazioni è giusto che le faccia il club”.
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