IL DOMANDONE DI PA – De Laurentiis ha grandi meriti, ma ora non dovrebbe fare di più per provare a vincere?
Roberto BECCANTINI (La Stampa) – Migliorare questo Napoli non è facile. Come non è mai facile migliorare le squadre già forti. Credo che Aurelio De Laurentiis stia facendo il massimo: se poi ci vuole anche guadagnare, visto che ci mette i soldi, è un suo diritto. Se mai, la svolta potrebbe venire dallo stadio. Napoli ha solo il Napoli, un privilegio che, di concerto con le autorità cittadine, andrebbe messo a frutto.
Gianfranco LUCARIELLO (Leggo) – L’ultima fase del “progetto Napoli” del presidente De Laurentiis – dopo aver consolidato il denominatore eonomico-finanziario cosi come ha già fatto da attento imprenditore – resta quello di puntare a grandi successi sportivi che restano gli obiettivi primari di un club sportivo in avanzata fase di crescita, come il Napoli. E” giusto badare al bilancio ma il patron da sagace imprenditore deve pure percorrere la strada del rischio d’impresa attraverso investimenti mirati alla realizzazione del fine sociale dell”azienda calcio, cioè vincere. E non solo partecipare…
Antonello PERILLO (RAI) – Credo che De Laurentiis quest’anno abbia fatto il possibile, compensando il tradimento di Higuain con una campagna che ha consentito a Sarri di disporre di una rosa molto completa in tutti i reparti, al punto da potersi permettersi il lusso di dare pochissimo spazio a giocatori com Maksimovic, Tonelli, per diversi mesi anche Rog, tuttora ancora Giaccherini. Il prossimo mercato dovrebbe prevedere un ulteriore salto di qualità, con l’acquisto di un difensore centrale e di un esterno sinistro di alta caratura. Sono fiducioso. L’impresa più difficile sarà trattenere Mertens dalle sirene cinesi. A quei prezzi non si può competere.
Massimo D’ALESSANDRO (Radio Marte) – De Laurentiis fa ciò che può e anche molto bene. Il Napoli è da anni tra i top club italiani ed è molto considerato anche in Europa. Lo scudetto arriverà continuando il progetto di crescita.
Umberto CHIARIELLO (Canale 21) – No. Deve continuare così.
Paolo DEL GENIO (Radio Kiss Kiss Napoli) – Per vincere serve restare competitivi e per restare competitivi è necessario crescere.
Gianluca MONTI (Gazzetta dello Sport) – Non è facile ma bisogna provarci: ci sono due strade, strutturare la società con investimenti sul centro sportivo, settore giovanile e professionalità di primo livello da inserire nell’organigramma del club, oppure provare a trattenere tutti i pezzi pregiati ed aggiungerne almeno un paio – gente però che sia già esperta e di spessore internazionale. Ritengo più praticabile la prima ipotesi.
Ferruccio FIORITO (Canale 21) – È indubbio che a de Laurentis vadano riconosciuti grandi meriti per aver riportato il Napoli nel posto del calcio italiano che gli compete; ma è altrettanto indubbio che sia più facile ripartire dalla serie C fino a giungere alla serie A, piuttosto che far fare quell’ultimo salto che consentirebbe di tornare anche a vincere. Per intenderci, fra un secondo posto e un primo posto oscillano almeno 100 milioni di investimenti in più da fare. Ecco, questa dirigenza è pronta per il grande salto? Lo scopriremo con la prossima campagna acquisti.
Liberato FERRARA (Cronache di Napoli) – De Laurentiis ha portato il Napoli ad un livello che lui non riesce più a reggere. Serve un progetto industriale vero, grandi manager, ed investimenti. Tutte cose alla quale De Laurentiis è allergico. Il problema è che adesso è investi e cresci, o sei destinato poco alla volta a scivolare. Penso che per De Laurentiis sia arrivato il momento di guardarsi intorno per passare la mano. Altrimenti il Napoli fa la fine dei suoi cinepanettoni, ogni anno peggio.
Antonio GIORDANO (Corriere dello Sport) – Per vincere non è indispensabile spendere ma spendere bene. E il Napoli ha dimostrato di saperlo fare.
Fabrizio CAPPELLA (RAI) – I meriti di De Laurentiis per il rilancio del calcio a Napoli sono indubbi, visto che gli azzurri da anni partecipano alle competizioni europee e sono stabilmente tra le prime nel campionato italiano. Ed è proprio alla luce di questa ormai consolidata presenza tra le grandi che sembra giunto il momento del passo in più: nonostante il presidente lo consideri provinciale e riduttivo, per i tifosi lo scudetto resta sempre l’obiettivo più ambito ed è, a conti fatti, anche quello più facilmente raggiungibile se si considera il gap ancora da colmare con i top club in Europa. ritengo che la prossima stagione possa in questo senso essere decisiva, perché con ogni probabilità segnerà anche l’inizio della rinascita delle due milanesi e tutto comincerà a diventare più complicato. Dunque, come recitava un famoso slogan, se non ora quando?
Angelo POMPAMEO (Julie Italia) – Se pensiamo che fare di piu’ (chiaramente in termini di acquisti di calciatori) significhi vincere con certezza, commettiamo tutti un grande errore. In questi anni e’ stato fatto tantissimo, e quanto ottenuto e’ frutto di un lavoro onesto da parte di chi si e’ succeduto sia in campo che in panchina. Per vincere bisogna continuare a confermarsi su questi strepitosi livelli raggiunti. A mio avviso non e’ acquistando giocatori a suon di milioni che si vince (Inter docet), ma soprattutto non cedendo i pezzi pregiati che ci sono in organico. Tutti pensano ad acquistare, ma forse se non avessimo ceduto quelli che abbiamo lasciato andar via, che organico avremmo oggi?
Nello ODIERNA (Capri Event) – Di certo, ma lui ha una sua strategia aziendale che non va mai oltre.
Antonio SASSO (Il Roma) – I meriti di De Laurentiis sono indiscutibili. Il Napoli, grazie alle sue scelte, è ritornato prepotentemente nel giro delle grandi del calcio europeo. Ed è scontato che il presidente farà di tutto per rafforzare una squadra che oltre ad offrire un calcio spettacolo possa anche essere in grado di fare meglio della Juventus in campionato e del Real Madrid in Champions. Impresa possibile? Credo di sì se ha la fortuna di indovinare un altro paio di acquisti: due difensori e un attaccante. Nel calcio, infatti, ci vuole anche fortuna. Chissà come sarebbe andata senza il grave infortunio a Milik…
Ennio FO (Tele A) – Dovrebbe fare DECISAMENTE di più ma, sensazione mia, è che il dott. Chiavelli lo frena invitandolo a tener presente il bilancio e con i risultati che INNEGABILMENTE ha ottenuto e l’inesorabile crescita del monteingaggi, deve fare comunque delle pusvalenze. Abituiamoci noi all’idea di aspettare e sperare con buona pace di tutti…
Dario DE SIMONE (Radio Traffic) – Io credo che ci sia un equivoco di fondo: purtroppo Napoli nel calcio non ha quasi mai vinto nulla quando il peso dei biglietti e degli abbonamenti contava molto di più. Figurarsi ora che conta lo stadio virtuale. Piuttosto mi chiederei se De Laurentiis non possa fare di meglio: per esempio costruire una società vendibile fondata su strutture e settore giovanile, non solo sui giocatori patrimonio. È questo il grande dubbio.
Antonello GALLO (Telecapri) – Indiscutibilmente Adl ha enormi meriti, la società ha raggiunto livelli che ormai erano troppo lontani nel tempo per una piazza importante quanto esigente come Napoli. Però, proprio in virtù dell’esigenza di vincere, credo sia necessario operare qualche revisione strutturale ed organizzativa. Vincere oggigiorno significa oltre ad avere una buona rosa di calciatori, una società solida, programmazione adeguata in tutti gli ambiti e professionalità vera. C’è bisogno di uno stadio, di un centro giovanile all’avanguardia, di una rete di osservatori mondiale. La crescita c’è ma è tempo di pensare alle basi per fare il salto di qualità definitivo.
Luca CIRILLO (AreaNapoli.it) – Dire di si è semplice, sintetizzare è impossibile. Il punto è: quando si parla di vincere si allude allo scudetto o alla Champions? Coppa Italia e Supercoppa sono sfizi di corredo per accrescere il valore del brand. Pensare di essere pronti per salire sul tetto d’Europa significa essere fuori dalla realtà: i miracoli nel calcio di oggi raramente accadono; viceversa credo che con uno sforzo in più, del tutto sostenibile, lo scudetto sia alla portata del Napoli che ha una squadra ben rodata e con il giusto mix di giovani di talento ed esperti campioni. Mancano i 3 fuoriclasse in grado di accompagnare e sostenere il collettivo nei momenti in cui il fisico è in riserva e occorre l’esperienza. Il Napoli quest’anno è in testa alla classifica per rendimento esterno, e ciò significa che dopo aver sciupato la chance storica dello scorso anno, stiamo perdendo un altro scudetto proprio al San Paolo. Un dato che crea non poco dispiacere. Il calcio di oggi è azienda, ma deve restare nella dimensione di sport. E nello sport agonistico è fondamentale puntare a vincere. Immaginiamo questa squadra con Higuain: è probabile che saremmo ancora in lotta per il titolo. Il calcio è azienda, d’accordo, ma come tutte le aziende deve prendersi i suoi rischi. C’è chi sostiene che senza la cessione dell’argentino il Napoli non avrebbe potuto fare il mercato che ha fatto. Non sono d’accordo: Maksimovic e Milik sono costati circa 55 milioni di euro: conservando in rosa l’argentino, si poteva evitare di prenderli. Tuttavia va ricordato che il vero problema di un’azienda calcistica non è il costo dei cartellini, ma gli ingaggi. Più che domandone, è la madre di tutte le domande. De Laurentiis sa che in Champions è quasi impossibile, ed è consapevole che in Italia, in questa Italia, anche se ti indebiti fino al collo non è detto che vinci o che ti lasciano vincere. E allora lui prova a resistere come meglio può e crede tra mille difficoltà oggettive (soprattutto burocratiche sul versante strutturale) dietro le quali però si nasconde a seconda dei casi. Prepariamoci ad altre cessioni (la prima che mi viene in mente è Mertens, ma anche Koulibaly) per rigenerare il “progetto”. La questione non è vincere, ma ampliare le vedute e portare a Napoli quei calciatori, anche pochi, in grado di far sognare i tifosi fino in fondo. Il guaio di De Laurentiis è che ai sogni non crede e che, per sua stessa ammissione, fare sempre il secondo posto non gli crea problemi. Staremo a vedere cosa penserà quando rientreranno Inter (presto) e Milan (tra non molto) nel giro scudetto/Champions.
Carlo FERRAJUOLO (Il Roma) – Chi non risica non rosica dice il saggio… I soldi vengo anche spesi male, da una società, che ha dei limiti di competenza calcistica…Comprare Grassi, Pavoletti e Tonelli per poi vendere Gabbiadini questo denota improvvisazione societaria. Se vuoi vincere devi completare una squadra, non solo piazzarti per mettere in saccoccia i soldi della Champions.
Giuseppe DI MARZO (PianetAzzurro.it) – Il ‘limite’ del Napoli di ADL è che, per restare ad alti livelli ha bisogno degli introiti della Champions. Quando questi mancano (vedi il 2 anno di Benitez), non si può fare un certo tipo di mercato e, nella migliore delle ipotesi, non si cede alcuno dei big in organico. Ci sarebbe bisogno di investimenti in infrastrutture (stadio, centro sportivo, etc). Cosa lascerà ADL, oltre al parco giocatori, quando andrà via? Questo è, a mio avviso, il vero limite della gestione aureliana.
Francesco MOLARO (TuttoNapoli) – Fare più rischio di impresa. Serve un campione che possa far crescere un gruppo giovane di grande prospettiva e poi provare ad entrare nel “palazzo”!
Antonio PETRAZZUOLO (NapoliMagazine) – De Laurentiis ha avuto il merito di aver riportato in alto il Napoli, stabilmente in Europa. Per competere sta provando ad aprire ai mercati esteri. Al momento va solo ringraziato per l’impegno profuso, perchè ad oggi non si è presentato nessuno dalla Cina o dall’India per acquistare il club.
Antonio PAPA (NapoliCalcioLive.com) – Sicuramente, potrebbe e dovrebbe fare di più, ma la sensazione è che stia aspettando il fisiologico fine-ciclo della Juve per farsi trovare pronto e raccoglierne l’eredità. A mio avviso, se resta Sarri e si porta avanti il progetto attuale, con Spalletti alla Juve potrebbe esserci un contraccolpo serio e lasciare campo libero. A quel punto il Napoli dovrà essere bravo a trasformare il secondo posto in primo, e con un paio di tasselli al posto giusto può davvero farcela.
Patrizio ANNUNZIATA (NapoliSoccer.net) – Si, ora bisognerebbe puntare a traguardi superiori anche effettuando forti investimenti sul mercato per rendere la squadra di levatura superiore e sul fronte strutture per ottenere maggiori introiti.