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Dalla Nazionale a Napoli-Juve: l’altra super sfida

Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri durante Napoli-Juventus

Capitolo Nazionale concluso. Due vittorie su due, contro Albania e Olanda, che hanno tenuto alto il morale degli azzurri. E, soprattutto, quello di Gian Piero Ventura, ancora imbattuto da quando è diventato CT. “Secondo me Ventura sta facendo buon lavoro – ha spiegato Matteo Marani, direttore di Sky Sport 24 – Come per Allegri alla Juventus, anche per lui si sapeva sarebbe stata durissima prendere il posto di Antonio Conte. Sta lavorando al meglio con i giovani, sta prendendo proprio uno spessore da commissario tecnico, è un vestito adatto a lui. In questo penso sia ben supportato dalla Federazione, con Tavecchio e Uva sempre pronti ad ascoltarlo”. 

Condottiereo vero – Equilibrato, Ventura, anche nel rispondere alle critiche di Sacchi: “Dal punto di vista della comunicazione ho trovato giusta la replica che ha fatto a Sacchi”, ha continuato Marani. “Ha dimostrato di avere carattere e temperamento, è evidente che sia stufo, alla sua età e dopo il percorso che fatto, di sentirsi dare ogni volta i voti. Trovo che quanto ha fatto sia corretto. Chiaramente tutto questo discorso dovrà passare necessariamente al vaglio della partita con la Spagna di settembre: dovesse andare bene, mi aspetto diventi il ‘padre della Patria’, altrimenti si parlerà di inadeguatezza. Comunque vada, vedo in questo momento in lui una crescita”.

Gioventù azzurra – Anche grazie al lavoro di Ventura, stanno trovando spazio in azzurro tanti giovani. Contro l’Olanda hanno esordito Spinazzola, Petagna, D’Ambrosio, Verdi, Donnarumma e Gagliardini. Sul portiere rossonero, il direttore di Sky Sport 24 ha detto: “È un predestinato, e le storie dei predestinati sono queste. La sua tranquillità mi ricorda quella di Buffon quando sotto Nevio Scala fece il suo esordio con la maglia del Parma. Vedo Donnarumma già grande, non tanto come età quanto come status. È evidente che sarà lui il portiere azzurro almeno dei prossimi dieci anni. Mi colpisce la serenità con cui affronta ogni situazione, lo ha fatto fin dal primo giorno in cui Mihajlovic lo ha preso in considerazione. Ha gli atteggiamenti tipici dei fuori quota: lui lo è”.

Su Gagliardini – Un balzo in avanti netto anche per Gagliardini: “L’esordio con Donnarumma è un stato curioso antipasto del derby di Milano – ha continuato Marani – Secondo me il talento del centrocampista dell’Inter è minore rispetto a quello di Donnarumma, ma sta dimostrando di saper metabolizzare bene ogni salto. Lo ha fatto con l’Inter, così come con la Nazionale. È una bella generazione, mi viene da paragonarla alla nazionale di Vicini. Nuovo ct e nuovo corso: era da tanto tempo che non si aveva un blocco intero di giovani che arrivava in nazionale maggiore. Questo fa ben sperare, mi auguro che questi ragazzi acquisiscano tanta esperienza internazionale anche con i loro club, per riuscire a crescere ancora di più”.

Napoli-Juve: sfida decisiva – Terminata la settimana dedicata alla Nazionale, però, è già ora della super sfida di campionato tra Napoli e Juventus. Gara ricca di temi: dal ritorno di Higuain al San Paolo alla sfida tra due filosofie di gioco, quelle degli allenatori Sarri e di Allegri. “Ritengo corrette le parole di Buffon, che si è appellato al del dopo-gara. È un match in cui sarà chiaramente importante la vigilia, ma anche il post: non bisogna cadere nella tentazione della polemica arbitrale. Ultimamente siamo andati troppo il là, mettendo a rischio quello che è il gioco: ogni picconata sulla credibilità arbitrale presenta un conto”.

Sfida decisiva – “Sarà una partita straordinaria, ricca di significati, in uno stadio pienissimo: ci auguriamo possa essere tutto questo. Juventus-Napoli deve essere uno spettacolo di calcio, serve continuare a ripeterlo. Credo che in questa gara si decida tantissimo: se la Juve riuscirà a uscire indenne dal San Paolo, l’ipotesi che non possa vincere si fa minima. I bianconeri possono rafforzare e consacrare la loro posizione in campionato, così come anche in Coppa; il Napoli si gioca tutto, per non far fuoriuscire quell’amarezza di fine stagione, quella che in genere subentra quando sai di non poterti giocare più nulla”.

Sarri l’artigiano – Due filosofie contro, dicevamo. Il marchio di Maurizio Sarri è ormai ben distinguibile, così ne tratteggia i contorni il direttore di Sky Sport 24: “Secondo me Sarri è uno straordinario artigliano, espressione perfetta della terra in cui è cresciuto, la Toscana. È un orafo del calcio, capace di maneggiare il materiale che ha a disposizione, qualsiasi esso sia. Non è un caso che il Napoli sia la squadra più prolifica, anche nonostante difficoltà o infortuni potenzialmente determinanti. Sarri sa lavorare in bottega, con i materiali che trova: ha la follia e fantasia dei bravi artigiani. È uno che cambia le sue squadre, tutte, le plasma secondo la sua idea, dà un’impronta chiara. Il Napoli di oggi ha molti punti in comune con l’Empoli di ieri: grandi automatismi, voglia di giocare. Il mondo del calcio riconosce Sarri anche se non ha trascorsi da vincente: è una che mi colpisce. Lo fa in primis Sacchi, che in questo senso è come un certificato di garanzia. Dico che oggi, dal punto di vista ideologico, credo che appunto Sarri sia ciò che di più si può avvicinare a Sacchi”.

Allegri: gestione ed evoluzione – All’esteta Sarri si contrappone un Massimiliano Allegri che ha saputo prendere in mano la Juventus dopo l’era-Conte e tenerla ad altissimi livelli, anche migliorandola: “Allegri è un uomo concreto, è l’artigiano che sa presentare bene le cose, quello che le sa mettere in vetrina nel modo giusto. Sa riconoscere pregi e difetti delle sue squadre: infatti, con grande realismo, si è aggrappato al blocco difensivo della sua Juve, grande punto di forza. Ma, in tutto ciò, ha dimostrato anche di sapersi evolvere, stravolgendo lo schema offensivo dei suoi a campionato in corso. Pensavo che lo schema cosiddetto ‘a cinque stelle’ non potesse reggere a lungo, invece Allegri ha trovato i giusti accorgimenti. Credo meritasse la Panchina d’Oro tanto quanto Sarri”.

Max, profilo internazionale – “Allegri è  uno dei grandi allenatori internazionali del nostro calcio e solo oggi sta avendo i riconoscimenti che avrebbe meritato prima. Allenare la Juve dopo Conte sarebbe stato un compito improbo per tantissimi, basti pensare all’accoglienza di Vinovo dopo il suo annuncio. Allegri ha vinto i pregiudizi, era la sua sfida. Ritengo comunque che lavorare nella Juve abbia sempre i suoi vantaggi, perchè alle spalle hai una società forte e l’ambiente giusto. Quando la situazione si mette male la dirigenza si compatta, al contrario di ciò che succede in altri club. E penso al Napoli, dove accade spesso che De Laurentiis si metta di traverso. Concludo dicendo che non è un caso che tanti abbiano vinto e si siano trovati bene alla Juventus”.

Fonte: SkySport

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