Contro l’Albania (verso Russia 2018) sarà la 14esima sfida nella città siciliana, vero “bunker” degli azzurri: 11 vittorie, un pari e una sola sconfitta nei precedenti. E poi tanti palermitani e giocatori rosanero protagonisti con la maglia dell’Italia: da Schillaci all’ex Belotti, che a Palermo ha trovato l’amore…
di Alfredo Corallo
La prima volta che l’Italia giocò a Palermo era un 28 dicembre: non un giorno qualsiasi per Andrea Belotti e la sua amata Giorgia, palermitana, conosciuta quando il Gallo “cantava” per i rosanero. Quando nasce un amore, come il titolo della canzone lanciata proprio da una ragazza di origini albanesi (Anna Oxa) al Festival di Sanremo del 1988. Già, c’è sempre qualche 8, il numero fortunato della sua “zita” (fidanzati dal 28 dicembre 2014), ce l’ha anche tatuato sul polso. E allora non può essere una coincidenza, non stiamo dando i numeri (e Russia 2018?), tra Palermo e la Nazionale deve esserci qualcosa di speciale: che fa rima con… Mondiale.
Gli anni ’50. Per gli azzurri, contro l’Albania di Gianni De Biasi (105 presenze e 7 reti con il Palermo dal 1983 al 1986 per il ct trevigiano) sarà la 14esima sfida nella città siciliana, che non tradisce (quasi) mai: nei 13 precedenti sono arrivate 11 vittorie, un pari e una sola sconfitta, nel 1994 con la Croazia (1-2, doppietta di Suker e gol di Dino Baggio). La prima fu, appunto, il 28 dicembre del 1952, per la Coppa Internazionale (antenata degli Europei): erano in 50mila alla vecchia “Favorita” per il debutto, bagnato con un 2-0 alla Svizzera firmato da Egisto Pandolfini e Amleto Frignani (capitano di quella squadra era Giampiero Boniperti, attuale presidente onorario della Juventus).
D(u)e Rossi e San Gigi. L’ultima, invece, risale al 6 settembre del 2015, partita valida per le qualificazioni agli Europei francesi, con De Rossi e Buffon assoluti protagonisti al “Barbera”: il romanista realizza (due volte) il rigore del vantaggio sulla Bulgaria, ma a inizio ripresa si fa espellere insieme a Mitsanski per reciproche scorrettezze. E dovrà pensarci San Gigi a completare l’opera con un paio di miracoli dei suoi…
Baggio-Schillaci ’90. Eppure, dopo quel match del 1952, per una quarantina d’anni circa la Nazionale “A” non aveva più messo piede sotto il Monte Pellegrino: i palermitani hanno dovuto aspettare il 1990, per la prima amichevole del post-Mondiale in programma il 26 settembre con l’Olanda di Rinus Michels, tornato sulla panchina degli oranje. In campo ci sono Gullit e Van Basten, ormai di casa (l’Olanda disputò due delle tre partite del girone proprio a Palermo), ma la gente era tutta per il suo figlio prediletto Totò Schillaci, capocannoniere di Italia ’90, accolto come un eroe (stadio esaurito, un miliardo di incasso).
Il “picciotto” del quartiere San Giovanni Apostolo e Roberto Baggio, che a Bari aveva “regalato” al compagno il rigore che lo incoronò bomber del torneo. Sarà lui a prendersi la scena al 44′, segnando alla sua maniera, “alla Baggio”, un gol che ricordò quello alla Cecoslovacchia e non fece altro accrescere i nostri rimpianti… Mentre la fortuna di Totò – stavolta – si stampò sul palo, lasciandolo incredulo, con i suoi inconfondibili occhi spiritati…
Il Mancio, Alex e Bobo. Tre anni più tardi il Divin Codino venne “risparmiato” da Arrigo Sacchi per il facile impegno contro Malta, il 24 marzo, gara di qualificazioni a Usa ’94. La notte di Roberto Mancini, due gol e altrettanti assist per Signori e Vierchowod, con i sigilli di Dino Baggio e Maldini a infiocchettare il 6-1 finale. E ci sarà proprio il padre Cesare sulla panchina azzurra per l’amichevole del 22 gennaio 1997 con l’Irlanda del Nord vinta 2-0 grazie a Zola e Del Piero, che si “riaffaccerà” con la Juventus a Palermo neanche due settimane dopo per il ritorno della Supercoppa Europea, “regalo” alla Sicilia bianconera (a Parigi erano passati in stile Barcellona, un altro 6-1). Doppietta di Alex e gol di Vieri per il 9-2 totale della Juve, ancora oggi il risultato con il maggiore scarto in finali confederali.
Del Piero e Vieri che saranno ancora decisivi negli impegni successivi disputati a Palermo: il primo con un rigore alla Svezia nell’amichevole del 23 febbraio 2000 (sul dischetto si era presentato Pippo Inzaghi, quantomeno ci provò…); e l’allora centravanti dell’Inter con la doppietta alla Finlandia del 29 marzo 2003 verso gli Europei portoghesi del Trap (da “antologia” i due assist di Totti). Bobone timbra il cartellino anche nell’unico pareggio, il 2-2 con la Repubblica Ceca di Nedved datato 18 febbraio 2004.
Toni-Grosso-Zaccardo-Barza. E Palermo viene scelta dalla nuova Italia di Marcello Lippi per due impegni fondamentali nel cammino che porterà ai Mondiali tedeschi, decisi proprio dai calciatori della squadra rosanero. Il primo contro la Norvegia, il 4 settembre del 2004, al debutto nelle qualificazioni del ct viareggino: al vantaggio-shock di Carew risponde subito De Rossi, poi ecco l’idolo di casa Luca Toni che impiegherà soltanto 5 minuti per trovare il gol della vittoria. Un anno dopo sarà Cristian Zaccardo, servito da Fabio Grosso, a stendere la Slovenia e staccare il biglietto della comitiva azzurra per la Germania. E con loro il quarto “moschettiere” Andrea Barzagli.
Gila e il Chiello. E c’era anche Alberto Gilardino, che contribuirà alla salvezza del club palermitano la scorsa stagione. Quel Gila che proprio al Barbera, il 6 settembre del 2013, sarà determinante per il successo sulla Bulgaria verso i Mondiali brasiliani. Fino alla doppietta + autogol di Giorgio Chiellini all’Azerbaijan del 10 ottobre 2014 (road to Euro 2016) e al già citato rigore di De Rossi nel 2015.
Il Gallo Nazionale. Ora tocca all’Italia di Giampiero Ventura, che non avrà con sè dei portafortuna rosanero, ma non è certo colpa sua… Che poi uno ci sarebbe, il Gallo! Deve anche farsi “perdonare” dai vecchi tifosi – compresa la fidanzata – per la tripletta dello scorso 5 marzo con il suo Torino (ma non ha esultato con la “cresta” per rispetto, s’intende). Insomma, un cuore Toro sì, ma un altro… l’ha lasciato a Palermo. Due cuori e una sola maglia, per una sera: quella azzurra.
Fonte: SkySport