ROMA – Calcio e polemiche vanno di pari passo. Un binomio inscindibile che in Serie A trova il suo perfetto compimento. In Italia le partite di cartello sono note per avere un pre e un post partita infuocato, come se i 90′ di gioco passassero quasi in secondo piano. Juventus-Milan dello Stadium è solo l’ultima occasione in cui il nostro calcio ha mostrato la sua faccia più litigiosa. Negli ultimi anni, quelli del dominio bianconero, ci sono state numerose polemiche rivolte verso le Juventus, nonostante le squadre di Conte e Allegri abbiano quasi sempre dominato il campionato.
IL NON-GOL SCUDETTO – E’ il 25 febbraio 2012. Il Milan – proprio di Max Allegri – ospita la sorprendente Juventus di Conte, in lotta per lo scudetto, dopo aver collezionato nelle ultime stagioni due settimi posti. I rossoneri hanno un potenziale match point, una vittoria porterebbe a un virtuale +4 (la Juve avrebbe dovuto recuperare una partita), arrestando la corsa dei rivali. La prima polemica arbitrale della nuova Serie A – che vede i bianconeri indiscussi dominatori – nasce a San Siro, in quella notte. Una notte in cui la Juventus mette le basi per il primo dei cinque scudetti in fila dell’era Conte-Allegri. Al 24′ del primo tempo, sull’1-0 per il Milan, Robinho batte un angolo corto per Emanuelson. Sul cross si avventa Mexes, parata di Buffon, Muntari ribadisce di testa e il portiere della Nazionale compie un altro miracolo, ma con il pallone che aveva ampiamente superato la linea di porta. San Siro esulta, con Tagliavento lascia giocare nell’incredulità generale. Nel secondo tempo l’ex Matri fissa il risultato sull’1-1. La Juventus annulla il match point e si appresta il sorpasso.
I bianconeri vincono lo scudetto da imbattuti (a +4 sul Milan), Ibrahimovic incredibilmente non vince un campionato. Per gli juventini è lo successo di Conte e dei gregari. Lo scudetto della rinascita. Per il Milan è quello ‘di Muntari’, nonché l’ultima occasione persa. I rossoneri sono a fine ciclo e non lotteranno più per il titolo, ridimensionandosi con le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva.
IL VIOLINO DI GARCIA – Cambia scenario e una protagonista. E’ il 5 ottobre 2014, e la Roma di Rudi Garcia si affaccia allo Juventus Stadium per sfatare il tabù nel fortino bianconero, nel quale la Roma ha collezionato solo batoste (fino a quel momento un 4-0, un 4-1 e un 3-0). Le premesse, però, sono diverse. I giallorossi vengono da un secondo posto ‘record’ con Rudi Garcia, e Conte, l’allenatore dei tre titoli ha lasciato il posto ad Allegri. A Roma si dice perché scontento dello scippo giallorosso di Iturbe, oggetto del contendere estivo.
Juve in vantaggio con rigore di Tevez discusso. Rocchi assegna il penalty alla Juventus per una tocco di mano di Maicon sulla linea dell’area di rigore. E’ il putiferio. Garcia mima il gesto del violino – “questa è la musica con la Juvents”, avrà voluto dire – e viene espulso. La Roma però si rialza con un rigore di Totti e un bel gol sull’asse Gervinho-Iturbe. A fine primo tempo, però, la seconda scelta contestata. Pjanic tocca Pogba fuori area, ma per Rocchi ci sono gli estremi per il terzo penalty della partita. Segna ancora Tevez e la Roma crolla. Bonucci firma il 3-2 con un bel gol in volée che segnerà l’intera stagione romanista.
Dopo i 90′ Totti parla apertamente: “Con la Juventus è sempre così, che giochino un campionato a parte”. Garcia cerca di caricare i suoi dichiarando che la Roma avrebbe vinto lo Scudetto. Ma l’ennesima batosta allo Stadium è una mazzata per la Roma, che arriverà seconda grazie a un gol da tre punti di Yanga Mbiwa nel ‘derby Champions’ con la Lazio. La Juve sfiorerà il triplete, ma soprattutto vincerà il titolo con 17 punti di distacco dai giallorossi.
NON SOLO JUVENTUS – Un altro caso recente vede il Milan come protagonista nel ruolo ‘del cattivo’, nel 2013. I rossoneri sono in lotta per un posto in Champions con la Fiorentina: acquistano Balotelli a gennaio, piazzando un colpo che varrà la terza piazza. Super Mario segna 12 gol in 13 partite, ma a far ancor più impressione è il ruolino di rigori assegnati al Milan da febbraio in poi, spesso allo scadere. Con l’Udinese al 94′ (2-1), Cagliari all’82’ (1-1), Palermo all’8′ (2-0), Catania al 92′ (4-2), Pescara al 9′ (4-0) e Siena, nell’ultima di campionato, all’84’ (1-2). Milan terzo a +2 sulla Fiorentina. Montella la prende con ironia: “Epilogo già scritto. E’ stata una questione di rigori”, mantenendo basso il volume nonostante la cocente delusione. D’altra parte da Milano la risposta sarebbe stata pronta. Lo scontro diretto, finito sul 2-2 al Franchi il 7 aprile, ha visto la Fiorentina pareggiare proprio con due calci di rigore assegnati in proprio favore nel secondo tempo. Come sempre, quando ci sono le polemiche, ci sono anche due punti di vista.
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Fonte: Repubblica