Tre giorni dopo la vittoria nel derby (e terminati i due di riposo concessi da Marco Giampaolo) la Sampdoria è tornata a lavorare in vista del prossimo importante impegno in calendario. Domenica a Marassi arriva la Juventus e la formazione blucerchiata non vuole perdere l’occasione per prolungare la sua striscia positiva che dura ormai da sette partite. Quagliarella e compagni si sono così ritrovati quest’oggi a Bogliasco e sui campi del Mugnaini sono stati guidati dall’allenatore e dallo staff tecnico che hanno così diretto la prima seduta di allenamento della settimana. Passata la festa post-derby (si legge sul sito ufficiale della società ligure) la Sampdoria si è dunque rimessa in marcia nel pomeriggio, con un allenamento a due velocità sul campo superiore. Dopo una prima fase di lavoro atletico e tecnico a ranghi completi, Marco Giampaolo e staff hanno suddiviso i blucerchiati in due gruppi, sottoposti a partitelle a tema con intensità e spazi differenti. Fabio Quagliarella ed Emiliano Viviano hanno svolto una seduta di scarico specifico. Domani, mercoledì, la squadra tornerà all’opera in mattinata.
Chi del derby è stato assoluto protagonista è Luis Muriel, sia in campo – con la rete che ha deciso il match – sia nel post gara, viste le voci sul suo futuro che si fanno sempre più insistenti. Di questo ma non solo ha parlato proprio l’attaccante colombiano in un’intervista concessa al sito ufficiale della Samp: “Da bambino aiutavo la mia famiglia vendendo i biglietti della lotteria per le strade della mia città – racconta Muriel – il Doria ha creduto in me quando mi stavo perdendo, mi ha permesso di crescere e di lavorare e adesso qui mi sento come a casa. Prendo la carica dalla musica, è sinonimo di allegria per me e mi accompagna sempre. Mi piace molto anche la pesca, quando viene a trovarmi mio padre andiamo spesso a pescare, mi piacciono le macchine, la Ferrari, i cavalli, la tecnologia. Ho solo parole di ringraziamento per la società e per i tifosi perché mi hanno cambiato la vita. Sono sicuro che ci toglieremo delle soddisfazioni se continueremo a giocare così e se avremo sempre la stessa spinta dai nostri tifosi. Il Doria ha creduto in me quando mi stavo perdendo e adesso qui mi sento come a casa”.
E ancora: “La Colombia rappresenta tanto per me mentre l’Italia è la mia seconda nazione, le devo tutto, mi ha permesso di giocare a calcio ad alti livelli e di farmi conoscere a livello mondiale. Ho vissuto in una città molto bella come Lecce; lì mi sentivo come a casa, a Udine il cambio è stato duro per il freddo, poi la gente è più chiusa rispetto ai salentini, ma è una città molto tranquilla che ti permette di fare il calciatore a 360 gradi. Qui a Genova ho ritrovato il mare, il calore della gente. Già da piccolo facevo tanti sport, giocavo a calcio, ma poi andavo con i miei amici a giocare a basket o a baseball, anche se mio padre non voleva. Però lui lavorava tutto il giorno, usciva di mattina presto e tornava tardi la sera e io potevo giocare di nascosto”.
Fonte: SkySport