Da giocatore ce lo ricordiamo tutti: lanci precisi, mai una polemica. Uno corretto. Perché in quel ruolo lì, da regista davanti la difesa, devi essere ordinato. Dirigere. Lui, mancino, ci riusciva benissimo: Viterbese, Perugia, Lazio, Fiorentina, Palermo. “Metronomo”. Oppure: “Ragionatore”. Con quel sinistro lì a fare faville, roba da uno che non ha mai tirato indietro la gamba e si è guadagnato tutto col lavoro. La grinta. Il coraggio. Facile? Chiedetelo a lui, Fabio Liverani. Madre somala scappata dalla guerra civile, padre italiano scomparso quando Fabio aveva appena 15 anni: “Sono cresciuto in fretta”. Prima in campo, ora in panchina: perché dopo Carbone e Gautieri è la nuova scomessa della Ternana per poter salvare il salvabile: “Obiettivo salvezza, sono abituato ai lavoracci”. Non tira indietro la gamba, l’avevamo detto.
Dalla Lazio al derby col Genoa – Insomma, quando vede il fango “ci si butta”. Gli anni migliori nella Lazio, tra un’assist a Di Canio nel derby del 3-1 e una Coppa Italia vinta da protagonista: “Serata speciale”. Lui poi, in biancoceleste. E pensare che nel 2001, l’anno dello scudetto della Roma, andò in piazza a festeggiare insieme ai romanisti. Ragazzate dai, l’importante è restare professionali. E “Fabietto” lo è sempre stato. Sempre lo sarà. Poi Firenze e Palermo, via dalla Lazio “non per colpa di Lotito”. Parole sue: “Questa è una diceria. Probabilmente io e Lotito ci siamo incontrati nel periodo sbagliato. Quando lui arrivò trovò una situazione disastrosa a livello manageriale, quindi cominciò una vera rivoluzione”. Fin qui, la sua avventura da allenatore non è andata tanto bene: prima il Genoa, tra Allievi e ragazzini, poi il salto in Serie A. “Scommessa” del presidente Preziosi, che però lo esonera dopo 7 partite. Vittorie? Soltanto una, nel derby contro la Samp (3-0 facile facile).
“Tutto ruota intorno a me” – Un’esperienza col Leyton Orient e infine la Ternana, sfida personale: “Per me è una sfida quasi impossibile, ma con 39 punti a disposizione qualcosa si può fare. La qualità della rosa non è da ultimo posto. Il campo ha detto questo, ma si può fare bene”. Momento no, è vero, nonostante un buon mercato nella sessione di gennaio: Acquafresca, Ledesma, Momo Sissoko, Monachello, Pettinari, Andrea Rossi e altri. “Non ho la bacchetta magica, non possiamo fare miracoli” diceva Gautieri. A Liverani il compito di risalire la famosa china e centrare l’impresa: “Tutto ruota intorno a me”. Come da giocatore, in quel centrocampo lì dove incantava col mancino.
Fonte: SkySport