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Milan, closing avvolto da dubbi e misteri

Dall’entusiasmo allo scetticismo in poche ore. Il Milan si guarda intorno in attesa di capire cosa ne sarà della proprietà attuale, di quella futura e del closing che avrebbe dovuto certificare il definitivo cambiamento ai vertici della società. Serve altro tempo, nemmeno la data della 3 marzo sarà quella buona per concludere definitivamente il passaggio del club rossonero dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle della nuova proprietà cinese. Nella giornata di oggi è arrivata a Fininvest la richiesta formale di prorogare ancora la data del closing da parte dei cinesi: sono partite le valutazioni del caso, necessarie per capire se i parametri economici e contrattuali del caso sono idonei. Se così sarà, Fininvest è disposta a concedere un ulteriore slittamento di altri 30 giorni: la deadline sarebbe dunque fissata per il prossimo 31 marzo – anche se non va esclusa nemmeno la data del 7 aprile. La nuova proroga porta però con sé altri 100 milioni di euro di caparra da versare ancora nelle casse dell’attuale Milan entro il prossimo 10 marzo. Nelle prossime ore si attende dunque il comunicato che ufficializzi questa nuova situazione che si è andata creare.

Molti continuano a chiedersi quale sia la reale situazione ‘nascosta’ dietro quest’altro rinvio che ancora una volta non permette di chiudere una trattativa in piedi da mesi; sui social i tifosi non capiscono con chiarezza perché il passaggio di proprietà sia ancora circondato da numerosi punti poco chiari, che continuano a rimandare la scrittura dell’ultima pagina di una storia che con il passare dei mesi si arricchisce di elementi misteriosi. Dubbi da risolvere, domande che si rincorrono a cui però non sono ancora state date delle risposte.

Perché la lista dei nomi dei componenti del nuovo Milan non è mai stata consegnata? Ad oggi non è ancora stata resa nota da parte di SES la lista definitiva con nomi e percentuali di partecipazione di coloro che faranno parte del fondo cinese. Nessuna certezza nemmeno per quello che riguarda gli altri dirigenti della parte italiana del nuovo consiglio. L’assemblea dei soci che era stata inizialmente fissata per il 1° marzo nelle scorse ore avrebbe dovuto fare maggiore chiarezza e varare il nuovo cda: ma alla fine è arriva un’altra proroga.

Nella giornata di venerdì 3 marzo l’assemblea dei soci avrebbe dovuto ratificare l’accordo; per questo motivo i sei finanziatori avrebbero dovuto raggiungere l’Italia per prendere parte alla riunione in programma. Due di loro, però, hanno abbandonato improvvisamente la trattativa. Perché questa decisione a 48 ore dal check-in per Milano?

Nelle prossime ore, quando Fininvest comunicherà ufficialmente il nuovo spostamento del closing al prossimo 31 marzo, sarà allo stesso tempo ufficiale anche la necessità di versare altri 100 milioni di euro di caparra. Consegnare all’attuale proprietà 300 milioni di euro su 520 significa avere virtualmente in mano oltre la metà del pacchetto societario totale; ma solo virtualmente. Quindi perché non tramutare da subito in azioni ed entrare nel Milan per iniziare a costruire il futuro?

Perché ogni volta la cessione non si chiude? Lo scorso dicembre si era arrivati al versamento della seconda caparra per mancanza di alcune autorizzazioni, che avevano così prodotto un primo slittamento della chiusura dell’operazione. Ora, con l’avvicinarsi della nuova deadline fissata un paio di mesi fa, il problema che porta a un nuovo rinvio riguarda gli investitori che sarebbero venuti meno e (di certo) non si conoscono ancora con precisione.

Solidità economica garantita? Entro il 10 marzo il fondo cinese che dovrebbe acquistare il Milan avrà già versato 300 milioni senza essere ancora riuscito a entrare in possesso della società. A fine marzo sarà già passato parecchio tempo da quando sono stati versati i primi 15 milioni di euro – in due rate da 4+11, lo scorso 5 agosto. E’ dunque lecito chiedersi anche quali siano realmente le possibilità economiche di un fondo che non riesce a reperire 520 milioni di nove mesi. Allo stato attuale delle cose, il Milan ha un costo di gestione di 10 milioni di euro al mese.

Riuscirà la nuova proprietà a mantenere il Milan? Per comprare la società rossonera servono 320 milioni più altri 100 per la gestione delle 2016/2017 (70 dei quali andranno a rimborsare Fininvest). A questi vanno aggiunti altri 220 milioni di euro di debiti da sanare e altri 250 da investire sul mercato. Ammesso che i cinesi riescano a comprare il Milan, molti si chiedono se i nuovi proprietari riusciranno poi anche a mantenerlo, a farlo crescere e a farlo tornare tra le prime squadre italiane ed europee.

E Yonghong Li? Il mistero si infittisce intorno al personaggio che dovrebbe diventare il presidente del nuovo Milan. Nessuno lo ha mai visto, le uniche tracce che ci sono di lui sono quelle di un’intervista rilasciata all’Ansa nei mesi scorsi, concessa via mail. Il profilo del broker cinese rimane al vertice della nuova ipotetica società che potrebbe comporsi nei mesi prossimi, ma al momento nessuno sa veramente chi sia.

Tanti dubbi e per il momento poche risposte, tra i tifosi cresce lo scetticismo in attesa che un nuovo comunicato ufficializzi un altro slittamento del closing. Si dovrà aspettare ancora, le prossime tappe sono state delineate anche se, al momento, non si riesce a comprendere con certezza l’esito di una storia il cui finale sembra ancora lontano.

Fonte: SkySport

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