FIRENZE – I fischi assordanti che accompagnano l’uscita della squadra dal campo. Testa bassa e dramma scolpito negli occhi e nei movimenti dei calciatori, mentre la curva Fiesole vede sfilare i giocatori sotto al tunnel che porta negli spogliatoi. Fuori dallo stadio la contestazione da parte di circa 300 tifosi all’indirizzo della famiglia Della Valle, proprietaria del club. Ma cori anche per il presidente esecutivo Mario Cognigni e il tecnico Paulo Sousa. La Fiorentina esce dall’Europa e lo fa nel peggior modo possibile: illudendo i tifosi con la vittoria in casa del Borussia Mönchengladbach prima, con il doppio vantaggio firmato Kalinic e Borja Valero poi. E infine subendo una rimonta che si avvia a fine primo tempo e termina dopo quattordici minuti della ripresa per il definitivo 2-4. Uno shock, per dirla con le parole di Andrea Della Valle. Sul banco degli imputati ci sono tutti: proprietà, dirigenza, giocatori, allenatore.
Già, proprio Sousa. Tra i più contestati, e adesso messo fortemente in discussione dopo un tracollo che ha messo in evidenza tutti i limiti della sua squadra. Non solo tecnici e tattici ma anche caratteriali. La Fiorentina, sul virtuale 3-0 a suo favore, non solo non ha saputo gestire la gara. Ma si è concessa totalmente agli avversari in un secondo tempo da incubo. “Chiedo scusa ai tifosi e alla città – ha dichiarato Sousa – il responsabile di tutto questo sono io e devo prendermi le maggiori responsabilità”.
IL FUTURO DI SOUSA A RISCHIO – Adesso però c’è chi chiede l’esonero del tecnico. Che dopo un avvio strepitoso della passata stagione, complici le scelte della società e le sessioni di mercato più attente al bilancio che alle ambizioni, non ha saputo dare una svolta ai propri giocatori. Da gennaio 2016, appunto con la chiusura del calciomercato invernale (quello deludente, leggi Benalouane), il portoghese non sorride più. Ha cambiato il modo di comunicare con l’ambiente, con la stampa, con la città. Della serie: io sono qui, più di tanto non posso fare. Ricordate? “Faccio le omelette con le uova che ho”. Dopo la pesante sconfitta europea, Della Valle ha glissato: “Non ne voglio parlare a caldo”, il che potrebbe far pensare a una riflessione più ragionata insieme alla dirigenza in queste ore. Fiducia fino al termine della stagione? Aspettare la sfida interna col Torino (lunedì 27 febbraio al Franchi) per una reazione? Oppure salutare il portoghese e iniziare a pianificare fin da adesso la prossima stagione? Perché in fondo la Fiorentina, al 23 febbraio, ha chiuso i bandoni del 2016/2017. Fuori dalla coppa Italia, eliminata dall’Europa League e quel sesto posto in classifica che pare un miraggio. SOUSA: “MOMENTO DIFFICILE E TRISTE” – Sousa si è confrontato a lungo, al termine della sfida col Borussia, insieme ai giocatori all’interno dello spogliatoio. Ma il suo futuro resta in bilico. “E’ stata una giornata complicata – ammette in sala stampa – da quando alleno sicuramente una delle più difficili e tristi. Noi allenatori dobbiamo pensare al campo e rispettare le scelte che verranno prese”. Nessuno scenario escluso. E le parole del direttore generale dell’area tecnica, Pantaleo Corvino, non sono definitive: “Esonero? Non credo che sia nella mente nostra una considerazione del genere al momento”. E infine: “Fai fatica a pensare ad altre cose se non quello che è successo col Borussia, quando ci trovavamo tutti ad un passo dalla qualificazione con tre gol di vantaggio”. Il grande shock della Fiorentina. A un passo dagli ottavi, due passi fuori da tutto. Fiorentina
- Protagonisti:
- paulo sousa
Fonte: Repubblica