Italians da record: i migliori debutti in Premier
Dai 12′ di Gabbiadini alla tripletta di Ravanelli all’esordio, senza dimenticare la favola di Macheda. Primo gol dopo 15′ di Inghilterra per Balotelli, ne impiegò 18 Rolando Bianchi. Storie di attaccanti che hanno dimostrato che l’Italia non è solo pizza e… “Maccaroni”
Un inizio così, Manolo Gabbiadini, non l’avrebbe sognato nemmeno nei momenti più bui, quando sulla panchina del Napoli si chiedeva cosa avesse fatto di male a Sarri per costringerlo a inventarsi la soluzione di Mertens basso nueve pur di non utilizzarlo, lui che nei piani estivi doveva essere l’originale vice-Milik. Numeri e risultati hanno dato ragione al “Maestro” e così, fatte le valigie e ringraziato quasi tutti, a Gabbiadini non è rimasto che ripartire dalla Premier.
E chissà cosa devono aver pensato i tifosi del Southampton, vedendo il loro nuovo acquisto esordire con gol dopo appena 12’ contro il West Ham e ripetersi, alla partita seguente, con la doppietta sblocca-match nel 4-0 al Sunderland. Una cosa tipo: “Ma siete sicuri che questo facesse panchina in Italia?”. Gabbiadini Saints subito, un amore a prima vista. Di quelli che però, in Premier, abbiamo già sperimentato: l’attaccante italiano che arriva e conquista immediatamente l’Inghilterra non è una novità.
Ci impiegò qualche minuto in più, ma fu ancora più fragoroso nel manifestarsi, Fabrizio Ravanelli, giunto in Premier nell’estate 1996. Acquistato dal Middlesbrough, Silver Fox alla prima giornata di campionato (il 17 agosto 1996) fa addirittura tripletta, riacciuffando per tre volte il Liverpool: rigore al 26’, rete del 2-2 al 36’ e definitivo 3-3 a pochi minuti dalla fine. Pallone a casa alla prima, ci pensate?
Altrettanto storico il debutto con gol di Federico Macheda con la maglia del Manchester United. Aveva appena 17 anni quando Sir Alex Ferguson lo lanciò nella gara con l’Aston Villa, 3’ dopo aver subìto il gol del 2-2. Il ragazzino si dà da fare per circa mezz’ora, prima di estrarre dal cilindro la giocata che lo rende re d’Inghilterra per una settimana e anche più, dato che alla seconda apparizione replica, deviando in rete un tiro di Carrick dopo neanche un minuto che sgambettava in campo. Pare l’avvio di una carriera inglese sfolgorante, sarà solo una bella favola primaverile rimasta nella memoria degli appassionati.
Colpo di fulmine anche per Rolando Bianchi e Mario Balotelli, entrambi con il Manchester City (ma in epoche diverse) ed entrambi a segno alla prima presenza ufficiale. L’11 agosto 2007, reduce dai 18 gol in A salva-Reggina, Bianchi si presenta agli inglesi con una rete dopo 18’, sei in più di Gabbiadini. Il City batterà 2-0 il West Ham. Serve un quarto d’ora (3’ in più di Gabbiadini), invece, a SuperMario per farsi conoscere al debutto che avviene in Europa League contro il Timisoara, nell’estate 2010: gol e, due minuti dopo, ammonizione, giusto per tracciare subito un ritratto completo del personaggio.
E poi ci sono quelli che magari hanno impiegato una partita in più per far innamorare gli inglesi, come “Big Mac” Maccarone che all’esordio con il Middlesbrough nell’estate 2002 fa 0-0 con il Southampton (sostituito da Boksic nel finale), ma una settimana dopo è il protagonista del 2-2 contro il Fulham: con un gol per tempo porta avanti il Boro 2-0, all’84° si gode la sua prima standing ovation inglese e al 90° più recupero vede i suoi nuovi compagni rovinare il suo lavoro facendosi raggiungere nel giro di pochi secondi. Forse gli sarà tornato il sorriso solo risentendo quel “Maccaroni… bellissimo!”, nella telecronaca inglese del suo primo gol.
Sempre dalle parti di Southampton, prima di Gabbiadini, riscoprirono un altro bomber bocciato in Italia: è la storia di Pellè, sconfitto come l’ex-Napoli all’esordio (ma senza gol) nel 2-1 con il Liverpool, rimasto altri 90’ a secco contro il West Brom e autore della prima rete in Coppa di Lega, al 93° con il Millwall. A quel punto il ragazzo si è sbloccato e nelle successive 4 giornate di Premier mette a segno 4 gol, diventando l’idolo della tifoseria (complice anche una rovesciata da urlo contro il QPR) e vedendosi aprire le porte della Nazionale a 29 anni.
Certo, il gol all’esordio o dintorni non sempre ha portato fortuna, così come esistono anche storie più tristi di italians che non riusciranno mai a farsi amare: Padovano, Silenzi e Grabbi sono sempre presenti nelle classifiche dei “bidoni” stilate in Inghilterra, mentre Casiraghi, giunto al Chelsea nell’estate 1998, segnò una sola rete prima di chiudere di fatto la carriera a novembre dello stesso anno, dopo il terribile scontro con Hislop. Meglio guardare ad esempi come Zola, Vialli o Di Canio, allora, se di mestiere si fa l’attaccante e si sceglie l’avventura inglese: nessuno di loro debuttò con gol, ma ancora oggi l’Inghilterra ce li invidia più della pizza.
Fonte: Sky