Rossi&co: il Villarreal habla italiano
Eguren, Cicinho e tanti altri: una serie di intrecci tra l’Italia e Vila-real. Le ceramiche, lo stadio, il calciomercato. Viaggio in una città dove Sansone è già un idolo della piazza (il suo gol da 50 metri con la Real Sociedad è in tutti i bar). “Sansòn!”. E Giuseppe Rossi è sempre una leggenda…
Basta dire che sei italiano ed è come se fossi a casa tua: “Ah, Italia! Giuseppe Rossi”. Così, schietti e diretti. A Vila-real non ti chiedono neanche come stai, vanno subito al… fùtbol!. “Bonera, Soriano, Sansone”. Anche se da queste parti lo chiamano Sansòn, già idolo. Merito di un gol da 50 metri contro la Real Sociedad, da impazzire. In città è ovunque, nei bar e nello store ufficiale, un video mandato avanti quasi all’infinito. “Da cineteca”. Trittico italiano, oppure un poker? “Tipo quello della Roma?”. Anche, ma non solo (hat trick di Dzeko). Torniamo al “Bel Paese” però, perché la “colonia italiana” di Vila-real è bella vasta: c’è anche Davide Castelli, attaccante classe ’99 scippato all’Atalanta. Operazione niente male, clausola di 20 milioni e subito una rete col Villarreal C in amichevole. Lo conoscono in pochi, è arrivato da un mese e deve ancora ambientarsi, ma si è presentato bene. Un classico: “Il ragazzo si farà”.
Rossi, la Puerta 0 e Vila-real – Il legame con l’Italia è noto. Storia. Soprattutto nel mercato: tra i 10 trasferimenti più costosi del club, quattro arrivano dalla Serie A (Sansone, Soriano, Jose Mari e Zapata). E nelle 10 “ventas” più costose c’è proprio Giuseppe Rossi, il miglior marcatore del “Submarino” con 88 reti. Precursore d’Italia (vincente) a Vila-real. Che si respira, si sente. Si vive. Gli anziani giocano a scopa. Parlano del “Pepito” e ricordano i bei tempi: “Era tranquillo, sorridente, disponibile”. Specchio della città. Spesso si fermava a parlare coi tifosi, fuori la “Puerta 0”. Discuteva, spiegava. Si faceva voler bene, qui gliene hanno voluto tanto. Anche quando si infortunò al ginocchio. Fotogrammi di un posto tranquillo a pochi chilometri dal mare, tra Barcellona e Valencia, nella comunità valenziana. Quasi “addormentato”. Che però, coi suoi ragazzi, si sveglia alla grande e grazie a un po’ d’Italia. Almeno per 90 minuti.
Adiòs Madrigal. E quanti intrecci… – La città ha appena 50mila abitanti ma i ristoranti italiani sono diversi, tra cui “Caprici”. Sì, è scritto con una sola “c”. Una buona pizzeria, a differenza del…caffè. Tasto dolente. Ok, i nostri standard non hanno paragoni, ma quelli di Vila-real, beh. Meglio non parlarne, vero Sansone? “Qui si mangia tanta paella, ma le cose che mi mancano di più sono la pasta e il caffè”. Appunto. I calciatori vivono fuori città, Vila-real è piccola e non ha molto da offrire. L’abbiamo accennato. Il Villarreal, invece, è una delle squadre più interessanti della Spagna. Possibile? Possibile. Perché la squadra corre più veloce della città ed ha un impianto tutto suo, l’Estadio de la Ceramica. No, non più Madrigal. I nostalgici di Riquelme e Forlan (ps: a proposito d’Italia) si dovranno abituare: “colpa” di Fernando Roig. “E un presidente-padre, ricorda Moratti” disse Tacchinardi. Imprenditore da 30 anni, Roig controlla le principali aziende di ceramiche del paese e ne ha ricoperto lo facciata principale dell’impianto, rivestita di mattonelle “amarillas”. Un’innovazione tutta sua. “Il segreto è l’ambiente” poi. E l’avere una sfila di top player da crescere. Alcuni di essi, poi, sbarcati anche in Seria A o viceversa, tra l’inedita rotta Villarreal-Italia: Pato, Iago Falque (Villarral B), Jokic, Cicinho, Tomasson, Coloccini, Farinos, Reina, Gonzalo Rodriguez, Mati Fernandez, Borja.
Casi-mercato, Nilmar e non solo – Vi ricordate di Sebastian Eguren? Centrocampista di sostanza, nel 2009 fu vicinissimo ai biancocelesti. Era fatta, aveva anche la foto di rito, ma il trasferimento a Roma saltò alle visite mediche per di una malformazione cardiaca. Aveva scelto pure il numero di maglia. Nilmar invece? Bella storia lui, eterna promessa. Tra il 2009 e il 2011 i suoi anni top col “Submarino”. Doveva andare alla Lazio, ma il transfer internazionale non arrivò in tempo e non se ne fece nulla. Oggi ha scelto l’Arabia e gioca per l’Al Nassr. Intrecci vari. Anche di campo, perché a Vila-real hanno vinto solo il Napoli e la Roma (dopo aver perso altri confronti, tra cui quello del 2004). Solo sconfitte per Lazio, Inter e Fiorentina (in’amichevole). Coi nerazzurri che maledicono ancora Arruabarrena, il cui colpo di testa costò a Mancini le semifinali della Champions (era 2006). El Puig, Sagunto. Almassora. Un’ora di treno da Valencia tra alberi di arance e paesini sperduti, il tutto scritto in “valenziano”. Un’Odissea. Arrivare a Vila-real non è facile, ma se hai legami con l’Italia puoi stare tranquillo.
Fonte: Sky