De Laurentiis critica Sarri: quando la supponenza ‘prevarica’ il rispetto dei ruoli
Le dichiarazioni del dopo gara del presidente De Laurentiis hanno fatto passare in secondo piano la sconfitta contro il Real Madrid. Le affermazioni nei confronti di Sarri sono sembrate eccessive e irriverenti. Si è perso contro il club campione del mondo. Forse qualcuno l’ha dimenticato.
Lo stesso Sarri, in maniera onesta e molto obiettiva, nel dopo gara ha detto chiaramente che troppi errori a campioni del genere non si possono concedere. Su questo siamo tutti d’accordo. L’Aurelio Furioso’, però, è andato oltre. Certe affermazioni il presidente poteva risparmiarsele. Soprattutto dopo aver detto al tecnico che gli avrebbe parlato da vicino.
L’esigenza di presentarsi davanti alle telecamere e muovere certe ‘accuse’ non la condividiamo affatto. Ci è sembrato un gesto di eccessivo protagonismo. Forse, pur di difendere alcuni investimenti, il patron ha creduto che senza la rinuncia a Pavoletti sarebbe cambiato qualcosa? E’ possibile che tra i due ci sia dell’altro? Questo non lo sappiamo. Le scelte, comunque, le fa il tecnico. Lo stesso Sarri l’ha detto in conferenza stampa: “Il tecnico sono io” – ha risposto l’allenatore: “Darò al presidente tutte le risposte che vuole quando ci vedremo”. Questa, in sintesi, la replica del tecnico nativo di Bagnoli.
De Laurentiis ama stupire. Dobbiamo ammettere che anche stavolta ci è riuscito. Solo che non possiamo essere d’accordo. La sua, Presidente, è stata un’uscita incomprensibile e fuori luogo. La comunicazione, spesso, è un fiore all’occhiello che non tutti possono permettersi.
Cosa c’è che non va? Tra i due riaffiorano vecchie ruggini? Non è dato saperlo. Noi cerchiamo semplicemente di capire. Vogliamo ricordare a De Laurentiis che negli ultimi 3 mesi questa squadra ha perso solo due partite con Juventus e Real Madrid.
Siamo convinti che ci saranno ulteriori sviluppi. La vicenda, secondo noi, è destinata ad avere un prosieguo. De Laurentiis spiegherà a Sarri il motivo delle sue affermazioni. I due s’incontreranno. Forse. Magari, come già accaduto, si farà buon viso a cattivo gioco. Si deciderà di fumare ancora una volta il calumet della pace. Almeno fino a giugno.
Il punto è che qualcosa tra i due scricchiola. E’ evidente. Entrambi non sono più sulla stessa lunghezza d’onda, forse non lo sono mai stati. Ma non per colpa del tecnico. Sia chiara una cosa: a tutti sta a cuore il bene del Napoli. Qui non c’è alcun partito preso. Cerchiamo solo di fare un’analisi di ciò che è accaduto. Tentiamo di dare ai nostri lettori una chiave di lettura più o meno logica.
Queste discussioni succedono quando non c’è il rispetto dei ruoli. Ci duole dirlo. Quando un presidente decide di entrare in argomenti che non sono di sua competenza, ecco che i rischi di rompere il giocattolo sono seri. A meno che, lo stesso Aurelio, dopo oltre un decennio di presidenza partenopea, non abbia acquisito competenze tali da poter discutere anche di altre questioni.
Ai posteri l’ardua sentenza.