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AMARCORD – Real Madrid-Napoli: “Ce li mangiamo?”

È arrivato il momento che tutti i tifosi attendono dal 12 dicembre, da quando il sorteggio della Champion’s League al Napoli ha opposto il Real Madrid. Da quello stesso giorno una febbre si è impossessata della città ed è subito scattata la frenetica caccia al biglietto per la sfida del San Paolo. Chi ha potuto ha senz’altro fatto un salto indietro di trent’anni quando il Napoli scese al Santiago Bernabeu per i sedicesimi di finale della Coppa Campioni 1987-88, primo ed unico precedente tra le due compagini nonché esordio assoluto nella manifestazione per il club azzurro che vinse quell’anno il suo primo scudetto. Allor a la Coppa Campioni era esclusivo appannaggio dei club vincitori dei rispettivi campionati.
All’esito del sorteggio Capitan Maradona fu spavaldo: “Il Real Madrid? Benissimo, ce li mangeremo!” Il Real faceva paura pur non essendo ancora il tempo dei Galacticos. C’erano le punte Emilio Butragueño detto El Buitre – l’Avvoltoio, il funambolico messicano Hugo Sanchez, la vecchia volpe Santillana, Carlo Alonso Gonzales, attaccante formidabile nel gioco aereo, a centrocampo Michel, Martin Vasquez e Gallego, i difensori Manuel Sanchìs e José Antonio Camacho. La loro guida l’olandese Leo Beenhakker. Naturalmente c’era sempre il Santiago Bernabeu, dove Zoff aveva alzato la Coppa del Mondo, ma che in quell’occasione restò a porte chiuse per squalifica. Un Napoli forte ma inesperto perse 2-0; Niente di che sino al 18° quando Sanchìs in fuga sulla fascia destra fu sgambettato in area da Renica, dal dischetto Santillana spiazzò Garella. Il Real ebbe le sue opportunità, Garella si oppose da par suo, in modo a volte goffo ma efficace, ma la più clamorosa occasione la mancò Giordano che smarcò Buyo per poi calciare altissimo dinanzi alla porta vuota. La traversa si oppose ad un colpo di testa di Renica poi al 60° la sfortunata autorete di De Napoli su un tiro innocuo di Tendillo per il 2-0 finale. L’indomani La Gazzetta dello Sport titolò “Napoli, son dolori”, a tutti l’impresa parve subito disperata ma non al San Paolo che quindici giorni dopo era gremito per un record d’incasso di quasi cinque miliardi, insuperato per molti anni.
Una descrizione di quell’atmosfera l’abbiamo chiesta a Ciro De Marco edicolante di Via Aniello Falcone presente in Curva A. Ciro dalle sue parti è un’istituzione, esiste solo il Napoli dato che non tratta gadget di altre squadre e, anni fa, ha rispedito indietro diverse copie del libro Io, Ibra di Zlatan Ibrahimovic.  “Lo stadio era già gremito a due ore dall’inizio della partita. Non c’erano seggiolini, ed ogni gradinata era occupata da tre file di persone, non potevi neanche girarti indietro. Al gol di Francini il boato fu indescrivibile, sentii mancarmi lo stadio sotto i piedi, per un attimo ho creduto fosse crollato. Una sensazione simile non la provai neanche al gol-scudetto di Carnevale contro la Fiorentina”. Francini segnò nei primissimi minuti ma l’illusione durò poco più di mezz’ora sino al pareggio di Butragueño; in quella mezz’ora forse si è visto il miglior Napoli di sempre. Francini protagonista, diede a Careca la palla del 2-0 ma il brasiliano la tirò addosso a Buyo da due passi, e da un suo errato disimpegno Michel prese la sfera, quindi Sanchez, El Buitre e gol, 1-1 e Napoli eliminato. Nei minuti finali Carnevale si fece espellere per un fallo di frustrazione sul portiere madrileno.
Sono passati trent’anni: il Napoli ha cambiato due volte gestione, è stato in Serie B, in Serie C, è tornato in A ed ha acquisito una dimensione internazionale; ha affrontato avversari del calibro di Bayern Monaco, Chelsea, Manchester City, Arsenal, Benfica, solo per restare alla Champion’s League. Il Real sarebbe potuto arrivare qualche anno fa, qualcuno ora ha detto “Chissà quando lo rivedremo” come se per affrontare certe squadre fosse d’obbligo vincere lo scudetto, oggi non lo è più.

Antonio Gagliardi

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