Milan-Sampdoria 0-1, un rigore di Muriel apre la crisi rossonera
MILANO – I risultati del Milan nel 2017 stanno diventando un caso, proprio perché tante sconfitte non possono più essere un caso. Questa in casa, contro una Sampdoria equilibrata e confortata dalle felici mosse di Giampaolo, è già la terza di seguito in campionato e aggrava la sensazione di sconforto per l’Europa che si allontana e per l’abulia di Bacca, fischiato dai tifosi. La totale emergenza per gli infortuni è un alibi parziale, insieme al palo di Deulofeu sullo 0-0. Ha obbligato Montella a ridisegnare la difesa, rispolverando al centro il distratto Zapata, passato direttamente dall’oblio alla fascia di capitano, e sfoggiando un’inedita coppia di terzini, Kucka a destra e Romagnoli a sinistra, a testimonianza della scarsissima fiducia in Vangioni. Anche a centrocampo la rivoluzione era obbligata, col trio Sosa-Bertolacci-Pasalic. E nel tridente d’attacco, accanto a Suso e Bacca, è spuntato dall’inizio Deulofeu, piuttosto vivace. Ma nemmeno Giampaolo, che pure recuperava in porta Viviano assente dal 16 ottobre, è rimasto al riparo dai contrattempi: nel riscaldamento un guaio muscolare ha bloccato Barreto, rimpiazzato da Linetty.
I RIFLESSI DI DONNARUMMA – Certo, il rimescolamento della formazione ha penalizzato di più il Milan, che ha esibito il solito sistema di gioco, ma con sincronismi fatalmente più macchinosi. Ha comunque funzionato l’aggiramento sulle fasce, garantito dal costante movimento di Deulofeu a sinistra e dalle consuete conversioni sinistrorse di Suso a destra. L’altra soluzione, di stampo rugbistico, era una sorta di azione alla mano, per liberare il tiratore dal limite, in genere Bertolacci. La Sampdoria ha avuto il merito di mantenere un assetto ordinato, senza rischiare troppo, cercando il contropiede fondato sugli scatti di Muriel. I tentativi milanisti di filtrare frontalmente si sono trasformati in mischie, con rinvii sampdoriani nel groviglio, mentre Bertolacci ha impegnato per due volte Viviano in altrettanti balzi. E’ stata però più difficile la parata di Donnarumma, con la mano di richiamo, sul diagonale di Linetty, smarcato in area da Muriel in contropiede. Pareva un episodio isolato, invece era un segnale d’allarme, nascosto da un paio di funambolismi di Suso, prima dell’intervallo, e dalle rispettive proteste con l’arbitro Guida: di Bacca, fermato mentre fuggiva verso Viviano, e di Muriel, per un intervento di Paletta.
LA MOSSA DJURICIC – L’episodio decisivo è arrivato a inizio ripresa, quando Deulofeu ha colpito il palo. Il suo sinistro piazzato, conseguente all’imperfetta respinta di pugno di Viviano su un cross a rientrare di Suso, ha un po’ illuso il Milan, che ha preso a riversarsi in avanti, sentendo vicino il vantaggio. In effetti il centrocampo di Giampaolo si stava facendo via via più friabile e l’allenatore, rendendosi conto della necessità di bilanciare l’assetto, ha tolto il trequartista Bruno Fernandes, inserendo l’esterno Djuricic. La mossa si è rivelata particolarmente azzeccata, perché il neoentrato ha allargato la manovra, ha evitato l’inferiorità numerica in mezzo al campo e soprattutto, con i suoi strappi palla al piede nel 4-3-3 simile a un 4-5-1, ha spaventato più volte i difensori avversari. Messo sotto pressione, Zapata ha commesso l’errore fatale in appoggio, innescando appunto Djuricic, che ha allungato palla in verticale su Quagliarella, la cui veronica in area, fallosamente interrotta da Paletta, ha premiato la scelta iniziale di Giampaolo di schierare il centravanti veterano. Il rigore di Muriel ha scritto il risultato.
LAPADULA TAUMAURGO MANCATO – Giampaolo ha poi tolto Quagliarella, inserendo Schick, e il relativo 4-1-3-2 ha evidenziato la priorità di proteggere ancora di più Viviano. Poco più tardi la tattica sarebbe stata accentuata dall’uscita di Muriel, con l’ingresso di Alvarez, mentre Montella dopo lo svantaggio si era affidato al classico taumaturgo: in contemporanea con Abate, che ha sostituito Pasalic per l’avanzamento di Kucka in mediana, Lapadula era stato inserito al posto di Bacca. I fischi che hanno accompagnato il colombiano fuori dal campo testimoniano come il feeling tra lui e il pubblico di San Siro si sia ormai esaurito. Stavolta, tuttavia, Lapadula è venuto meno al ruolo istituzionale. Punta del 4-2-3-1 confezionato negli ultimi 14′ dal neoacquisto Ocampos per Bertolacci, il centravanti di scorta ha sprecato un assist filtrante di Suso, scaricandolo debolmente per il tuffo di Viviano, che ha stoppato anche il successivo agguato di Abate. La Sampdoria aveva tuttavia sciupato a sua volta un’occasione gigantesca, sulla percussione di Djuricic con diagonale rasoterra, forse smorzato in corner da Donnarumma. Nel finale Guida si è accorto del fallo di Sosa su Djuricic e lo ha punito fiscalmemte: secondo cartellino giallo ed epilogo inglorioso, in inferiorità numerica, per il pallido Milan del 2017.
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Fonte: Repubblica