Un idolo della piazza, una bandiera. Nonostante i soli due anni passati in bianconero, Zico ha lasciato un pezzo di cuore: 53 presenze, 30 gol. Poi una vita al Flamengo e in Nazionale brasiliana. Ora, però, il ritorno in Friuli nel nuovo stadio in occasione dei 120 anni dell’Udinese. Ad annunciarlo, durante la conferenza pre-partita di Delneri, è stato il direttore generale Franco Collavino. Zico sarà presente in occasione della sfida in casa col Sassuolo, in programma il 19 febbraio: “Approfittando della sua presenza in Europa per commentare alcune partite di Champions League per un’emittente televisiva – ha detto il dg bianconero – Zico sarà a Udine dal 16 al 20 febbraio. Approfitterà per stare con noi, organizzeremo una serie di eventi tra le quali una conferenza stampa per concedere a tutta la stampa di inteargire con il campione brasiliano. Il programma culminerà poi con il saluto del pubblico friulano in occasione della sfida con il Sassuolo del 19 febbraio. E’ una grande soddisfazione rivederlo a Udine, è la ciliegina sulla torta per i festeggiamenti dei 120 anni del club”.
Zico: “Torno a casa mia!” – In collegamento da Rio de Janeiro, durante la conferenza, è intervenuto lo stesso Zico. Telefono, auricolari e via, un tuffo nel passato che si concretizzerà tra qualche giorno: “Sono sempre felice di tornare a Udine, anche se sono rimasto solo due anni per me è una città che mi è rimasta nel cuore. Qui mi sento in famiglia. Non vedo l’ora di vedere questo nuovo stadio. Sono contento di assistere a una gara dell’Udinese e spero di portare fortuna. La squadra è ricca di talenti brasiliani, come Samir che ha giocato nel mio Flamengo. Sono molto contento di questa opportunità che mi ha dato il club”
Delneri: “Il mio Chievo fu una favola” – A tutto Delneri in conferenza, ha parlato così del suo periodo al Chievo dei miracoli: “Sono passati 17 anni. E’ stata una bella storia che racchiude tutto quello che essere realizzato nel calcio, tutto ciò che potrebbe essere pensato nel calcio: gioco, entusiasmo,.. E’ stata una favola, non solo calcistica. La squadra è cresciuta in un borgo di 2,3 mila anime. E’ stata una parte importante della mia vita calcistica. Sento ancora molti ragazzi come Perrotta, per esempio. All’epoca è stata la seconda squadra più amata d’Italia”. Continua: “Era una squadra che ha dimostrato di avere energie importanti. Era come il Leicester dell’epoca. A differenza della squadra inglese, il Chievo ha dimostrato di cambiare atteggiamento contro le grandi squadre, scendendo in campo con personalità. Ha battuto tutte le grandi esclusa la Juventus. C’erano non solo giocatori, ma anche persone importanti, accanto a cultura del lavoro e tanta intensità”. Conclude così, amarcord: “Aver partecipato a quel capolavoro ci rende orgogliosi. Non si è più rivisto quell’atteggiamento”.
“De Paul ha un dribbling micidiale, ma un cross ogni tanto…” – “Sta trovando il ruolo. E questo è un punto fondamentale. Lui ha un ruolo di impegno fisico. Deve lavorare sodo su quel ruolo, ha gamba, ha dribbling, è bravo nelle chiusure. Se pensi a Callejon, devi saper anche difendere. Ci sono sempre difficoltà, ma bisogna cercare di superarle. E lui sta migliorando. Si è applicato molto. Deve solo imparare in certi istanti se cercare il dribbling o il cross. Deve saper decidere la soluzione più utile alle sue caratteristiche. Può crescere tanto”. Sulla gara col Chievo: “L’esperienza sul campo dirà molto. Loro si conoscono molto bene, hanno un allenatore che ha dato un’identità importante. Hanno un lavoro acquisito nel tempo. Anche noi abbiamo giocatori esperti come Karnezis, Felipe, Danilo, Thereau e non solo. A me piace giocare con la gioventù con dei “vecchietti”, che abbiano voglia di trascinare, di dare entusiasmo,…
Fonte: SkySport