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Allegri non cambia: la Juve dei 5 big contro l’Inter

TORINO – Sale la febbre per il derby d’Italia, e non è soltanto un modo di dire. La Juventus rischia infatti di non poter contare su Barzagli, bloccato dall’influenza a 48 ore dal posticipo di domenica sera allo Stadium. L’eventuale forfait del difensore toscano però non disturba più di tanto i piani di Allegri, che proverà a bissare lo scherzetto fatto a Pioli nell’aprile 2015, interrompendo una striscia di otto successi consecutivi dell’allora sua Lazio. I precedenti sorridono tutti al tecnico toscano, mai battuto dal collega emiliano (7 vittorie, 3 pareggi), che ha pure nella Juve la sua bestia (bianco)nera: 3 pareggi e 9 sconfitte consecutive in 12 incroci. E’ tutta una questione di strisce o filotti. Se la storia ripeterà se stessa, la Signora centrerà la 28ª vittoria interna consecutiva (negando ai nerazzurri l’8° successo consecutivo in campionato) e muoverà un altro passo verso la leggenda del sesto scudetto consecutivo.

AVANTI CON IL 4-2-3-1, ALLEGRI COPIA E INCOLLA – La Juve vuole dare continuità alle sue statistiche-monstre e al nuovo assetto tattico. Tornando all’undici bianconero, Allegri è infatti orientato a proseguire sulla strada del 4-2-3-1, modulo che esalta le qualità e lo spirito di sacrificio dei suoi. Davanti a Buffon ci saranno Bonucci e Chiellini, mentre a destra agirà Lichtsteiner, l’ex separato in casa freschissimo di rinnovo fino al 2018 e di reinserimento in lista Uefa, con il recuperato Dani Alves di scorta. Imbarazzo della scelta anche a sinistra, dove Alex Sandro è in vantaggio su Asamoah. Ma c’è abbondanza pure a centrocampo, nonostante il ko di Lemina e il ruolo sempre più marginale di Hernanes, escluso dalla lista Uefa: una sorta di invito a cedere alle avances dei brasiliani del San Paolo.Il recuperato Marchisio tornerà tra i convocati ma sembra destinato a partire dalla panchina. Allegri medita infatti di riproporre, dalla cintola in su, gli stessi interpreti delle ultime tre uscite, Coppa Italia compresa: un evento che, durante la sua gestione bianconera, non si è mai verificato. E allora, davanti alla difesa, dovrebbero agire ancora Khedira e Pjanic, con la conferma dei tre tenori Cuadrado, Dybala e Mandzukic alle spalle di Higuain.

ALEX SANDRO E LA LEGGE DELLO STADIUM: “L’INTER? GIOCHIAMO IN CASA NOSTRA…” – “Battendo l’Inter faremmo un altro passo verso il successo finale, anche se lo scudetto è ancora lontano. Rispettiamo molto i nostri avversari, che hanno grandi giocatori, ma noi scendiamo sempre in campo per vincere, specie in casa, davanti ai nostri tifosi”. Alex Sandro, intervistato da Sky e Mediaset, mette la Juve di fronte ai suoi “doveri”. E commenta la sfida tutta argentina tra Higuain e Icardi: “Gonzalo è un giocatore intelligente, capace di muoversi su tutto il fronte d’attacco: è bravo a inserirsi e conosce bene gli schemi di gioco. Ma l’Inter può contare su Icardi, un giocatore che può colpire in qualsiasi occasione”: specie la Juve, da lui punita 7 volte in 8 incroci. All’orizzonte bianconero ci sono gli ottavi di Champions League contro il Porto, l’ex squadra del cursore brasiliano: “Tornare al Dragão per me sarà emozionante, ma scenderemo comunque in campo per vincere, anche perché stiamo acquisendo mano a mano una mentalità sempre più europea – conclude Alex Sandro -. Non sarà facile, contro il Porto, ma noi siamo sempre più esperti, aumentiamo la qualità di gioco e miglioriamo di volta in volta l’atteggiamento in campo”. 

EVRA SPIEGA L’ADDIO: “NON MI BASTAVA ESSERE MISTER CHAMPIONS” – Oggi a Vinovo si è rivisto l’ex inquilino della fascia sinistra Patrice Evra, i cui saluti al mondo Juve sono rimbalzati anche su Twitter: “Ciao a tutti, voglio ringraziarvi di cuore per essermi stati vicino in questi due anni e mezzo di felicità e amore – così il francese, in un video postato dal club bianconero -. Io sarò juventino per sempre. Forza Juve e non dimenticate mai: I love this game!”. Evra ha quindi raccontato a Sky Sport i motivi del suo addio, rispondendo a certe accuse di “alto tradimento” di quei colori che aveva saputo esaltare e capire come pochi: “La mia non è stata una scelta facile, non mi aspettavo di andare via a gennaio. Sono tornato dagli Europei carico, avevo l’obiettivo di vincere la Champions. Poi però non ho disputato la prima partita e nemmeno la seconda, così alla terza ho detto al detto al mister che avevo voglia di giocare. E lui: ‘Pat, non ti preoccupare, giocherai in Europa’. I compagni mi prendevano in giro, mi chiamavano ‘mister Champions’. Una partita al mese non mi bastava più. Dopo le vacanze di Natale ho capito che non ero più felice. La gente può dire che la mia è stata una scelta egoistica, ma è meglio andare via anziché restare senza poter dare il cento per cento. Ringrazio Agnelli, Nedved, Marotta e Paratici: la Juve è una vera società di gentlemen. Loro mi hanno capito – ha concluso Evra -, erano dispiaciuti, ma mi hanno lasciato andare via”.

Fonte: Repubblica

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