La gara contro il disastrato Palrermo, sulla carta, avrebbe dovuto essere una passeggiata per il Napoli, lanciato alla corsa del secondo posto, favorito dallo stop pomeridiano della Roma. Invece, come spesso accaduto, in un momento decisivo della stagione, la squadra di Sarri ha subito uno stop inatteso. Brutto e sfortunato il pareggio contro i rosanero, che denotano un’atavica difficoltà nell’affrontare difese arroccate nella loro metà campo.
Il vantaggio inatteso del Palermo nei primi minuti, ha costretto i partenopei a giocare praticamente ad una porta sola, contro una squadra esaltata dal potersi asserragliare nella propria area di rigore a difendere il vantaggio insperato. La grande sfortuna per il Napoli è risieduta nel non riuscire a pareggiare immediatamente dopo lo svantaggio, in occasione delle due nitide palle gol costruite con Callejòn e Mertens. Di lì in poi l’organizzazione palermitana, favorita dagli interventi del proprio portiere e dalla mancanza di un vero punto di riferimento offensivo nello scacchiere azzurro, ha reso difficile al Napoli il compito di trovare la via della rete, nonostante i presupposti per far male all’avversario non siano mancati.
Probabilmente, lo schieramento scelto da Sarri è risultato troppo “accorto” in relazione alla piega che ha preso la gara dopo il vantaggio della squadra di Diego Lopez. La mancanza di un elemento di fantasia come Zielinski, a vantaggio di un uomo più di rottura come Allan, si è fatta sentire nella prima sezione di gioco.
Con l’ingresso del polacco, in effetti, la manovra offensiva ha avuto qualche risorsa in più, anche se la rete del pareggio è poi giunta in concomitanza dell’ingresso di Pavoletti, che pur non avendo avuto un grosso impatto individuale col match, ha permesso a Mertens di agire con maggiore libertà e di prendersi lo spazio per trovare il fortunoso gol del pareggio, con la complicità di Posavec.
Nemmeno il passaggio al 4-2-3-1 ha però permesso agli azzurri di ribaltare il risultato, nonostante la pochezza dell’avversario. La sfortuna, come detto, ha avuto un ruolo importante, ma stasera si è avvertita pesantemente la mancanza di un giocatore di personalità capace di indirizzare il corso del match con le sue giocate. A parte qualche iniziativa di Mertens, nessuno nel Napoli ha mostrato di poter indirizzare l’esito del match con una sua giocata. Le azioni partenopee sono apparse tutte molto simili, dettate da un copione standardizzato che non ha saputo adattarsi al cambio di uomini e di modulo. Ad esempio, non è trovato il modo di sfruttare la fisicità di Pavoletti davanti ed, anzi, il gioco è parso spesso ristagnare sulla trequarti, con il pallone tra i piedi di un Hamsik spesso isolato in mediana e con poche idee su come dar sviluppo all’azione, se non con i soliti scambi tra Insigne e Ghoulam con palle lanciate in zona Callejòn, nonostante la poca profondità. Troppo poco per candidarsi al ruolo di anti-Juve. Alla cronaca resta un’occasione malamente sprecata dagli azzurri per dare un nuovo volto alla propria stagione,
OBIETTIVO NAPOLI – Occasione sprecata dagli azzurri
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