Senegal, da Cissé a Mané: altro rigore maledetto
Come 15 anni fa, il Senegal di Aliou Cissé perde ai rigori contro il Camerun: nel 2002 da capitano sbagliò il tiro decisivo, stasera ha perso ancora da allenatore per l’errore di Mané. I Leoni Indomabili trovano un nuovo idolo: il portiere Ondoa, portato a Barcellona nel 2009 da Eto’o
Senegal-Camerun, Coppa d’Africa. Stavolta sono i quarti di finale, l’altra volta – 15 anni fa – era la partita più importante, la finale. Centoventi minuti, sia ieri sia oggi. Nessun gol quel 10 febbraio a Bamako, come stasera a Franceville. Due serate lontanissime, eppure così uguali. Forse la storia era scritta sin dall’inizio, da quando Aliou Cissè, difensore e stella del Senegal, 15 anni fa sbagliò l’ultimo rigore della batteria e consegnò la Coppa d’Africa ai Leoni indomabili, la quarta – e ultima – della loro storia.
Cissè, la maledizione del rigore 15 anni dopo – Aliou Cissè oggi era a Franceville, seduto sulla panchina del Senegal, che allena da 2 anni. Per 120 minuti i suoi ragazzi hanno sbattuto contro il muro del Camerun, sfavorito e sofferente. Ma la strategia dei ragazzi di Hugo Broos – il ct col nome d’alta moda – era quella di arrivare lì, ai rigori. Dove il suo collega Cissè non voleva tornare. Ha rivissuto tutto nella sua testa: lui che si avvicina al dischetto, calcia, sbaglia, gli avversari che esultano. Stasera, 15 anni e 8 rigori perfetti dopo, sperava che stavolta toccasse agli altri sbagliare. Invece la storia si è ripetuta nel modo più spietato, sotto i suoi occhi.
Non è da questi particolari che si giudica un giocatore… – A fallire anche stavolta è stata la stella della squadra, quel Sadio Manè che il Liverpool ha pagato più di 40 milioni di euro dal Southampton e di cui Klopp sente così tanto la mancanza (anche oggi, che il Wolverhampton lo ha eliminato dalla FA Cup ad Anfield). È lui, il più talentuoso, a ereditare la maledizione del suo allenatore, il primo a sostenerlo e consolarlo dopo la partita. È suo l’errore che fa esplodere di gioia il Camerun intero, che approda in semifinale e sogna una Coppa mai più sollevata da quella sera a Bamako.
Gli eroi del Camerun: Ondoa nuovo N’Kono? – Ma ci sono altri due eroi, quelli che stasera sorridono, in questa terribile storia di calcio. C’è Vincent Aboubakar, l’altro numero 10, il bomber del Besiktas entrato al 102′ con una missione: l’ultimo rigore lo avrebbe tirato lui. E non lo avrebbe sbagliato. Poi c’è Fabrice Ondoa, il portierino di 22 anni che lì non doveva nemmeno esserci, invece ha vissuto la serata più importante della sua vita. Uno che finora ha avuto parecchia fortuna: cresciuto nell’accademia di Eto’o, si trasferì a Barcellona a spese dell’ex attaccante dell’Inter, che gli pagò una tata e lo fece entrare nella Masia quando aveva 14 anni.
Da 4° portiere a idolo – Un destino amico e tantissime parate in questa Coppa d’Africa – magari non belle ma sempre decisive – lo hanno condotto tra i pali del Camerun. Lui che era più di una riserva: dopo i no alla convocazione di Kameni, Itandje e Assemblé, si è trovato la maglia da titolare addosso per esclusione. Ha trascinato i compagni fino alla semifinale con interventi importanti e oggi sogna di diventare il nuovo N’Kono, il più grande portiere africano di tutti i tempi. Per ora gioca nella Serie B spagnola. Ma il destino finora gli ha sorriso. Forse continuerà a farlo.
Fonte: Sky