Roma, Perotti: ”Vietato accontentarsi, non abbiamo ancora fatto nulla”
Diego Perotti (agf) ROMA – “Devi abituarti a vincere, se ti rilassi è pericoloso. Dopo aver vinto la domenica devi pensare di giocare allo stesso modo il mercoledì contro qualsiasi squadra ti trovi di fronte. Pensare solo a vincere ti dà quel qualcosa in più per vincere lo scudetto o per arrivare in una finale di coppa. Non può bastare fare 10 o 12 vittorie. Devi vincerle tutte”. Diego Perotti spiega così la nuova mentalità della Roma che considera la vittoria come un’esigenza. “Siamo in buon momento, ma siamo ancora secondi -aggiunge l’attaccante giallorosso ai microfoni di Roma Radio-. Non abbiamo fatto nulla. Anche se fossimo primi non avremmo ancora fatto nulla. C’è il campionato, c’è il Cesena e poi il Villarreal, manca tanto. Bisogna solo vincere”.
Fondamentale per alzare il livello della squadra la competizione interna. “E’ importantissima. Prima di tutto perché un giocatore non si può rilassare e dire ‘oggi mi alleno di meno’. La competizione è importante per avere tutti al cento per cento. In passato nelle squadre in cui ho giocato non è sempre stato così. Qui se abbassi il livello vai in panchina. La competizione fa bene perché è sana, anche perché poi nello spogliatoio abbiamo tutti un buon rapporto”.
Il 28enne argentino sin dal suo arrivo un anno fa dal Genoa è stato giocatore importante per Spalletti: “Sapevo di venire in una squadra importante passando del Genoa alla Roma. Non mi aspettavo di giocare subito, due giorni dopo il mio arrivo. E poi l’impatto con i nuovi compagni è stato magnifico. Ho avuto un buon rapporto con tutti fin dall’inizio. E questo mi ha dato tanta fiducia. Non pensavo fosse così bello in una grande squadra. E poi abbiamo conquistato tante vittorie, abbiamo mancato il secondo posto per soli due punti. Per me il primo anno è stato bellissimo”.
Domenica impegno in trasferta contro la Sampdoria. “Sarà durissima -sottolinea Perotti-. Sicuramente avranno voglia di rivincita dopo aver perso in Coppa Italia. Sarà dura come col Genoa, come a Udine e col Cagliari. Queste sono le partite che ti possono dare lo scudetto. Può sembrare facile perché hai vinto 4-0 in coppa ma lì è diverso. Lì c’è un tifo caldo e sono una squadra che gioca bene”.
Infine da argentino immancabile la domanda su Diego Maradona. “Non l’ho visto dal vivo, però per me è il migliore. Mio papà ha giocato con lui e mi racconta delle storie, di come vinceva la partite sa solo, di quello che faceva in allenamento. Lui è stato il primo a chiamarmi in nazionale, avevo 21 anni. Mi arrivò la chiamata di Maradona e pensavo che fosse uno scherzo. Ho visto quello che è successo qualche giorno fa quando è andato a Napoli. Non posso credere che un calciatore possa far sentire così le persone e questo mi piace moltissimo”.
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Fonte: Repubblica