L’Empoli cambia, ma non cambia. Da Maurizio Sarri a Giovanni Martusciello, la storia si ripete e – per quanto possibile – migliora. In Serie A, l’ex secondo dell’attuale allenatore del Napoli sta stupendo tutti: 21 punti in 21 partite. Score che non era riuscito neppure allo stesso Sarri, durante il suo primo anno di Serie A: la classifica, a questo punto del campionato 2014-2015, citava infatti 20 punti. Un tipico caso di allievo che supera il maestro, almeno a paragonare i primi passi. Come si è evoluta la carriera di Sarri, poi, lo sappiamo tutti: mai dire mai, però. Quel che è certo è che Martusciello ne ha raccolto l’eredità e ha coltivato egregiamente una squadra che in estate ha perso la maggior parte dei suoi punti di forza. Indebolimento trasformato in solidità, vero marchio di fabbrica del nuovo, vecchio Empoli.
Difese a confronto – A guardarlo dopo due anni, il primo Empoli di Serie A targato Maurizio Sarri era una vera armata, seppur ancora da plasmare. E comunque una spanna sopra, a primo acchito, rispetto a quello di oggi. Quanta qualità, a partire dai difensori: Rugani, Tonelli, Rui e Hysaj, ora tutti a giocarsi i primi tre posti della Serie A, tra Roma, Napoli e Juventus. A Martusciello, che ha dovuto rimodellare gran parte del reparto nella sessione estiva del mercato, resta solo Laurini. In più, i nuovi: Costa, Bellucci e Pasqual, l’esatto contrario – per età ed esperienza – di ciò che aveva a disposizione Sarri. Il risultato? Sorprendente: dieci clean sheet (miglior dato del campionato) nelle prime 21 giornate di questa stagione, contro i sei del 2014-2015. A proposito di solidità: niente male.
Zielinski, poi Krunic – La vera impresa di Martusciello è forse aver lucidato a nuovo un centrocampo totalmente smembrato dal mercato. Passare da Zielinski a Krunic e fare meglio di Sarri? Possibile. Diousse e Croce gli unici volti in comune tra le rose dei due, utilizzati oggi da Martusciello molto di più di quanto l’allenatore toscano facesse due stagioni fa. In un sistema di gioco del tutto simile, il senegalese classe 1997 ha preso posto di Valdifiori, giocatore più che chiave dell’Empoli ‘sarriano’. Che, peraltro, poteva vantare anche Vecino e Laxalt, oggi protagonisti nelle zone medio-alte della classifica di A.
Attacco: da rock a minimal – La fase offensiva del primo Empoli di Sarri ha fatto scuola per gran parte del campionato 2014-2015. Ed è sicuramente grazie al lavoro svolto con centrocampo e attacco che il toscano è riuscito a riscuotere il maggior successo. Verdi, Saponara, Maccarone, Pucciarelli e Mchelidze: per quattro quinti i giocatori a disposizione oggi, ma declinati in una versione più rock. Stessa creatura, espressioni differenti: 12 gol in 21 partite oggi, 19 due stagioni fa (dato che poi sarebbe impennato, raggiungendo quota 46 a fine campionato). Un Martusciello, dunque, in versione minimal, ma – classifica alla mano – efficace più di quanto Sarri già lo fosse. E il merito dell’allievo sta forse tutto qui: ereditare, rielaborare e continuare a sorprendere.
Fonte: SkySport