L’anno scorso la Juventus ha subito 20 gol in 38 partite: miglior difesa per distacco e 5° Scudetto in bacheca. Quest’anno dopo 19 gare ne ha già presi 16: di questi 6 sono arrivati di testa, spesso dalla stessa fascia. Ecco i punti deboli di una retroguardia diventata perforabile
“I campionati si vincono con la difesa, non con l’attacco”. Tutto vero: gli ultimi 5 di fila la Juventus se li è messi in bacheca blindando il reparto arretrato. Ha sempre avuto la miglior difesa (subendo tra i 20 e i 24 gol all’anno) chiudendo solo due volte con il miglior attacco. Quest’anno – è evidente – qualcosa è cambiato. I gol subiti sono già 16 in 19 partite giocate. E se è vero che nessuno ne ha presi meno della Juve, i numeri (e i punti) della Roma non sono distanti: solo 2 reti in più subite da una squadra, quella di Spalletti, che sta imparando a essere solida. Una caratteristica che la Juve sembra aver in parte perso.
Fascia sinistra sotto stress – I gol subiti dalla Juve si somigliano in molti casi. Equamente distribuiti tra primi e secondi tempi (8 e 8) hanno almeno due caratteristiche comuni. La prima: vengono spesso dalla catena sinistra, quella occupata di solito da Chiellini e Alex Sandro, ma non solo loro. Prendiamo i due gol subiti a Firenze: quello di Kalinic nasce dal buco lasciato dal centrale azzurro, coperto in ritardo da Bonucci. La rete di Badelj è possibile solo grazie al taglio di Chiesa, che sorprende Alex Sandro e anche Buffon. E in altre 4 occasioni la Juventus ha subito gol su assist provenienti da quella fascia: i cross di Icardi per Perisic, Lazovic per Simeone, Baselli per Belotti e D’Alessandro per Freuler sono tutti diventati gol. Sempre lì, tutto solo, si trovava Callejon quando segnò a Buffon a Torino.
Sufficienza e rischi eccessivi – La seconda caratteristica: i gol presi più di una volta sono stati frutto di un eccesso di sicurezza in uscita, unito al pressing avversario. La Juve di Conte e poi di Allegri ha sempre impostato la manovra con i tre difensori. Ma quest’anno manca – ha detto anche Chiellini – un giocatore come Pogba, fenomenale nel liberarsi della marcatura degli avversari in pressione. Così, con meno soluzioni in uscita, chi imposta è costretto a rischiare. E a volte sbaglia. Lo hanno fatto Khedira con l’Udinese, poi Bonucci contro il Genoa e Chiellini contro la Samp. Anche il gol di Kalinic a Firenze nasce da un pallone allontanato male dalla difesa. Senza la giusta attenzione.
Questione di… testa – Qualche altro numero su cui riflettere: la Juve ha subito ben 6 gol di testa. Un problema evidente ad inizio stagione, quando i bianconeri incassarono i primi 3 gol tutti da calcio d’angolo (contro Fiorentina, Sassuolo e Inter), tornato a mostrarsi a Genova e contro il Toro: i difensori spesso soccombono nel confronto fisico con i centravanti avversari, da Icardi a Belotti. Certo non gente qualunque, ma anche qui è sembrata mancare un po’ di cattiveria in marcatura.
Regolarità Juve: 4 le vince, una la perde – Dalla prossima gara la Juve dovrà iniziare a concedere molto meno. Quest’anno, tra ottobre e novembre, ha subito gol per 5 partite di fila. La sconfitta di Firenze, 4° ko in trasferta dopo i due di Milano e quello di Genova, è arrivata puntuale come un orologio: quest’anno la Juve perde una partita ogni 5, ancora una volta dopo un impegno di Coppa (in tre occasioni è stata la Champions, ora la Tim Cup). Cambiano gli uomini e i moduli, resta un’impressione: la Juve non è più imperforabile. Ora tocca al tecnico ritrovare l’equilibrio giusto per fare entrare la sua squadra nella leggenda.
Fonte: SkySport