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Maradona ha vinto al teatro San Carlo

Maradona è tornato alla grande. Ha vinto anche al San Carlo! L’eterno scugnizzo argentino è arrivato a Napoli, l’altra sera, poco prima delle ventidue ed è stato accolto, nonostante il freddo, da oltre cinquecento persone assiepate intorno all’Hotel Vesuvio dove il Pibe de Oro si è materializzato intorno alle 22:30 ricevendo il boato e gli applausi della sua gente. “Diego, Diego!” il coro ricorrente e lui che si batte la mano sul petto e urla “Vi Amo”. Questa è la sua Napoli. Questa è la Napoli di Diego Armando Maradona, il più forte giocatore di tutti i tempi che l’altra sera, al Teatro San Carlo, insieme con un altro napoletano doc come Alessandro Siani ha raccontato la sua esperienza in azzurro e lo storico Scudetto vinto trent’anni fa. Il costo del biglietto 300 euro, ma il teatro San Carlo è pieno.  <<Amo Napoli, la gente, non riesco a stare lontano da loro, da quella forza vitale che ti trasmette>>. Sognava il suo debutto al Teatro San Carlo, il più antico teatro d’opera in Europa e del mondo ancora attivo? <<No, devo ringraziare Siani per tutto questo. Lui ha creduto in me come attore… Non ho voluto creare con Alessandro uno spettacolo normale, ma un racconto del Maradona uomo, la verità interiore, con i suoi dolori, le sue vittorie, la mia vita… Per la prima volta salirò su un palco teatrale e darò la mia testimonianza d’amore e di libertà mettendo in luce le mie verità e la mia incredibile vita, travagliata, criticata e mortificata da tantissime persone.  E questo proprio in un anno per noi tifosi del Napoli molto sentito ovvero alla vigilia dei trent’anni dal primo scudetto. Anche per questo il titolo dell’evento è ‘Tre volte 10’>>. Ritornerà per festeggiare i trent’anni del primo scudetto? <<Accetto l’invito del sindaco De Magistris. Una persona che sta riportando l’immagine di Napoli nel mondo. Perché Napoli è una grande città ricca di cultura, storia, arte, vive per il calcio e merita palcoscenici internazionali>>. Dopo trent’anni l’amore per lei non è mutato? <<I giovani mi emozionano. I ragazzini, accompagnati dai genitori che non mi hanno mai visto giocare ma che si commuovono e piangono per fare una foto con me>>. Ha incontrato De Laurentiis? <<Sì, ho incontrato Aurelio De Laurentiis, prospettando un futuro rapporto di lavoro.  E’ stato il primo incontro. Prima devo risolvere i problemi miei in Italia e poi potrò lavorare per il Napoli in Italia e nel Mondo>>. Diego lei ama la musica, quali sono gli artisti che ama di più? <<Artisti napoletani conosco tanti, Gigi D’Alessio e Pino Daniele, ricordo una serata con Pino a casa mia con tutti i calciatori del Napoli, era l’epoca del secondo scudetto 89-90. Pino mi dedicò anche la canzone “Tango della buena sorte”, brano splendido. Gigi mi è venuto a trovare a Dubai per intervistarmi. Un ragazzo semplice, con grandi valori e magnifico musicista. Poi tanti artisti napoletani che ho conosciuto negli anni 80, come Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Tony Esposito e Peppino di Capri>>. Equitalia l’ha perseguitata…<<Equitalia mi ha rovinato la vita. Il presidente di Equitalia porta sulla coscienza le mie sofferenze e umiliazioni e la morte di tanti imprenditori che si sono uccisi per i debiti. Mi hanno raccontato d’imprenditori italiani che lo stato doveva pagare per le forniture a enti e ospedali, asl e strutture pubbliche. Il mio caso è l’esempio più internazionale di ciò che subiscono tantissimi italiani>>. Sognava un ritorno così… <<Volevo tornare in Italia come un signore, lo sognavo. Io non ha rubato niente a nessuno. Voglio riabbracciare amici come Beppe Bruscolotti, Bruno Giordano, Bagni, Ferrara e giornalisti amici che mi hanno sempre dedicato tanto spazio sui giornali. Voglio tornare sempre in Italia per fare del bene, come in occasione della partita della Pace pensata per le popolazioni colpite dal terremoto di agosto. Gli italiani e i napoletani mi hanno dato tantissimo e voglio rispondere al loro amore con azioni concrete>>. Che cosa le è mancato di più di Napoli… <<La possibilità di vedere questa città quando mi viene la voglia, la gente di Napoli che amo come amo gli argentini. Voglio tornare a Napoli quando voglio, libero e tranquillo. Libero di camminare, di visitare la città. I vicoli, i quartieri popolari, mangiare una pizza, sorseggiare un caffè napoletano. C’è stata mia figlia poco tempo fa e mi ha confermato che il legame tra me e i napoletani è ancora fortissimo. Si è sentita orgogliosa di quello che ho fatto a Napoli. Mi ha ricordato pure quanto è bella, voglio respirare ancora la sua aria. E voglio vedere il Napoli campione. Mi hanno detto che Napoli è cambiata molto, tanti turisti, città pulita e il lavoro del sindaco riflette nel mondo attraverso le tv internazionali». In questi anni, il suo rapporto con il Papa è diventato molto profondo? <<Papa Francesco è molto più di Maradona. È lui il vero fuoriclasse. Mi ero allontanato dalla Chiesa perché pensavo non facesse abbastanza per i bisognosi, ma con Francesco è diverso. Oggi credo che tutti noi riconosciamo che è un fenomeno, che farà qualcosa per i ragazzi e che abbiamo un Papa fantastico. Abbiamo parlato di molte cose, nei nostri incontri, dell’impegno affinché i giocatori si uniscano e facciano qualcosa per i bambini che non mangiano in molte parti del mondo. E siamo stati d’accordo totalmente, ma ci vorrà molto tempo. Oggi posso dire di essere sostenitore di Francesco>>. Quest’anno ha riabbracciato anche suo figlio, dopo tanti anni…<<Ho raggiunto un altro traguardo nella mia vita e non lo lascerò più scappare via>>. Lei ha rifiutato molte volte la maglia bianconera… <<Una vecchia storia con l’avvocato Agnelli. Lo ho già confessato tante volte ai giornali. Negli anni ottanta, l’avvocato mi corteggiava come potrebbe fare un innamorato con una donna. Mi chiamava continuamente promettendo cifre pazzesche. Mi disse che aveva offerto 100 miliardi di lire a Ferlaino e di mettere io la cifra sul mio assegno.  Io gli risposi che non avrei mai potuto fare questo affronto ai napoletani perché io mi sentivo uno di loro, che non avrei mai potuto indossare in Italia altra maglia se non quella del Napoli. E poi, dato che era stato gentile, per farlo sorridere gli dissi anche altro>>. Mi racconti cosa… «Gli ho risposto: “Si, caro avvocato, potrei pure venire. Peccato che dopo l’affare sia io che lei dobbiamo abbandonare l’Italia”. 
I tifosi napoletani ci avrebbero ammazzato». I cinesi hanno acquistato le squadre milanesi. Anche Aurelio De Laurentiis cederà al fascino dell’Oriente? «Il presidente sta facendo missioni in Cina per cercare di diffondere il marchio Napoli. La Cina è diventata una potenza mondiale anche calcistica. Ingaggi stratosferici, da Pellè a Tevez. Su questo non ho molto da dire né ne sono scandalizzato. La figura del presidente rispetto ai miei tempi è molto cambiata, oggi c’è bisogno che faccia l’imprenditore. C’è poco da fare, oggi per il calcio ci vogliono tantissimi soldi. Eppure sono abbastanza scettico su figure lontane, lontane geograficamente e lontane dalla storia di una società, dai suoi tifosi e dal suo ambiente, che il calcio lo vivono solo come business». Vecchi altarini e murales ritornano a splendere in città. Il sorriso indiano di Maradona è tornato su un edificio di sei piani ai Quartieri spagnoli. L’artista falegname Salvatore Iodice ha completato il restauro del murales di Diego. C’è anche il numero 10 sul completino del Pibe de oro. L’immagine è di nuovo meta di pellegrinaggio come nel ’90, quando fu realizzata per festeggiare il secondo scudetto. Sergio Del Prete, attore di Nartea, ha interpretato sul posto una celebre scena su Maradona del film “Il mistero di Bellavista”. Davanti al murales, anche il sindaco Luigi de Magistris e l’assessore Alessandra Clemente. Al San Carlo anche Francesco Cammarota, un collezionista con le maglie di Maradona. Il Messia del calcio ritornerà a Primavera, per ricevere cittadinanza onoraria e festeggiare, allo Stadio San Paolo o Piazza del Plebiscito, il trentennale della vittoria del primo scudetto.

Carlo Ferrajuolo

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