La ristrutturazione commerciale della Juventus, con la lettera “J” al centro di tutto
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un processo di trasformazione del calcio, uno sport che da secoli affascina uomini e donne di tutte le età; essenzialmente un rettangolo verde, una palla che rotola, un atleta che corre, una rete che gonfia i cuori di gioia, ma anche e soprattutto intrattenimento, marketing, business. In un’era dove il digitale brucia tutto in pochi secondi, dove tutto quello che accade oggi è già vecchio e passato, restare ancorati ai propri stereotipi rischia di seppellirti nell’oblio.
L’obiettivo della Juventus è sempre lo stesso: vincere e raggiungere nuovi obiettivi che in Italia ed in Europa possano proiettarla nella leggenda ma senza dimenticare che il calcio è legato al doppio filo sport & business. Se guardiamo ai fatturati delle quattro big in Europa, Manchester, Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco, noteremo che oltre il 40% dei loro ricavi derivano dal commercial (merchandising e sponsorizzazioni), con punte del 50% come accade per il Manchester United ed Bayern. La Juventus, con i suoi 90 milioni circa, è ferma al 23% ed il dato stride con le potenzialità del suo bacino di milioni di tifosi sparsi nel mondo.
In Corso Galfer, ben consci del fenomeno, hanno iniziato negli ultimi mesi un lavoro di “ristrutturazione” su tutta la piattaforma revenue, iniziando dal processo di gestione in-house del licensing e del merchandising, accompagnato da una nuova strategia di sviluppo degli Juventus Store e dallo sviluppo della strategia digitale. L’obiettivo è quello, per dirla con le parole del Presidente Agnelli, di non restare intrappolati nella terra di nessuno, tra gli otto club che fatturano più di 400 milioni e i dieci che fatturano dai 150 ai 200 milioni, a metà strada tra l’ultimo vagone di prima classe ed il primo di seconda classe.
Su tale linea vanno inseriti i recenti accordi con IMG agenzia di marketing e management sportivo alla quale è stata affidata la concessione in licenza del marchio per la promozione di prodotti bianconeri in Giappone, Cina, Hong Kong, Macao, Taiwan, Australia e Nuova Zelanda e quello con Tmall, piattaforma B2C del gruppo Alibaba. La strategia è quella di crescere in primis ed il più velocemente possibile nei mercati asiatici attraverso un processo di internazionalizzazione del brand e raggiungere mercati chiave che contano centinaia di milioni di potenziali consumatori. Per farlo occorre innovarsi anche e soprattutto attraverso una nuova faccia, un nuovo logo che proietti la lettera “J” a simbolo di stile e forza che faccia riconoscere la Juventus come icona mondiale dello sport industry. Un nuovo linguaggio che possa essere il più diretto possibile verso i new consumers, quelli dell’era del digitale, degli acquisti online, il popolo dei social network e del digital marketing: i millennials.
Presenting the new #Juventus logo. #2beJUVENTUS Una foto pubblicata da Juventus Football Club (@juventus) in data: 16 Gen 2017 alle ore 13:08 PSTCosì come descritto dalla stessa Juventus, il nuovo logo, che sarà presente, a partire dal prossimo luglio, su tutto quello che rappresenta la Juventus, maglie di gara comprese, rappresenta tre elementi che costituiscono il dna della Juventus stessa: le strisce della maglia, lo scudetto della vittoria, la J del nome. “Le strisce bianconere, che diventano il tema comunicativo della nuova identità visiva, declinato e interpretato su qualsiasi interfaccia. Quindi la stilizzazione di uno scudetto, a rappresentare la determinazione con cui il club ha sempre perseguito, e sempre perseguirà, la vittoria. In terzo luogo, la J, un’iniziale distintiva, cara ai tifosi, fra cui in primo luogo Giovanni Agnelli: “Mi emoziono ogni volta che vedo sui giornali una parola che inizia per J”. Un progetto a più ampio respiro che, come prevedibile, vedrà la sua massima realizzazione con l’inaugurazione dello J-Village e lo sviluppo dei suoi sei insediamenti: il JTC (Juventus Training Center), nuovo centro di allenamento della Prima Squadra dove avrà sede anche il Centro Media; la nuova sede della Juventus; il J Hotel; la Scuola Internazionale ISE ed il Concept Store. La Juventus, dunque, è già proiettata al futuro. Dal campo allo sviluppo globale del suo brand con l’unico obiettivo di aumentare il suo fatturato, scalare velocemente le prime posizioni tra le big d’Europa e non restare intrappolata nel mezzo: cambiare prima di essere costretti a farlo. The future is now.
Benedetto Minerva – @BennyJFinance