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Il segreto vincente di Pioli? Una ragazza magica

L’allenatore dell’Inter Stefano Pioli (foto Getty)

Alla scoperta dell’uomo che sta trascinando l’Inter alla rimonta. Lo chiamano “orso”, ma l’allenatore emiliano è un uomo molto romantico. La storia d’amore con la moglie Barbara che nasce sui banchi di scuola, la sua attrice preferita Sandra Bullock, che diventò famosa con Speed. Corre Stefano, grazie anche alla canzone del suo “idolo” Jovanotti…

Lo chiamano “orso”, ma Stefano Pioli è un inguaribile romantico. Non potrebbe essere altrimenti se la tua attrice preferita è Sandra Bullock, sposi la ragazza conosciuta sui banchi di scuola (Barbara) e consideri “La donna cannone” di Francesco De Gregori la canzone più bella che sia mai stata scritta. Ma non finisce qui: l’allenatore emiliano è un grande fan di Jovanotti e sarà anche per questo che nel secondo tempo la sua Inter regali il meglio (9 gol su 14 segnati nei secondi 45 minuti). Ci spieghiamo: nell’intervallo – chi va allo stadio può confermare – le casse del Meazza “sparano” a tutto volume Ragazza magica e, come per incanto, i nerazzurri si scatenano (vedi la ripresa con la Lazio). Pioli non è scaramantico, ma potrebbe cominciare a farci un pensierino (con il permesso della “titolare” Bebe Vio, naturalmente).

Insomma, quell’aria da “dandy” di provincia, elegante ma distaccata, al limite dello “snob”, è soltanto un bluff. Una forma di difesa, per quanto chic. E non inganni la “erre” moscia, è tipica dei parmigiani, ereditata dagli invadenti francesi. Tra l’altro il tecnico parla con una certa nonchalance  la lingua di Napoleone e Kondogbia. Una carta in più da giocare quando l’Inter tornerà in Europa…

C’è posta per te. Appassionato di bici, basket e pesca, si concede anche un sigarino, ogni tanto. Due figli: Carlotta di 28 anni (laureata in cooperazione internazionale alla Cattolica di Milano) e Gianmarco di 24, calciatore nei dilettanti dello Juventus Club Parma e “match analyst” al servizio del babbo alla Pinetina. Ma un po’ tutta la famiglia Pioli è coinvolta nell’ambiente. Leonardo e Danilo, fratelli del tecnico, allenano nelle categorie inferiori. Pasquino, il padre, è dirigente nella squadra del nipote. Tutti cresciuti “a pallone e cappelletti” dalla signora Maria Luisa, ma con un’altra “passione” in comune: quella per le lettere. Non solo d’amore, di ogni tipo: tutti gli uomini di casa Pioli sono postini (tranne Stefano, ovviamente). Ah, è goloso di dolci e in cameretta aveva il poster di Tex Willer, eroe dei fumetti (così, almeno, raccontò una volta ai microfoni di Lazio Style Channel in un’intervista doppia con il vice Giacomo Murelli).

Interista (vero). “Bologna-Inter è stata la mia prima partita da ragazzino, in famiglia eravamo tutti interisti e sono cresciuto col coro dedicato a Beccalossi e Pasinato”. Poteva sembrare la solita storiella “da presentazione” per accattivarsi la simpatia dei tifosi. Che invece hanno voluto credergli sulla parola, passando anche sopra i suoi trascorsi da giocatore nella Juventus (e malgrado l’iniziale “resistenza” per l’affetto verso Frank de Boer). Gli stessi tifosi che già dalla “pazza” esultanza per il gol di Perisic nel derby, al debutto, hanno cominciato a volergli bene (come gli successe nella sua prima stagione laziale. Nella seconda un po’ meno, venne esonerato proprio dopo un Lazio-Roma…).

Che numeri. E anche lui appare sempre più coinvolto (“Viviamo di passione, siamo interisti” ha detto alla vigilia della partita con il Chievo) e lo testimonia anche l’urlo di gioia al termine della vittoria di domenica a Udine e l’abbraccio finale con capitan Icardi, Perisic e compagni, rinvigoriti dal suo lavoro, soprattutto a livello mentale (compresa la “pax” con Candreva e quel suo fare “paterno” con Gabigol). Se è vero che nelle ultime 7 gare hanno conquistato 16 punti (5 vittorie, il pareggio col Milan e la brutta, quella sì, sconfitta di Napoli), segnando come detto 14 gol e subendone 8. Per una media punti (2,29) seconda oggi soltanto alla Juve di Allegri (2,5) e seconda in assoluto solo all’Inter di Leonardo (2,30) tra gli allenatori del dopo-Mourinho.

Amarcord. Lo abbiamo disegnato come un sentimentale, ma non fu così poetico nella scelta del titolo per la sua tesi a Coverciano: “Le catene di gioco laterali in un 4-4-2” che, tuttavia, gli valse il primo contratto importante, nel 2003 con la Salernitana in serie B dopo le prime esperienze da allenatore delle giovanili di Bologna e Chievo, le prossime avversarie dell’Inter. Entrambe al Meazza: i veronesi in campionato e martedì gli emiliani negli ottavi di Coppa Italia. La sfida al suo passato – cominciata nell’ultima partita del 2016 contro la Lazio – proseguirà tra due domeniche, quando farà visita al Palermo e il 5 febbraio alla Juventus (in mezzo la trasferta a Pescara del 28 gennaio).

Speed. Corre l’Inter di Pioli, e potrà farlo con un Gagliardini in più, “regalo” della proprietà (i cinesi sono molto soddisfatti del tecnico, non solo sul piano dei risultati). E come la protagonista del film che lanciò la Bullock (“Speed”) dovrà premere sull’acceleratore da qui al termine del campionato se vorrà riportare i nerazzurri in Champions (e allontanare il “fantasma” di Diego Simeone). Magari provando pure a vincere la Coppa Italia, che gli sfuggì a Roma, il primo trofeo della carriera insieme alla sua squadra del cuore, e poi cantare: “Il mio posto dov’è, il mio posto sei te…”.

Fonte: SkySport

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