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Conte-Costa, odi et amo: “Vai pure in Cina”

Antonio Conte e Diego Costa, Chelsea (getty)

Odi et amo, come in uno dei più bei carmina della storia della letteratura latina. Sulla scia di Catullo ci sono loro, Diego Costa e Antonio Conte: ruggiscono, scalciano, urlano; ma, alla fine, non possono fare a meno uno dell’altro. Se l’italiano istiga, lo spagnolo risponde. Senza filtri. Il rapporto tra i due è così: odio e amore. Uno punge per motivare, l’altro segna e mostra i muscoli. Troppo uguali per convivere? Forse, ma finché regna la tolleranza sono una meraviglia. Quando non succede, invece…

Un nuovo ‘caso’ – Tra caratteri forti, si sa, non sempre le cose vanno a gonfie vele. Dopo un ottobre di fuoco, infatti, sembra che Conte e Costa ci siano ricascati. Questa volta in allenamento, nella settimana appena conclusa. Litigata furiosa, si dice: “Vai pure in Cina” pare abbia urlato – parafrasando – l’ex Juventus al suo attaccante. 14 gol in 19 partite ribaltati con una frase: miccia esplosiva. E Costa sembra che ancora una volta non l’abbia presa proprio bene, anzi: si è subito chiesto se, in Cina, potesse davvero andarci. Come in un subdolo gioco psicologico tra due teste dure. Durissime.  

“Vado in Cina” – È immaginabile che la reazione sia stata una di quelle tipiche dello spagnolo, spesso istintivo oltre ogni logica. Costa-uguale-furia. Alla parola “Cina” è scattato in piedi e si è subito informato – attraverso intermediari – sulla possibilità di lasciare Londra. Difficile, quasi impossibile che succeda, soprattutto a gennaio. Anche se, quell’offerta dall’Oriente, al Chelsea e a Costa era stata recapitata per davvero. La proposta? 35 milioni netti a stagione per lui, palate di soldi al club. Golosi quanto fastidiosi. Tanto che i Blues avevano persino chiesto alla Federazione cinese di smettere di fare pressione sul giocatore, perchè stufi delle voci sul suo possibile addio. Addio che verosimilmente non ci sarà neppure adesso. Perchè, si sa, tra caratteri forti funziona così: strappi e poi ricuci.

Ancora voi – Costa-Conte è un ritornello che, a scadenza fissa, si ripete. Tutto era iniziato a ottobre, quando i erano sono venuti a confronto per la prima volta, durante la partita contro il Leicester: 2-0 per il Chelsea ma Conte, scuro in volto, continuava a prendersela con il 19 per l’atteggiamento in campo. Il risultato? Gesti plateali e… “Basta mister, cambio”. Non concesso, ovviamente. Uguale: tensione alle stelle. Animi poi raffreddati, anche grazie – forse – a una bella birra ghiacciata, come quella che lo spagnolo aveva bevuto nello spogliatoio dopo la gara col WBA. “Aiuta la reidratazione… purché sia una sola”, aveva poi glissato l’italiano. Conflitto sfiorato (e forse volontariamente evitato), ancora una volta.  

Indivisibili – Nel rapporto caotico, però, anche spazio per parole al miele. Come quelle che Costa ha pronunciato a inizio del 2017: “Conte non è solo un allenatore, ma una persona con cui puoi parlare e discutere. Con noi è sempre tranquillo, per questo la gente lo ama”. Frasi dolci, che hanno giusto anticipato la nuova tempesta. L’ennesimo strappo di un duo che già si candida a coppia della stagione, soprattutto il Chelsea dovesse continuare nella sua incredibile marcia. E pace se con qualche screzio. Perchè, in fondo, si sa: non possono fare a meno uno dell’altro.  

Fonte: Sky

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