Stadio e mercato, la Roma ha fretta: con Feghouli niente centrocampista
Luca Parnasi e Mauro baldissoni in Campidoglio con la sindaca Raggi ROMA – La Roma ha fretta. L’esterno d’attacco che serve a Spalletti non può attendere ancora molto: serve subito per non ripetere gli errori dell’anno scorso e di due anni fa, quando i colpi del mercato arrivarono soltanto a fine mese facendo perdere alla squadra occasioni e punti. Ma anche lo stadio di Tor di Valle richiede passi avanti immediati: il dg Baldissoni per questo ha incontrato in mattinata in Campidoglio con la sindaca Raggi.
FEGHOULI O MUSONDA, NO AL CENTROCAMPISTA – Un passo per volta: a giorni, forse già mercoledì, il ds massara muoverà altri passi per forzare la situazione Feghouli. Il giocatore vuole la Roma, ma il West Ham ha respinto la proposta del prestito gratuito. Ma continua a cercare un’alternativa (Snodgrass dell’Hull, Young dello United) e la Roma potrebbe spendere qualche euro per la cessione temporanea. L’alternativa resta il solito Musonda, del Chelsea. Che ora dopo ora diventa una pista sempre più concreta: i giallorossi infatti vorrebbero chiudere un colpo già in settimana e il belga è il più semplice da raggiungere visto che il Chelsea ha dato l’ok al prestito. La scelta di Feghouli o di Musonda, tra l’altro, è indispensabile per chiudere il mercato in entrata: entrambi infatti possono occupare anche il ruolo di vice Nainggolan, altra lacuna che la Roma e Spalletti ritengono utile colmare. Un colpo soltanto, allora: da non sbagliare.
STADIO, Sì ALLA RIDUZIONE DEI M³: TECNICI AL LAVORO – Altro tema su cui non sono ammessi errori è lo stadio di Tor di Valle. In mattinata il dg Baldissoni, insieme al project manager Parnasi, ha raggiunto il Campidoglio per incontrare la sindaca Raggi. Tra la Giunta e la Roma c’è una sostanziale convergenza di idee: il Movimento si è convinto della bonta dell’operazione stadio. Tutti tranne l’assessore all’urbanistica Berdini, che infatti non ha partecipato all’incontro. La Roma ha aperto alla riduzione delle cubature, in cambio di una riduzione delle opere pubbliche (verrà sacrificato il ponte sul Raccordo, visto che a pochi metri è già prevista un’opera come il ponte dei Congressi). “Stiamo accelerando su cose da migliorare”, giura il dg, “nel rispetto dell’equilibrio economico finanziario e dei tempi della Conferenza dei servizi anche in riduzione delle cubature”.
Due le strade: la riduzione di tutte e tre le torri di circa un terzo, o il sacrificio di una torre. I tecnici sono al lavoro per far quadrare le esigenze del Comune e le necessità della Roma per far quadrare il business plan (la società ha messo paletti molto precisi per la riduzione dei metri cubi). In ogni caso le varianti al progetto verranno portate in Conferenza dei servizi. Che da giovedì entrerà nella fase decisoria: un ulteriore passo avanti. Ma la strada, complice la trattativa in Campidoglio, è ancora molto lunga.
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Fonte: Repubblica