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Tavecchio tra ottimismo e realtà: “Italia in crescita, utopia ridurre la A a 18 squadre”

Tavecchio tra ottimismo e realtà: "Italia in crescita, utopia ridurre la A a 18 squadre"Carlo Tavecchio  ROMA – Si è chiuso un anno positivo per il calcio italiano, ma c’è altrettanta fiducia per il 2017 appena cominciato. E’ questo il giudizio che esprime il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, convinto che il nostro Paese stia ritrovando grande credibilità anche a livello internazionale, come dimostra l’assegnazione dell’organizzazione della fase finale degli Europei Under 21 del 2019.

TAVECCHIO: “IL CALCIO ITALIANO E’ IN CRESCITA” – “Il calcio italiano è in crescita, non solo dal punto di vista degli investimenti ma anche dal punto di vista dell’immagine, dell’utilizzo dei giovani in campionato in prospettiva Nazionale, e sotto il profilo agonistico siamo in piena corsa con la Spagna per la qualificazione ai Mondiali – afferma il numero uno della federazione ospite di ‘Radio Anch’io Sport’ su Radio Uno – E’ un successo che viene da un certo tipo di politica, che viene da lontano. L’Italia ha fatto delle scelte vincenti a livello di governance, siamo stati i primi a individuare quelli che poi sarebbero stati eletti presidenti di Fifa e Uefa, avevamo capito che certe filosofie e certi metodi erano arrivati al capolinea. E l’Europeo porterà un grosso impulso economico. Chi ci rappresenterà nel nuovo Esecutivo Uefa? Un candidato italiano deve ottenere dei consensi per essere eletto, tratterò con Ceferin per individuare nel quadro politico generale quale sia la persona idonea a rappresentare l’Italia, credo che potremo mantenere la posizione della vicepresidenza occupata in questi anni da Abete”.

“PURA UTOPIA CHIEDERE A SERIE A RIDUZIONE A 18 SQUADRE” – Sul fronte interno, Tavecchio si aspetta che “con le regole messe sui bilanci porteremo le società a essere più morigerate e a prendere impegni secondo le proprie capacità. I risultati dipendono molto dagli acquisti che vengono fatti e chi ha fatturati più elevati, ha più potere ma si sta dimostrando che puntando sui giovani il gap si può ridurre”. La nota dolente è invece la tanto attesa riforma dei campionati. “Stiamo facendo vari incontri ma pensare di dire a quelli della parte destra della classifica di serie A di diminuire l’organico da 20 a 18 squadre è pura utopia. Bisogna operare sui campionati minori – commenta quasi rassegnato Tavecchio – Limitandomi a una valutazione numerica, mi sono scontrato con un muro invalicabile, per cui sono passato a una valutazione diversa, a una selezione che nasce da una valutazione economica: squadre che hanno situazioni economiche precarie non possono partecipare ai campionati. Questo porterà a una riduzione ma la serie A deve rendersi conto della complementarietà delle due leghe sottostanti. Se la serie A funziona bene è perché sotto c’è chi fornisce la manodopera”.

“FAVOREVOLE A GIOCARE DURANTE LE FESTE NATALIZIE” – Fatti gli auguri di pronta guarigione a Perin, vittima dell’ennesimo grave infortunio e chiarito quanto dichiarato nei giorni scorsi a proposito di Milan e Inter da un lato e Roma e Napoli dall’altro (“ho solo detto che in Champions si sente la mancanza delle milanesi ma sono il primo ad augurarsi che il Napoli batta il Real”), il numero uno federale apre al Boxing Day in salsa italiana anche nel massimo campionato. “Le feste comandate sono Natale, Capodanno e la Befana e in questi giorni non si dovrebbe giocare. Tutti gli altri giorni sono disponibili, come il 26 dicembre o il 24. La serie B alla vigilia di Natale mi è piaciuta. Il tabù è parlare del Natale ma se si intendono le feste natalizie e le società si mettono d’accordo, per me va bene”. E per la prossima stagione Tavecchio non esclude un inizio anticipato del campionato, come chiesto anche dal ct Giampiero Ventura: “giocare a Ferragosto la vedo difficile perché nel nostro Paese il Ferragosto è sacro ma in prossimità del 15 agosto ci credo”.

“CONTE UNICO, BELLO VEDERLO IN TESTA ALLA PREMIER” – Vedere Antonio Conte in testa alla Premier League col Chelsea “è una grande soddisfazione, non dico che sia una rivincita per lui ma anche il sistema sportivo internazionale sta apprezzando un uomo unico”, dice poi dell’ex ct, a cui guarda senza rimpianti perché “sapevo che Antonio ci avrebbe lasciati dopo due anni, me lo aveva detto quando avevamo firmato”. Una battuta, infine, sull’invasione cinese nel calcio europeo. “La Cina è un Paese enorme, ha aziende che hanno profitti incredibili, se la provenienza di questi profitti è lecita e l’interesse è trovare sbocchi in Europa, va accettato il fatto che scelgono il campionato italiano e le squadre italiane, non credo sia un danno”. E sulle offerte faraoniche che stanno travolgendo il mercato, il presidente Figc non sembra troppo preoccupato: “anche loro fra un po’ capiranno che non è una cosa ragionevole”.

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serie A
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Fonte: Repubblica

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