Il Manchester City accoglie il baby fenomeno Gabriel Jesus, talento acquistato nell’agosto del 2016 dal Palmeiras ma portato in Europa solo nel gennaio 2017. Dall’amore per la mamma al soprannome ‘O Fenomeno’, ecco la sua storia
Per alcuni brasiliani Gabriel (Fernando de) Jesus è il ‘nuovo Neymar’. Tecnico, talentoso, crack. Per altri questo ragazzo è così forte da meritarsi addirittura l’etichetta di ‘O Fenomeno’, erede di Ronaldo. Si o no? Nel dubbio, Ronaldo – quello vero – lo ha messo sotto contratto con la 9ine Sports, società di marketing sportivo che cura l’immagine di calciatori. Ma Gabriel Jesus è Gabriel Jesus e basta. Un brasiliano ‘qualsiasi’ solo nella sua storia caratterizzata da un’infanzia difficile, tra povertà e pallone. Classico. Ma unico nel suo talento cristallino e smisurato di calciatore, a dirlo sono i fatti (o gol) che ha sempre dimostrato tra Palmeiras e Nazionale: 54 gol in 48 partite nel 2013, 37 in 22 gare del campionato paulista nel 2014. Da classe 1997 qual è. E non è un caso che nel mercato estivo del 2016 Barcellona, Real, Inter, Juventus e Bayern Monaco avessero preso un ticket e si fossero messe in fila solo per lui davanti allo sportello del club brasiliano. L’offerta migliore? Non è stato facile, anche perché la suddivisione del cartellino del ragazzo di certo non agevolava le trattative: 15% a Gabriel, il 32,5% a Cristiano Simões, suo rappresentante, 22,5% a Fabio Caran, l’ex agente che lo aveva portato al Palmeiras. Ma alla fine l’ha spuntata il Manchester City degli sceicchi. O meglio: di Guardiola. Perché decisiva e risolutrice è stata la chiamata di Pep al ragazzo (e alla mamma di GJ) in pieno agosto. Costo: quasi 30 milioni di euro.
L’importanza di mamma Lucia – A proposito di chiamate: la linea è sempre libera quando si tratta di sentire mamma Vera Lúcia. E se ci fate caso, è l’esultanza che Gabriel Jesus mostra al mondo (e le dedica) a ogni suo gol: “Alo mae”. Pronto mamma? Una donna – che di mestiere fa le pulizie – mollata dal marito proprio quando era incinta di Gabriel e che non ha mai più avuto notizie del padre finché sono venuti a dirle che era morto. “All’inizio ero geloso dei compagni che avevano i papà a bordo campo. Ma mia mamma ha fatto così tanto per me e alla fine ho capito che lei era madre e padre insieme. E ho smesso di essere invidioso”.
No vizi, solo gol – In campo è fortissimo: rapido e veloce palla al piede, scattante e dal dribbling imprendibile. Se ti punta son dolori. Ha sempre e solo fatto l’esterno offensivo ma grazie all’intuizione di Cuca – allenatore che lo ha avuto e con cui ha vinto al Palmeiras – anche l’attaccante centrale, supportato da due ali rapide. Rende bene anche lì. Fuori dal campo è l’anti personaggio, tranquillo e lontano da vizi, gossip o discoteche. L’unica pecca è la… coca cola! Alla prima cena con Guardiola – a Manchester – il giovane brasiliano si è concesso il lusso di una bibita gassata e ‘l’allenatore spagnolo non ama che si prendano certe bevande, ha già avuto le discussioni con Messi al Barcellona’. Guardiola ha poi replicato così: “Troppa coca cola non va bene! Ho detto a Gabriel di bere vino, così diventa un buon calciatore” ridendo.
Tappa Manchester – Alla sua ultima partita con la maglia del Palmeiras, i tifosi hanno lo hanno salutato tra le lacrime cantando “Gloria, gloria, aleluja è o Gabriel Jesus!” e baciando la sua maglia numero 33, 33 come gli anni di Cristo. Lui ha risposto con altre lacrime vere e sincere dopo aver vissuto gioie e aver vinto un campionato nel 2016 e una Coppa brasiliana nel 2015 con quella maglia addosso. Perché adesso ecco l’Europa, una realtà formalizzata già durante il mercato estivo del 2016 ma che si concretizza solo adesso nel 2017. Manchester. Per dimostrare a tutti di essere meglio di Neymar e meritare quel soprannome importante da ‘O Fenomeno’.
Fonte: Sky