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Un ‘generale’ per Allegri: Rincon verso la Juve

Il centrocampista Rincon è un Nazionale venezuelano da diverso tempo (Getty)

Tomas Rincón. Oppure “el general”, soprannome che gli ha affibbiato la stampa tedesca quando giocava all’Amburgo perché ‘gestisce il centrocampo come pochi altri’. Ordinato, preciso, puntuale. Un generale disciplinato anche nella vita di tutti i giorni, grazie agli insegnamenti delle donne di casa e non certo per via della carriera militare del papà. Un venezuelano di San Cristóbal con ben 9 zii (e una quantità di cugini di cui pure lui ha perso il conto) che è legatissimo alla famiglia, soprattutto a mamma Tibisay Hernández che se ne andò quando lui aveva appena 14 anni per colpa di un incidente stradale: Tomas se la porta ovunque, nel suo cuore, ma anche tatuata sul braccio destro. Indimenticabile il piatto che gli preparava ogni benedetta domenica: le ‘cachapa’, pietanza venezuelana, incrocio tra la crespella e l’omelette. Un giorno Tomas se ne mangiò addirittura 13.

L’idolo è la nonna – Ruolo: centrocampista centrale. Più basso che alto, al massimo una mezz’ala, come ha dimostrato di saper fare al Genoa. L’idolo? Tomas direbbe Luís Nazário de Lima ‘Ronaldo’. Ma la prima risposta non è quella che vale perché il giocatore ha più volte ammesso come ‘il mio idolo più grande è sicuramente mia nonna materna Teresa perché è una donna di una ricchezza d’animo incredibile’. Tomas Rincon è questo. Un ragazzo che ha portato a termine la scuola secondaria nella ‘Nuestra Señora del Rosario’ nonostante facesse calcio ad un certo livello, un giocatore che ha iniziato alla scuola calcio Monseñor Arias Blanco prima di partire per l’Argentina, al Club Atlético Newell’s Old Boys. Rosario. Dopo la perdita della mamma, Rincon ha pensato anche di smettere, quasi non fosse più affar suo, ma chiave fu l’aiuto (soprattutto psicologico) di Edmundo Kabchi, presidente e proprietario del Deportivo Táchira, che lo ha lanciato nel mondo del professionismo a soli 15 anni.
 

Primo venezuelano nella storia della Bundes – Tomas Rincón è stato il primo calciatore venezuelano a giocare in Bundesliga. Il secondo capitano della selección ‘Vinotinto’. Un calciatore intelligente, che sa sempre cosa fare e soprattutto quando farlo, in una parola: intelligente. Come se la cavasse con il tedesco non stupisce, quindi: dopo lezioni di tre o quattro ore al giorno, bene. Anche se il passo più difficile è stato ambientarsi al clima rigido e totalmente differente a quello in cui era abituato: e l’impatto fu tremendo perché quando Rincon firmò per l’Amburgo (gennaio 2009), la città stava vivendo l’inferno più freddo degli ultimi trent’anni. In Germania nacque suo figlio Dominic, in Germania è maturato sotto tutti i punti di vista, compreso in campo, con il pallone tra i piedi. E sfidare campioni del calibro di Kroos ha sicuramente aiutato. Fino al salto al Genoa, un trasferimento che si completò in appena 48 ore.

Ammirava la Juve di Del Piero e Zidane – Da piccolo, in Venezuela, guardava il Milan vincere la Champions. Con il passare degli anni ha saputo apprezzare tantissimo la Juventus di Del Piero e Zidane. E dopo 82 partite, 3 gol, 11 assist ma soprattutto 21 cartellini gialli con la maglia del Genoa addosso (non ha mai risparmiato una goccia di sudore, anche da mezzo infortunato), Tomas Rincon è quasi un nuovo giocatore bianconero sulla base di un prestito oneroso sui 2 milioni di euro con obbligo di riscatto tra i 7 e gli 8 milioni per arrivare ad un totale di 9/10 milioni. Si può chiudere entro capodanno. Per la gioia di Massimiliano Allegri, che perderà Lemina destinato alla Coppa d’Africa ma che avrà un generale in più come Tomas Rincón.
 

Fonte: SkySport

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