DOHA – Vincenzo Montella, secondo Allegri essere arrivati con un giorno di ritardo vi ha deresponsabilizzati. Ha torto o ragione?
“Intanto bisogna dire che se entrambe le società ed entrambi gli allenatori avevano scelto di partire il 20 e non il 21, quella era la cosa giusta. Detto questo, il ritardo non è dipeso da nessuno e non può essere un alibi. Oggi siamo meno stanchi di ieri e domani lo saremo meno di oggi, spero. Quello è un capitolo chiuso”.
In cosa il Milan dovrà essere perfetto, se vuole battere la Juventus?
“Affrontiamo una squadra molto forte, costruita per vincere la Champions. Noi dobbiamo mettere in campo ogni tipo di energia, di acume tattico, di interpretazione dei momenti. Bisogna giocare con l’entusiasmo e lo spirito che stiamo facendo vedere ultimamente”.
La Juve se l’aspetta con la difesa a tre o a quattro?
“Cambiano spesso e anche in partita in corso, ha grande duttilità tattica. Mi aspetto che cominci in un modo e finisca in un altro”.
Difendersi e ripartire: è questa la strategia?
“Molto spesso la strategia è quella cui di obbligano gli avversari. Talvolta puoi fare vedere le tue caratteristiche anche partendo più bassi, ma il più delle volte dipende da ciò che permettono di fare gli altri”.
C’è qualcosa in cui potreste essere superiori alla Juventus?
“Punto sulla voglia dei miei di mettersi in gioco. Entusiasmo, leggerezza, in qualche modo l’incoscienza: sono queste le nostre armi”.
La lunga astinenza da titoli non potrebbe essere invece una pressione troppo forte da sopportare?
“Non possiamo avere la pesantezza di dover vincere un trofeo. I ragazzi sono arrivati per meriti loro, questa è una possibilità da cogliere, magari anche per fare un regalo a Berlusconi, che ci sa sempre trasmettere la sua voglia di vincere ancora”.
È la partita più importante della sua carriera da allenatore?
“Non mi pongo queste domande. Ho fatto una finale di Coppa Italia, una semifinale di Europa League, non saprei. È la più importante di oggi, il passato tendo a dimenticarlo”.
Lei chiede ai suoi giocatori leggerezza, ma riesce a rimanere leggero a sua volta.
“Io ho imparato già quando giocavo che ogni squadra è lo specchio del proprio allenatore. Mi auguro di poterlo dimostrare proprio qui”.
Questa partita è un obiettivo sensibile per il Milan?
“I traguardi me li do e li do ai ragazzi continuamente e sono accrescere le conoscenze e migliorare il nostro essere squadra. Ogni partita è un esame, questo vale gli altri. Conta di più solo perché è uoona gara secca e quindi il risultato vale più della prestazione”.
Ha senso giocare la Supercoppa qui e magari portarci in futuro anche delle partite di campionato?
“È una bella cornice, non c’è nessun tipo di disagio. È giusto farci conoscere all’estero. Io sono curioso di natura, non so la fattibilità ma non ci vedrei nulla di male a giocare a Doha una gara di serie A”.
Sta preparando un Milan da battaglia?
“L’espressione ‘da battaglia’ non mi piace, questo si chiama gioco del calcio perché bisogna giocare. Poi, certo, sotto l’aspetto dell’agonismo dovremo perlomeno essere allo stesso livello della Juve. Ma non è una battaglia, è una partita”.
Spera in un episodio favorevole, tipo una tempesta improvvisa?
“La tempesta c’è già stata ieri… Scherzi a parte: servono spirito, attenzione, determinazione, qualità. Molto spesso gli episodi favorevoli dipendono da te stesso, sei tu a crea. Onestamente penso ce il Milan sia superiore a quella partita, a è crescita anche la Juve, il livello della partita è un po’ più alto”
milan ac
- Protagonisti:
- vincenzo montella
Fonte: Repubblica