Gabigol e i suoi fratelli: da Gerson a Rog, chi li ha visti?
Gabriel Barbosa Almeida, per tutti Gabigol (lapresse) ROMA – Uno è comparso a Torino per 45 minuti, prima di eclissarsi. Un altro come una meteora ha attraversato il cielo di Reggio Emilia per pochissimi istanti, qualcun altro è rimasto in panchina a guardare i compagni far festa. A 90 minuti dalla sosta di Natale che aprirà il mercato dei trasferimenti invernali, nella storia di questa serie A restano incisi a fuoco tre punti interrogativi: stelline strappate sul mercato a mezza Europa e pagate quanto campioni affermati. Ma mai comparse davvero sui radar dei loro tecnici.
OGNI MINUTO COSTA 2 MILIONI – Il portabandiera della categoria è Gabriel Barbosa Almeida, un signorino di 20anni spocchiosamente piazzato dai suoi agenti sul mercato europeo col nome di Gabigol. Eppure il gol è rimasto finora un’utopia, come pure il campo da gioco: l’Inter se l’è preso sul finire del mercato pagando 29,5 milioni al Santos e facendo infuriare il Barça che aveva una prelazione. Da quel momento è iniziata l’attesa: “Quando gioca Gabigol?”. I 16 minuti alla sesta contro il Bologna parevano il prologo al suo lancio definitivo. Invece per rivederlo sono servite altre 11 partite: è ricomparso domenica, quando Pioli ha deciso di regalargli i minuti di recupero del match col Sassuolo a Reggio. Per lasciare il segno, però, ha dovuto farsi ammonire. E il tassametro del mercato segnala impietoso: ogni minuto giocato da Gabriel Barbosa è costato ai nerazzurri quasi 2 milioni di euro.
UN FLOP ALLO STADIUM – L’agente vuole portarlo via, il problema è capire chi pagherebbe la cifra spesa in estate dall’Inter. Discorso simile per un altro brasiliano. Quando sabato sera il maxischermo dello Stadium annunciava il nome di Gerson nella formazione della Roma, s’è percepito nitido lo stupore di tutti i 42mila spettatori. Dopo solo un tempo Spalletti ha fatto mea culpa riportandolo in panchina e se oggi chiedi a un romanista cosa cambierebbe della partita con la Juve di certo ti risponderà: Gerson. A Trigoria dicono che il suo problema è quasi esclusivamente fisico: troppo leggero ancora per questo duro campionato italiano. Eppure non costò poco: 16,6 milioni, per la miseria di 131 minuti di serie A senza lasciare un solo ricordo del suo passaggio: nemmeno nei 72′ contro il Pescara, lo spezzone più lungo passato su un campo di serie A. Finora, un ufo. Come il laziale Luis Alberto, 5 milioni di euro per un paio di comparsate da nemmeno un quarto d’ora.
ROG E I CASI DEL PASSATO – Destino comune con un altro ragazzo appena arrivato in serie A. Anche se deve ancora capire bene di cosa si tratti: Marko Rog è uno dei colpi del Napoli, uno dei talenti della nuova covata croata. Ma se l’amico Pjaca per lo scarso minutaggio alla Juve deve maledire un infortunio che gli ha fatto perde due mesi, lui può prendersela solo con Sarri. De Laurentiis ha investito per averlo 13 milioni di euro, ma il tecnico gli ha concesso giusto 14 minuti con l’Inter e 20 a Cagliari. Il tassametro indica oltre mezzo milione per ogni minuto giocato. Per lui, come per i suoi omologhi brasiliani, la domanda è: restare o fuggire a gennaio? Se lo sono chiesto in tanti, in questi anni. A Milano giusto 20 anni fa sbarcò una sorta di prozio di Gabigol: si chiamava Caio, aveva la stessa età di Gabriel e non certo più fortuna. Dopo 6 presenze (e un altro anno disastroso al Napoli), ripartì per il Brasile senza far più ritorno in Europa. A Roma invece ricordano bene il turco Salih Uçan, a Trigoria fino a giugno: quasi 5 milioni per il solo prestito, ma in due anni ha messo insieme giusto 7 presenze: i 39′ dell’ultimo anno sono quasi uno schiaffo a quei soldi spesi. Giallorossi e rossoneri condividono poi il flop Bojan, 13 milioni (rimborsati dal Barça) per il meno riuscito degli eredi di Messi. Insomma, investire sui giovani va bene: peccato, poi, serva pure dargli fiducia. calcio
- Protagonisti:
- gabriel barbosa
Fonte: Repubblica