10mila euro per creare un campione. Mario Mandzukic e quella multa, appunto da 10mila euro, che 5 anni fa a Wolfsburg Felix Magath lo aveva obbligato a pagare perché durante le partite non tornava abbastanza in difesa ad aiutare i compagni. Assurdo, pensandoci adesso, con quei recuperi contro l’Atalanta ancora negli occhi di tutti. Si è costruito negli anni, Mario, mattone dopo mattone. Anzi piastrella dopo piastrella, visto che a scuola aveva studiato per diventare piastrellista.
Da ragazzo giocava sulla fascia e lì ha imparato ad abbinare fisico e velocità, tecnica e senso tattico. Anche Guardiola aveva provato a metterlo esterno, ma quando Mandzukic era già diventato un centravanti con i fiocchi. E infatti Mario è nella lista di quelli che con Pep un caffè non lo prenderebbe troppo volentieri.
Uno che si sbatte ma segna gol fantastici, è quasi unico. Se ne era accorto Jupp Heynckes, che nel Bayern del Triplete a Mario non rinunciava mai. In allenamento faceva venire il mal di testa a Boateng, poi lo mettevi in porta e quasi non ti accorgevi che Neuer era a farsi la doccia.
A Madrid, alla fine di un derby contro il Real, più che un calciatore sembrava un pugile. Suo papà ero un difensore di quelli vecchia scuola, Mario ha aperto una nuova scuola, quella dell’attaccante-centrocampista-difensore. Che su Instagram scrive: “gioca con passione, lotta con coraggio, vivi con orgoglio”. E dire che tutto è iniziato con una multa da 10mila euro.
Fonte: SkySport