Genoa-Juventus 3-1, Simeone stende la capolista
GENOVA – Il Genoa ha insegnato che un modo per mettere nei guai la Juventus esiste, ed è esattamente il modo che temeva Allegri, preoccupato dalla squadra che aggrediscono senza reverenza, che conoscono il coraggio e non disdegnano il rischio. Alla vigilia aveva avvisato del pericolo, che evidentemente aveva fiutato. E infatti è andata come immaginava, come aveva paura che andasse: il Genoa ha preso la Juve per il collo, non le ha dato né spazio né respiro. L’ha sballottata come un albero e i gol sono piovuti come frutti maturi, già tre nella prima mezzora e senza neanche infierire.
LE PAGELLE
Naturalmente i meriti del Genoa confinano con i demeriti della Juventus, che aveva la testa da un’altra parte, i muscoli pesanti, la presunzione dappertutto e un allenatore che stavolta non ne ha azzeccata mezza: ha rinnegato il 4-3-3 che aveva funzionato a Siviglia, ha messo Dani Alves stopper e Lichtsteiner esterno (perché non il contrario?), ha lasciato che Cuadrado vagasse come seconda punta, ha ritoccato il modulo aggiungendo disordine al disordine, difatti abbiamo visto una specie di 4-2-3-1 con Alves mediano e Khedira ala sinistra e poi, quando ha fatto ricorso a Higuain, una sorta di 4-1-3-2 mentre il Genoa continuava a macinare gioco e avversari con il suo 3-4-3 riconoscibilissimo, dai tratti precisi e dall’interpretazione univoca. La Juve ha fatto il primo tiro in porta all’82’, quando Pjanic ha infilato l’angolino sul punizione: per il resto, Perin non ha fatto una parata e gli unici pericoli li ha corsi a inizio ripresa, sulle conclusioni imperfette di Khedira e Pjanic. Il Genoa ha dominato senza soluzione di continuità e più che una partita è stata, appunto, uno sballottamento. Juric ha sguinzagliato i suoi ordinando pressing altissimo, raddoppi feroci, sovrapposizioni continue e ritmo incessante. Ma questo è il suo calcio, non saperlo prevedere e non immaginare una strategia per arginarlo è stato un torto grave.
Il primo gol racconta tutto: Bonucci ha cercato di eludere la pressione genoana sulla tre quarti con un colpo di tacco senza senso, Rigoni gli ha sfilato la palla scatenando un’ordalia in area di rigore. Buffon ha fatto miracoli spaventosi respingendo sul biondo trequartista e su Simeone, Alex Sandro ha salvato sulla linea su Ocampos ma alla fine ancora Simeone l’ha sbattuta dentro, al quarto tentativo. Ogni respinta la prendeva un genoano, e gli juventini sono stati sempre a guardare. Il raddoppio è stato più lineare: cross di Lazovic, con Alex Sandro beatamente a osservarlo, e incornata di Simeone ad anticipare l’immobilità di Benatia. Suo padre aveva segnato alla Juve nel 2000, il Cholito ne ha raccolto l’eredità 6084 giorni dopo. Il corso della partita non è mai cambiato, il Genoa s’è un po’ chetato solamente nella ripresa e non prima di aver segnato per la terza volta (tocco di Rigoni sulla traversa, poi carambola tra Alex Sandro e la porta). I rossoblù sono stati più vicini alla terza rete (con Rigoni e Simeone) di quanto la Juve lo sia stata alla prima. Allegri ha collezionato mosse difficili da capire e comunque senza nessun effetto, annotando anche gli infortuni di Bonucci (sospetto stiramento alla coscia sinistra, la stessa che i medici juventini pensavano si fosse lesionata tre settimane fa) e di Dani Alves, uscito malconcio (una frattura composta del perone della gamba sinistra, si teme un lungo stop) da un contrasto con il formidabile Ocampos, uno dei trascinatori genoani assieme a Rigoni, Rincon, Laxalt e Munoz. La Juve ha reagito solo di nervi, ha protestato per un rigore non dato (fallo di Ocampos su Mandzukic) e per un pasio di fischi sbagliati (ma ci stava anche l’espulsione di Cuadrado nel finale), tradendo un’insicurezza isterica che ha raggiunto il culmine nel clamoroso litigio tra Cuadrado e Mandzukic alla fine del primo tempo. Ha dovuto dividerli Dani Alves. È stata l’unica cosa decente che il brasiliano ha combinato.
Genoa-Juventus 3-1 (3-0)
GENOA (3-4-3): Perin – Izzo, Burdisso, Munoz – Lazovic (23′ st Edenilson), Cofie, Rincon, Laxalt – Rigoni (42′ st Gakpé), Simeone, Ocampos (43′ st Biraschi). All. Juric
JUVENTUS (3-5-2): Buffon – Dani Alves (8′ st Higuain), Bonucci (33′ pt Rugani), Benatia – Lichtsteiner, Khedira (26′ st Sturaro), Hernanes, Pjanic, Alex Sandro – Mandzukic, Cuadrado. All. Allegri
Arbitro: Mazzoleni.
Reti: 3′ pt e 13′ st Simeone, 29′ st Alex Sandro (aut.). 37′ st Pjanic.
Note: ammoniti Rigoni, Cuadrado, Cofie, Sturaro, Biraschi. Spettatori 27.153, incasso 462.621 euro.
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Fonte: Repubblica