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La strana vendita del Milan di Berlusconi: “Closing coi cinesi vicino, ma deciderò ancora su mercato e squadra”

MILANO – Allo stadio, prima della partita, Silvio Berlusconi aveva lanciato un breve messaggio sibillino: “Non credo che sarà il mio ultimo derby”. Poi, dopo il pareggio con l’Inter e la cena notturna all’hotel Bulgari, ha parlato a lungo dell’imminente cessione annunciata del Milan e ha disseminato sul tema tre clamorosi se. Closing il 13 dicembre, se non ci saranno ostacoli sulle autorizzazioni dal governo cinese. Lui presidente onorario, se non ci sarà un presidente esecutivo. Galliani ancora con un ruolo importante in società, se Sino Europe accetterà la proposta. Non risulta dunque ancora sciolto il vero nodo e non viene cancellato il vero dubbio: che la trentennale era berlusconiana nel calcio non stia necessariamente per concludersi o quanto meno che l’attuale padrone voglia mantenere una posizione operativa e un rilevante potere decisionale. Accadde anche all’indomani del potenziale accordo col thailandese Mister Bee, che però avrebbe dovuto acquistare il 49% delle quote societarie, lasciando a Fininvest la maggioranza. Invece il preliminare con Sino Europe prevede l’acquisizione del 100% delle quote e la permanenza di Berlusconi e Galliani al vertice del club sarebbe singolare.

PRESIDENTE POCO ONORARIO – In verità a San Siro Adriano Galliani, amministratore delegato alla parte sportiva indiziato di sostituzione con Marco Fassone dopo il closing, aveva affrontato l’argomento adombrando il cambio della guardia: “Rimarrò comunque un grande tifoso”. Invece Berlusconi non lo ha dato per scontato: ha sì confermato che la trattativa sta per arrivare alla conclusione (“abbiamo assicurazioni valide che si chiuderà il 13. Crediamo non ci siano ostacoli nell’ottenimento delle autorizzazioni che servono dallo Stato cinese e quindi pensiamo che avverrà nella data prefissata”), ma ha anche rivendicato un ruolo strategico per il futuro: “I cinesi insistono perché io rimanga presidente. Io ho detto che non potevo prendere in considerazione l’idea di rimanere presidente in una società di altri. Mi hanno offerto la presidenza onoraria, senza l’elezione di un presidente esecutivo diverso da me. Penso che potrebbe attuarsi una situazione del genere, ma dovrei avere possibilità d’intervento sul mercato e anche sulle questioni di campo. Se questo potere mi verrà attribuito, proverò ad accettare la presidenza onoraria”. Me ne vado ma non troppo, insomma.

I CONSIGLI A MONTELLA – Se l’allenatore in carica aveva finora potuto dribblare i diktat tattici toccati ai predecessori, la licenza è finita: il finale in difesa del 2-1 e il gol di Perisic nel recupero gli hanno evidentemente fatto perdere l’immunità: “Questo derby si è chiuso con un risultato giusto. Peccato essere stati raggiunti negli ultimi minuti: abbiamo sperato di poter essere soli al secondo posto in classifica. Siamo in coabitazione con la Roma. Non abbiamo giocato una brutta partita”. Poi l’affondo: “Ho fatto a Montella i complimenti per il secondo posto, ma abbiamo alcune divergenze di vedute sulla tattica. Io ho il convincimento che lo schema del Milan, che ci ha portato ad essere stati la squadra più titolata del mondo, sia quello con un trequartista e due punte. E insisto con l’allenatore che lo schema sia questo, ovvero non con due ali di ruolo”. Il 4-3-3 ha le ore contate oppure Montella insisterà sul sistema fin qui utilizzato?

SQUADRA GIOVANE E ITALIANA – Il pallino di Berlusconi è la valorizzazione del settore giovanile: “Donnarumma è un frutto del nostro vivaio, di nostri allenatori veramente capaci. Ha messo su molta massa muscolare e siamo contenti che sia arrivato in Nazionale. Dietro di lui, però, c’è anche un altro portiere (Plizzari Ndr) che i preparatori mi dicono sia altrettanto bravo: questo vuol dire che bisogna credere nel vivaio. Senza il closing con i soci cinesi, io avevo in mente il progetto della squadra tutta italiana, di giovani, preferibilmente emersi dal nostro vivaio. I tifosi avrebbero accettato una scelta del genere e avrebbero sostenuto questi ragazzi, che sarebbero andati in campo con una fame di gioco e di pallone e di successo che può rendere capaci le squadre giovani di superare le avversarie più quotate”.

IL FUTURO DI GALLIANI – Fininvest spinge per la vendita e Berlusconi apparentemente è rassegnato, anche se si dichiara commosso per il maxistriscione a lui dedicato dalla Curva Sud: “E’ stata un’emozione molto forte. Mi ha colpito tanto, hanno lavorato quasi tre mesi e mi hanno toccato il cuore. Ho accettato questa decisione di vendere con molto dolore, perché nel calcio sono entrati i soldi che derivano dal gas, dal petrolio o da situazioni di altri paesi, come Abramovich dalla Russia”. Ma il closing non è ancora una certezza: “Se non dovesse accadere, si vedrà. Ma io penso che ci abbiano dato assicurazioni valide. Abbiamo assicurazioni precise dalle banche che il 13 si chiuderà”. Nel caso, non è detto che per Galliani sia il passo d’addio: “Spero proprio che ci sia spazio per lui. Io cercherò di far accettare questa condizione”.

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Protagonisti:
Silvio Berlusconi

Fonte: Repubblica

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