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Al Milan serve più coraggio, ma l’Inter sta tornando

Al Milan serve più coraggio, ma l'Inter sta tornandoLa delusione milanista dopo il pari incassato in extremis (ansa) MILANO – I due piatti della bilancia al 92′ erano in un equilibrio precario: il Milan aveva segnato un gol in più, ma l’Inter aveva giocato meglio e con maggiore determinazione, con più freschezza. Il Milan aveva esibito un Suso meraviglioso e sorprendente stoccatore, un Bonaventura ovunque, un Locatelli tosto in interdizione, una difesa che teneva nonostante l’assenza di Romagnoli. L’Inter non aveva ricevuto nulla da Icardi e molto dai suo centrocampisti di lotta e di governo, anche dalla riscoperta Kondogbia, non molto da Joao Mario trequartista, questi ultimi due le vere novità di Pioli insieme a Medel in difesa. E insomma si andava verso un 2-1 che avrebbe provocato recriminazioni interiste. Così la zampata di Perisic nel recupero ha messo a posto le cose e quasi messo d’accordo tutti, almeno a livello di giudizio generale.
 
Le impressioni che lascia questo derby sono comunque quelle di un Milan che trascorre troppo tempo raccolto nella sua trequarti per pensare di sfangarla sempre in serie A, soprattutto contro avversari più attrezzati tecnicamente come è questa Inter. Perché poi il Milan-Inter di questo novembre inzuppato ha ribadito la vecchia impressione secondo cui la classifica è un po’ bugiardella, visto che il Milan è secondo e ha 8 punti sull’Inter nona, quindi c’è qualcosa che non quadra, visti i valori in campo, ribaditi dalla sfida di San Siro. E’ l’Inter la grande ammalata di questo inizio di stagione, per colpa più dei suoi dirigenti che dello staff tecnico, e da questo derby può ripartire con fiducia, perché i giocatori ci sono eccome, servono però maggiore compattezza di squadra soprattutto in fase di ripiegamento. Ma se hai gente come Candreva e Perisic, e quando Icardi tornerà dai suoi torpori autunnali, sono pochissimi in A in grado di fermare un’Inter lanciata pancia a terra. Il Milan si gode il suo Suso e pure Locatelli, per carità, ma deve chiedere di più a se stesso quando ha la palla tra i piedi. Altrimenti Carlos Bacca continuerà a immalinconirsi, e la saudade lo distruggerà. Al dunque: più coraggio, Montella, perché chi va in Champions di solito ne ha a profusione. 
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Fonte: Repubblica

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