Roberto De Zerbi PALERMO – La fiducia del presidente Zamparini per ora c’è, ma Roberto De Zerbi sa che il suo futuro dipende dall’esito delle prossime sfide prima della sosta. Il Palermo ha urgente bisogno di tornare a fare punti. Nelle ultime tre partite sono arrivate altrettante sconfitte pesanti con ben 11 gol al passivo e dalla trasferta di lunedì a Cagliari il tecnico rosanero vuole voltare pagina. “Il risultato è importante, sempre – spiega l’ex allenatore del Foggia -. Anche se il mio pensiero è arrivare al risultato attraverso il gioco. La squadra deve stare libera di testa e scendere in campo sempre con il coltello tra i denti. La vittoria è la miglior medicina. Dobbiamo compattarci e ritrovarla”. Anche il Cagliari, reduce da due pesanti sconfitte contro Fiorentina e Lazio, sta vivendo un momento difficile dopo aver iniziato la stagione nel migliore dei modi: “E’ una squadra che gioca bene. Ha subito molti gol, ma anche creato tanto e ha giocatori di livello come Borriello, Sau, Padoin, Isla e altri”.
De Zerbi continua a dover fare i conti con l’emergenza infortuni e l’allarme in difesa non è rientrato: “Andelkovic ha recuperato – spiega il tecnico – ma Rajkovic e Gonzalez restano fuori così come Trajkovski, Balogh e Bentivegna. Rajkovic e Gonzalez sono due pedine importantissime per noi. La colpa, comunque, non è di chi ha giocato al posto loro, ma soltanto mia. Rajkovic dovrebbe rientrare in gruppo la prossima settimana. Gonzalez, invece, dopo la sosta”. Un capitolo a parte merita Diamanti che, pur non avendo ancora segnato, si è sacrificato moltissimo. La sua presenza in campo risulta fondamentale: “Diamanti è un valore aggiunto per questa squadra, un giocatore importante anche dal punto di vista caratteriale – spiega De Zerbi – E’ generoso e affidabile in tutto, poi farlo rendere al 100% è compito mio. Per questo devo valutare con i preparatori le sue condizioni, così come quelle di Gazzi e di Aleesami. Quaison? Potrebbe partire dall’inizio”.
Palermo calcio
serie A
- Protagonisti:
- Roberto De Zerbi
Fonte: Repubblica