Fiorentina, Sousa: “Col Cagliari niente cali di intensità”
Paulo Sousa (agf) FIRENZE – Tu chiamala se vuoi, intensità. Già, è questa la parola che Paulo Sousa cita più volte nel corso della conferenza stampa alla vigilia dell’insidiosa sfida di Cagliari (domani ore 15 al Sant’Elia). Perché la sua squadra, reduce dalla vittoria esterna in Europa League contro lo Slovan Liberec, ha concesso troppo agli avversari in un secondo tempo dove i cechi hanno potuto riaprire la gara e mettere brividi eccessivi alla formazione viola. Per questo, specie contro un’avversaria come quella sarda, la Fiorentina non dovrà commettere questo tipo di errore. E Sousa, lo ammette in sala stampa, dovrà lavorare ancora molto su questo aspetto.
Da cosa è dipeso il calo di prestazione nella ripresa con lo Slovan?
“Sicuramente è cambiato qualcosa a livello tattico. E’ calata l’intensità, una cosa che non ti puoi permettere: questa squadra deve crescere ancora molto nell’affrontare tutte le azioni di una partita. Ha le potenzialità per farlo. Possiamo e dobbiamo crescere tanto anche su questo aspetto”.
Quando parla di intensità, ripensa anche a se stesso?
“La qualità della nostra squadra è quella di giocare. Siamo cresciuti, a tratti, a livello di intensità e l’inserimento di giocatori come Sanchez e Cristoforo, che sono molto più grintosi, ti porta anche a coinvolgere maggiormente la squadra. Dobbiamo accorciare le distanze tra i reparti, anche a livello di intensità difensiva. A me piace giocare un buon calcio ma con grande intensità sia con possesso palla che senza”.
Cosa ne pensa del Cagliari?
“Ha una sua continuità con risultati importanti, sta creando sempre più entusiasmo attorno a se. Ha grande esperienza e qualità tecnica, rischia pochissimo quando gli avversari pressano alti”.
Domani giocherete ale 15, dunque minor riposo dopo l’Europa…
“Anche il cambio di temperatura può costarci qualcosa, così come il fatto che i nostri avversari abbiano avuto una settimana per preparare la partita di domani. Queste, però, non devono essere degli alibi per noi. Dobbiamo superare noi stessi nell’intensità di ogni azione e il Cagliari ha un’intensità alta, capisce molto bene i tempi di gioco”.
Quello di Cagliari è un esame anche per lei?
“Tutti i giorni è un esame per me, lo sarà sempre. Viviamo di risultati e questi condizionano le emozioni: dobbiamo gestirle, rimanendo concentrati su quel che possiamo fare. Massima concentrazione e massima fiducia. Dobbiamo fare molto di più, giocando bene e dando continuità. La fame di vittoria deve esserci sempre e la nostra squadra può crescere molto”.
Cosa deve fare la squadra per sostenere la doppia punta?
“A livello difensivo il nostro concetto è chiaro, cioè rubare il pallone ai nostri avversari il più velocemente. Ma molto dipende dall’intensità, non soltanto sulla percezione della dinamica offensiva: abbiamo giocatori che ci permettono di fare questo, di dare ricambio a chi non ha più la giusta intensità. Aiutiamo la squadra e la squadra aiuterà il singolo”.
A Liberec abbiamo visto un centrocampo a 4: qual è la sua idea?
“Abbiamo preso questa decisione in base all’avversario, per avere uomini liberi all’interno e creare distanze sulle linee difensive e dei centrocampisti. Così abbiamo dato anche profondità, dove le nostre due punte si sono mosse. Nella prima parte abbiamo fatto molto bene e questo lo possiamo fare spesso in futuro. Nella seconda parte, anche con una punta, possiamo farlo: non ci siamo riusciti a Liberec ma dobbiamo migliorare”.
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Fonte: Repubblica