Locatelli regista e Montolivo rifinitore, così Montella riforma il Milan
MILANO – In attesa del sospirato closing coi cinesi e degli annessi chiarimenti sul futuro assetto societario, il punto fermo del Milan è sempre più evidente: il decisionismo di Montella. E’ palese la svolta tattica e “geopolitica” della squadra, figlia del pragmatismo, di un mercato forzatamente al risparmio e dei guai fisici di Mati Fernandez e Zapata: un gruppo massiccio di giocatori italiani e la scelta di sfruttare il contropiede, soprattutto quando gli avversari sono superiori per tecnica o palleggio. Era capitato in casa del Napoli, è successo ancora in casa della Fiorentina.
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IO SONO UN AUTARCHICO – Secondo parafrasi del film di Nanni Moretti, Montella ha fatto virtù dell’attuale abbandono della grandeur berlusconiana, seminando indizi sempre più corposi della metamorfosi in atto. Schierando per la seconda volta consecutiva la stessa formazione, l’allenatore ha implicitamente confermato che i suoi titolari sono 15-16, ruotati ormai con costanza in alcuni ruoli. Il portiere Donnarumma e il duo Paletta-Romagnoli sono i cardini della difesa. Il predatore di palloni Kucka e l’eclettico Montolivo sono i pilastri del centrocampo. Bacca è il fulcro dell’attacco. Il resto può cambiare, ma fino a un certo punto. E la base, comunque, è inconfondibilmente italiana.
RIFORMA A CENTROCAMPO – Italiani sono i terzini che si potranno alternare: Calabria e De Sciglio titolari a Firenze, più Abate e il duttile Antonelli. Italianissimi sono Bonaventura, il Fregoli del reparto e il nuovo che irrompe, il giovane Locatelli. Il suo innesto nella ripresa, da regista, si ripete ormai con troppa frequenza per essere casuale. Al Franchi, nel quarto d’ora finale, ha disegnato un sistema di gioco alternativo al 4-3-3 di partenza: un 4-2-3-1 molto elastico, che modifica il centrocampo e che potrebbe imprimere un marchio ancora più italiano al Milan.
MONTOLIVO LIBERATO – L’incognita resta il ritmo: finché la squadra avversaria lo mantiene alto, gli schemi offensivi di Montella restano frenati e i pericoli per Donnarumma abbondano (vedi Napoli, Lazio e con la Fiorentina il rigore di Ilicic sul palo, che si aggiunge a quello parato da Donnarumma a Belotti col Torino). Lo sviluppo più interessante del modulo sperimentato nel finale riguarda Montolivo. Coperto alle spalle dal duo Kucka-Locatelli, che deve però superare altre verifiche di complementarietà, il capitano del Milan ha potuto finalmente abbandonare quei prevalenti compiti da incontrista che gli toccano in posizione più arretrata e che gli spesso impediscono l’appoggio diretto al centravanti: così la critica può riscoprirne la vena di rifinitore, restituito a un ruolo più libero.
BACCA E LE INCOGNITE DI MERCATO – A quel punto si profilerebbe una stretta concorrenza per il ruolo di esterno d’attacco. Tutta italiana a sinistra con Bonaventura, favorito dalla confidenza coi compiti del tornante, Antonelli e Bertolacci, che quando sarà guarito dall’infortunio muscolare si candiderà anche come centrale. Tutta straniera a destra, con Niang, Suso e Honda a contendersi una maglia. Per quella di centravanti non c’è ballottaggio: Bacca è il titolare, Luiz Adriano la riserva affidabile, Lapadula il jolly. Da qui al mercato di gennaio, con le sue incognite a cominciare dal corteggiamento del Psg a Bacca, il Milan autarchico di Montella ha una sola strada per cementarsi: fare il maggior numero possibile di punti. Il sistema col tridente rimane il riferimento, ma il riformista Montella è aperto alle novità. milan ac
- Protagonisti:
- vincenzo montella
Fonte: Repubblica