Milan, Fininvest attacca: “Cinesi solidi, già versati 100 milioni”
Silvio Berlusconi con l’investitore cinese Han Li MILANO – Fininvest interviene dopo che le notizie su documenti falsi, presentati dalla cordata cinese durante la trattativa per l’acquisto del Milan, sono state rilanciate anche dalla Cina, non solo dagli Stati Uniti con l’agenzia Bloomberg. Secondo il quotidiano Caixin (organo di informazione economica e finanziaria con sede a Pechino) sarebbero state inviate dai rappresentanti dei compratori asiatici certificazioni irregolari questa volta riferite alla Dongguan Bank (Bloomberg invece aveva parlato della Jiangsu Bank). Anche questo documento risale a fine aprile, come il precedente. La banca cinese ha dichiarato al giornale che la lettera inviata a Fininvest con i dati dell’istituto di credito per garantire appoggio finanziario alla cordata è falsa.
SOLIDITA’ BASATA SUI 100 MILIONI – A metà pomeriggio Finivest ha replicato con un comunicato nel quale si ricorda che, “a fronte dello stillicidio di rumor e indiscrezioni relative alla prima fase delle trattative per la vendita dell’Ac Milan” si ribadisce “con forza che le verifiche sulla solidità finanziaria degli acquirenti si sono basate sugli approfondimenti compiuti dai nostri advisors presso istituzioni finanziarie e operatori cinesi e internazionali”. La prova principale di questa solidità viene considerato “il pagamento, in anticipo sui tempi previsti, della caparra di 100 milioni di euro da parte di Sino-Europe Sports che ha ad oggi rispettato tutti gli impegni assunti con l’accordo firmato dalle parti ad agosto”. In conclusione, secondo la holding della famiglia Berlusconi, “il lavoro congiunto di Fininvest e Sino-Europe Sports per arrivare alla chiusura del contratto, prevista entro la fine dell’anno, prosegue in modo positivo e in un clima di massima collaborazione. Questi, e solo questi, sono i dati di fatto, al di là di ogni speculazione”. E anche Sino Europe ha preso posizione con un comunicato: “In merito alle incessanti speculazioni da parte dei media – inclusa quella odierna, diffusa dal quotidiano cinese Caixin, che sostiene che durante le negoziazioni, Fininvest avrebbe ricevuto false garanzie finanziarie e falsi documenti a supporto – Sino Europe Sports dichiara fermamente che ogni speculazione a riguardo è infondata e che sta valutando di avviare le opportune azioni legali.Come più volte già dichiarato da Fininvest, Sino Europe Sports si è attenuta debitamente e puntualmente agli obblighi finanziari nei confronti di Fininvest, in conformità con l’accordo siglato il 5 agosto. Le parti stanno lavorando attivamente per finalizzare il closing, come previsto nello stesso accordo”.
ABBONDANZA DI INVESTITORI – Paolo Berlusconi, intervistato da Milan Tv, aggiunge: “Le mie informazioni sono che, nonostante il gossip, le cose stiano andando avanti. Anzi, ci sono più pretendenti di gruppi che vogliono entrare nella compagnia, tutto il contrario della carenza di fondi. Quindi credo siano cose destituite di fondamento”. Il riferimento a una pluralità di investitori, unita al fatto che nemmeno dopo il closing saranno resi noti tutti i nomi dei compratori del Milan, fa pensare a un’operazione nella quale con ogni probabilità è coinvolto un numero abbastanza ampio di soggetti coordinati da Yonghong Li. Sotto l’ombrello del fondo che acquisterà il 99.93% del club rossonero – dovrebbe trattarsi di Haixia, l’unica entità finora resa nota – ci sarebbe un numero di investitori a questo punto difficilmente quantificabile.
LA FIGC VIGILERA’ – La possibilità di non rendere noti tutti i nomi, infatti, fa pensare a un’operazione finanziaria più che a una cordata imprenditoriale in senso stretto perché gli azionisti potranno restare coperti solo se sono investitori del fondo in una misura inferiore al 10%, altrimenti dovrebbero uscire allo scoperto secondo le norme della Figc, approvate un anno fa dopo il caso Manenti al Parma. Questa costruzione finanziaria dovrebbe essere compatibile con le regole della Federcalcio che però monitorerà con attenzione la vicenda dopo il “closing”. In ogni caso i rappresentanti del fondo dovranno possedere tutti i requisiti richiesti dalla nuova disciplina di Via Allegri.
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Fonte: Repubblica