Esordio in Champions positivo del Napoli che, al di là delle comprensibili difficoltà, è riuscito a strappare un’importante vittoria in terra straniera, ribaltando lo svantaggio iniziale e mettendo in mostra un Milik sempre più goleador e beniamino dei tifosi partenopei.
Dal punto di vista tattico, la partita per gli azzurri è stata sin dall’inizio molto complicata. Già dalle prime battute, infatti. è emersa una chiara difficoltà, per i centrocampisti e difensori centrali del Napoli, nel condurre un tranquillo giro palla, a fronte dell’ossessivo pressing portato dagli uomini della Dinamo Kiev. La pressione degli uomini di Rebrov è stata infatti costante e determinata, ed ha costretto gli azzurri ad incorrere in numerose sbavature tecniche. Tra quelli maggiormente in difficoltà, tra i napoletani, ci sono stati senza dubbio i centrocampisti. Hamsik ed Allan non sono mai riusciti a trovare libertà di inserimento e di palleggio sulla trequarti e Jorginho ha faticato a prendere in mano le redini del gioco, ritrovandosi spesso costretto a giocare con un uomo ad impedirgli di girarsi e dettare i ritmi della squadra. Per questo motivo, le azioni principali degli azzurri nel primo tempo sono arrivate da verticalizzazioni improvvise su Mertens o da situazioni in cui gli esterni riuscivano ad evitare il primo pressing e a sviluppare la manovra dalle fasce. Prezioso si è poi rivelato anche stasera il lavoro oscuro di Milik, non sempre preciso nelle giocate palla a terra, ma utilissimo nel creare spazi per i compagni. Ovviamente, le cose fondamentali il polacco le ha fatte di testa, depositando in rete il cross di Ghoulam e la respinta sulla conclusione aerea di Mertens. L’abilità di testa dell’ex centravanti dell’Ajax è una novità tattica tutta da sfruttare per il Napoli. Grazie a lui si possono ora trovare nuove soluzioni non contemplabili con gli attaccanti titolari degli anni precedenti. Tuttavia, Milik dovrà lavorare intensamente per cercare di migliorare la sua rapidità e destrezza nelle conclusioni a rete, fondamentale tecnico che ancora gli fa difetto.
Con l’uno a due acquisito nel finale del primo tempo, il Napoli ha potuto gestire la ripresa lasciando maggior campo alla squadra di Rebrov e godendo di maggiore spazio per proporre le proprie dinamiche di gioco. Tuttavia, il secondo tempo dell’undici partenopeo è stato caratterizzato principalmente dalla volontà di tenere a freno i tentativi di riacciuffare il risultato dei padroni di casa. In poche occasioni, infatti, la squadra di Sarri è riuscita ad accelerare e a portare seri pericoli dalle parti di Shovkovskiy. L’intenzione di gestire il risultato è emersa poi ancora più evidente dopo aver acquisito l’uomo in più, in seguito all’espulsione di Sydorchuk. Il non aver tentato di chiudere la partita ha però esposto gli azzurri ad una possibile beffa nelle fasi finali della gara, quando la Dinamo Kiev cercava di attaccare a testa bassa, senza però risultati.
Alla fine la maggior qualità della squadra di Sarri è emersa, seppur non in tutto il suo potenziale. Quello di Kiev non è stato infatti il miglior Napoli. Le difficoltà sono state tante, sia in fase di costruzione delle manovra, sia in difesa, dove non sono mancate disattenzioni e movimenti sbagliati.
L’importante però era portare a casa i tre punti e lanciare forte, fin dall’inizio, la propria candidatura a leader di un girone molto equilibrato, che fino alla fine riserverà grandi insidie.