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Calcio Femminile: Il caso collana condiziona la partenza del Napoli Carpisa Yamamay

La squadra partenopea costretta a scendere in campo senza allenarsi

Il presidente Carlino: “Sembra che a Napoli le donne non abbiano lo stesso diritto degli uomini di giocare a calcio”

Un inizio di stagione condizionato dal caso Collana e all’insegna della sfortuna per il Napoli Carpisa Yamamay Calcio Femminile. La squadra del presidente Lello Carlino, guidata dal nuovo allenatore Marco Mazziotti, è stata superata nel primo turno della Coppa Italia dalla Roma XIV. Una partita rocambolesca, ribaltata nella ripresa dalle capitoline, che hanno rimontato dal 3-0 al 3-4 grazie anche alla doppia espulsione di Di Marino e Schioppo tra le napoletane. Quello che ha pesato, però, è stata anche la mancata preparazione, legata soprattutto all’impossibilità di utilizzare il campo dello stadio Collana, sia per gli allenamenti che per le gare. Il Napoli Carpisa Yamamay è sceso in campo al Denza, non avendo ancora alcuna notizia su quale sarà il futuro del campo ufficiale di gioco al Vomero, anche in vista del campionato che inizierà nelle prossime settimane.

“Ho l’impressione che a Napoli le donne non abbiano lo stesso diritto di giocare a calcio degli uomini – spiega Carlino -. Rappresentiamo la città ai massimi livelli nazionali nel calcio femminile da diversi anni eppure non abbiamo un campo sul quale allenarci e giocare. Mi dispiace soprattutto per le ragazze, che fanno tanti sacrifici tra mille difficoltà. Abbiamo vinto un bando di gara della Regione Campania, insieme ad altre società, per la gestione dello stadio Collana, che negli ultimi anni abbiamo utilizzato pagando un canone tra i più alti d’Italia e investendo centinaia di migliaia di euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria, anche quando non era di nostra competenza. Il Comune di Napoli non vuole rilasciare la struttura, impedendoci di realizzare tutti quei lavori che consentirebbero di mettere a disposizione degli sportivi napoletani un impianto completamente rinnovato e funzionale, che accoglie migliaia di sportivi ogni giorno. Se la situazione non si risolverà a breve ci rivolgeremo anche alle massime autorità sportive nazionali per chiedere che a Napoli il calcio femminile possa avere gli stessi diritti di quello maschile”.

 

Napoli, 30 agosto 2016

 

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