Repubblica rilancia: Cavani-De Laurentiis, trattativa top secret
Se ci sei, batti un colpo. La risposta di Aurelio De Laurentiis non si è fatta attendere, con un lungo e insolito comunicato diffuso ieri sul suo profilo twitter. «Cavani torna al Napoli? È difficile, vi spiego perché», ha scritto di suo pugno il presidente, senza smentire mai l’esistenza della trattativa con il Psg (che va avanti da quasi un mese) e mettendo in piazza la sua riconciliazione con il Matador. «Lo stimo tanto, ci ha fatto divertire e ha segnato per noi ben 104 gol». Poi la legittima frenata, per non alimentare troppe illusioni a tre giorni dalla chiusura del mercato. «Abbiamo bisogno di giovani in grado di consacrarsi con la nostra maglia. Siamo responsabili del futuro della squadra e non ci servono operazioni a effetto». Il quotidiano “Le Parisien” ha aperto di nuovo alla cessione dell’uruguaiano, che a Parigi non vive un bel momento. Per liberarlo, però, il tecnico spagnolo Emery pretende l’acquisto di un sostituto alla sua altezza.
Cavani la sua scelta l’ha già fatta, invece: (ri)vuole Napoli e il Napoli, a costo di tagliarsi il sontuoso ingaggio da 10 milioni che gli garantiscono gli sceicchi del PSG, il top club a cui è legato fino al 2018. Ma a Parigi, dove vive da tre anni, il Matador ha smesso di sentirsi a suo agio: in campo e fuori. Lo ha detto esplicitamente pure a De Laurentiis, durante le frequenti chiacchierate telefoniche delle ultime quattro settimane: con cui il bomber uruguaiano ha messo una pietra sopra ai dissapori con il suo ex presidente, da cui ora s’aspetta il lasciapassare per coronare il suo sogno. «Ho deciso, voglio tornare».
Adieu alla Ligue 1: un torneo che gli ha regalato ricchezza, 3 titoli e facile gloria, mai però un ruolo da protagonista e nemmeno l’ombra delle emozioni provate in azzurro: 104 gol in 138 gare ufficiali, quando il San Paolo era ai suoi piedi e nessuno avrebbe mai osato discuterlo. L’esatto contrario di quanto è avvenuto invece al Parco dei Principi, dove non lo hanno mai considerato all’altezza di Ibra e ora che lo svedese ha salutato neanche di sostituirlo: come dimostrano i fischi nella gara con il Metz.
L’ultima goccia, forse. Ma il “vaso” di Cavani era già colmo. Il primo contatto telefonico con De Laurentiis risale a fine luglio, in coincidenza con il passaggio di Higuain alla Juve. La pazza idea di riprendersi Napoli è cominciata a frullare nella testa del Matador, bene informato sugli umori della città, dove hanno deciso di continuare a vivere la ex moglie Maria Soledad e i suoi due figli. Il campione si era allontanato pure da loro, nell’estate 2013: quando gli sceicchi bussarono alla sua porta. Andò via con l’etichetta di “traditore”, che gli fu appiccata addosso anche per le sue vicissitudini familiari. Spuntò un’altra donna e l’attaccante non negò di avere scelto Parigi per iniziare un’altra vita: più libera e con meno pressioni, fuori dal campo.
Ma i napoletani non perdonarono a Cavani le modalità del suo addio. Memorabili i fischi piovuti sull’ex idolo nell’ amichevole contro il PSG del 2014, a Fuorigrotta.
Per ricucire quello strappo, però, sono bastate le vicende dell’ultimo mese: in cui è riscoppiata la pace con De Laurentiis e con Napoli. L’1 agosto, nello stupore generale, il Matador registrò un video messaggio di auguri da Parigi, trasmesso al San Paolo durante la festa per i 90 anni del club. Strana scelta, dopo le storie tese del passato. Invece c’era dietro un’abile regia, concordata tra il presidente e il campione. Riconquistare i tifosi, feriti per la fuga del Pipita a Torino, non è stato difficile. «Io al suo posto non sarei andato alla Juve”, ha chiarito in un’intervista televisiva l’attaccante uruguaiano, raccontando d’avere ancora il cuore azzurro.
A Napoli hanno apprezzato, intuendo qualcosa. Su twitter impazza l’hastag: #hovistoCavani. Ma i sospetti sono stati dribblati da De Laurentiis, che ha depistato tutti flirtando con Icardi. Invece parlava a Cavani, gettando le basi per un’operazione al limite dell’impossibile. Il Matador rivuole l’azzurro, a costo di spalmare il suo ingaggio. Resta però da convincere il PSG. «Nessuno è incedibile», ha detto il tecnico dei parigini, Emery. Edi freme, aspettando la mossa di Adl, che non sente da venerdì. È il momento dei fatti, non delle parole.