ESCLUSIVA PA – Peppino di Capri, lo show continua a 77 anni…in giro per il mondo e sempre forza Napoli
di Carlo Ferrajuolo
Peppino Di Capri ritorna in concerto al Negombo di Ischia dopo quattro anni di assenza. A 77 anni Peppino conserva l’aria dell’eterno ragazzo che, davanti alla tastiera del pianoforte, può regalarci una canzone romantica o anche improvvisare un indiavolato twist, rock ’n roll. Ha cominciato la sua carriera 59 anni fa, suonando con i Rockers e poi l’incontro con i Beatles, che erano emeriti sconosciuti in Inghilterra. Negli anni sessanta sei stato un cantante di rottura…Hai portato una ventata di freschezza nella canzone napoletana… <<sì, sono stato l’artista che ha portato nuove sonorità, -racconta Di Capri- moderni arrangiamenti nella canzone napoletana dell’epoca…Mia madre, in casa, cantava queste canzoni classiche napoletane da “Voce e notte” a “Torna a Surriento”, ed io pensai perché non farle conoscere ai ragazzi della mia generazione Rinnovai nel tessuto ritmico la sonorità della musica partenopea innestando in essa varie sonorità: dal mambo, al cha cha cha e al jazz orecchiabile>>. Lei viene da una famiglia, da parte paterna, di musicisti. E’ vero che da ragazzo lei venne cacciato dalla sua insegnante di pianoforte? «Sì. Mi cacciò letteralmente dal suo studio quando scoprì che la sera andavo a suonare nei locali di Capri. Lei si era insospettita perché vedeva che a ogni lezione il mio polso non era fluido e leggero come lei voleva. Poi una notte suo marito, il maestro di violino Falco, m’incontrò in una stradina di Capri e mi chiese che cosa stessi facendo. Risposi che aspettavo mio padre, invece tornavo da un night, dove suonavo. Sia chiaro, la musica classica mi piaceva, la apprezzavo, ma dentro di me covavo altro. Insomma, io già a 4 anni suonavo le canzoncine americane per il generale Clark, il comandante della Quinta Armata americana ».Che cosa erano per lei gli Stati Uniti d’America a quei tempi? «Mi hanno lasciato dentro una traccia profonda. Registravo dalle stazioni radio straniere tutte le novità discografiche. Ero sempre con le antenne ben dritte per capire che cosa girava di nuovo attorno alla musica».
Tra i fenomeni di quegli anni ci furono i Beatles, che lei accompagnò nel loro tour italiano nel giugno del 1965. Come ricorda quell’esperienza?
«Sì, io facevo da supporter nella prima parte dei loro concerti. Vidi arrivare questi quattro ragazzi capelloni, alternativi, con amplificatori Vox grandi come armadi… Ricordo soprattutto un bell’impatto di sonorità, ma loro erano inavvicinabili. Siamo riusciti a farci una foto insieme soltanto all’ultimo giorno del tour. Li apprezzavo e ascoltavo con grande riverenza. Per noi italiani la grande novità stava nel sentire suoni e volumi diversi nei concerti rispetto a come eravamo abituati. Ho girato in 16mm diversi pezzi del concerto di Milano di Roma. Pensate che la Rai non solo non mandò le telecamere a seguire i live, ma sostenne apertamente la volontaria assenza dicendo “questi qua, tra sei mesi sono finiti”. Alla fine degli anni sessanta hai avuto un momento di buio…Ci credeva tanto nelle sue possibilità artistiche…
“Dopo la crisi post Beatles, con le ultime 250 mila lire aprii la mia etichetta. Era il 1970. Il primo 33 giri vendette 20 mila copie. Mi comprai una Mercedes coupé. Anni dopo la ritrovo in un garage e la ricompro. La porto da un carrozziere ad Agnano e scordo l’indirizzo. Sono passati dieci anni. Il carrozziere era un vecchietto, sarà morto”. Nel 1973 Nasce “Champagne” ed a Canzonissima riscuote un grande successo…. << Composta “pensando a Charles Aznavour e a Domenico Modugno”, la canzone ha trovato in Peppino di Capri il suo miglior interprete: da allora Champagne non ha mai smesso di accompagnare e guidare il successo dell’artista caprese. Nell’autunno del 1973 la collaborazione tra Mimmo Di Francia, Sergio Iodice e Depsa – i tre creatori del brano – era solida e fu proprio partendo da una frase appuntata da Depsa su una sua agenda che Mimmo di Francia ideò il titolo Champagne e l’architettura complessiva della canzone. La musica, successivamente, venne ideata da Di Francia in un taxi a Napoli. Il testo nacque dalla collaborazione tra i tre autori. Io non sono l’autore, ma molte architetture musicali mi appartengono>>. Che cosa pensa dei talent show?
«Mi sembrano un modo come un altro per farsi conoscere. Tra i giovani emersi da questi show mi piace moltissimo Lorenzo Fragola, il vincitore di X Factor. Una voce nuova e originale, che non copia dagli altri, con una bella timbrica. Davvero fantastica. Li fanno cantare in inglese, un modo facile…L’inglese e come il napoletano una lingua molto musicale, mentre l’italiano no…Per vedere se hanno tanto talento devono cantare in italiano>>.
Oggi cantano un po’ tutti allo stesso modo?
«Forse non lo fanno apposta, però finiscono per assomigliarsi un po’ tutti. Magari la tua voce è molto più bella ma ti piace uno e canti alla sua maniera, fai di tutto per avvicinarti al suo modello e così perdi in originalità».
Lei ha partecipato a 15 Festival di Sanremo, vincendone due. Tornerebbe sul palco dell’Ariston?
«Certo, mi piacerebbe, però non da concorrente. Ci andrei volentieri per ritirare un premio alla carriera. Dopo 57 anni di onorata attività, sento proprio di meritarmelo»Quanti italiani si sono innamorati con le sue canzoni…
“Negli ultimi anni è più la gente che mi minaccia, “mannaggia a te”, che chi mi ringrazia”.Il suo Sanremo migliore?“L’anno di Il sognatore. Mi arrivò un telegramma di Lucio Dalla: “Stupenda esibizione”. Mi ero illuso di arrivare tra i primi, non fu così, non so se per qualche inghippo. Ora ho un brano meraviglioso: la mia 500ª canzone”. Boss-attore nel film “Natale col boss” prodotto da Aurelio De Laurentiis, con la partecipazione di Lello e Greg….Simpatica esperienza…come è nato tutto?
<<Aurelio De Laurentiis un giorno mi convoca all’Hotel Vesuvio, pensavo volesse qualche consiglio sui giocatori del Napoli e invece mi propone il film. “Dai, firmiamo”. Io “Ma me lo fai leggere il contratto?”. “Ma dai, tra amici ci mettiamo a perdere tempo, c’è la partita tra mezzora””. Non era lì di certo per offrirmi tanti soldi. Conoscete Aurelio, tiene il braccino corto, “Chiedi cifre che neanche a Hollywood…”, “Aurelio, dammi quello che vuoi””>>. Domani sera lei ritorna al negombo dopo 4 anni di assenza..<<Immenso piacere ritornare nell’isola verde. Qui ed a Capri ho iniziato la mia carriera…Cisarà un grande maxischermo per la partita e poi il mio concerto. Una vita piena di ricordi.
“Vivo il presente, un po’ il futuro. Mi piace la tecnologia, seguo i miei figli”. Sabato sera ritorna al Negombo dopo quattro anni di assenza… Forte emozione?<<Immenso piacere ritornare nell’isola verde e in questa splendida struttura. Qui a Capri ho iniziato la mia carriera…Ci sarà un grande maxischermo per la partita e poi il mio concerto. Proporrò il mio repertorio, le mie canzoni più famose, mi divertirò con il mio pubblico come faccio oramai da decenni>>. Lei è amico di Aurelio De Laurentiis cosa ne pensa del personaggio e cosa suggerisce al presidente del Napoli…<< Aurelio è un uomo intelligente, astuto al punto giusto, un calcolatore e ci vuole guadagnare…Vuole spendere ma non vuole sbagliare ed in questo è molto fortunato… Investe in maniera ragionata senza esporsi mai troppo… Con il Napoli lui ci avrà guadagnato sicuramente… I soldi fanno gola a tutti, ma essendo un uomo molto orgoglioso gli acquisti finali li farà…>>. Non crede che così facendo possa creare delle esasperazioni alla gente di Napoli? <<Io penso che alla fine, lui a mente fredda, sappia guidare questo treno impazzito e portarlo alla vittoria>>. La vicenda Higuain? <<Io penso che hanno torto entrambi…Higuain non ha rispettato i compagni di squadra e Sarri, mentre De Laurentiis applicando una clausola lo ha messo sul mercato>>.