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Ferlaino: “Maradona non sarebbe mai andato alla Juve, ma erano altri tempi. Sullo Scudetto…”

Domani si celebreranno l’anniversario dei 90 anni della storia del calcio Napoli. I colleghi de Il Mattino hanno intervistato lo storico presidente dei due Scudetti Corrado Ferlaino:

“...la forza economica del mio Napoli erano gli incassi allo stadio, quelli che oggi incidono non oltre il 5%. Ma incassavamo 25 miliardi di lire e ne spendevamo 35 solo in stipendi per i calciatori. Capirete quanto sia difficile confrontarsi con le potenze del nord e batterle“.
Continua l’ex patron azzurro soffermandosi sul potere che le squadre del Nord avevano sulle conduzioni arbitrali delle partite: “…se un arbitro sbagliava ai danni del Napoli, non accadeva nulla; se il torto riguardava  Juve, Milan e Inter un arbitro chiudeva la carriera. Serviva una speciale cura nei rapporti con il Palazzo che ho sempre avuto. Se siamo arrivati a vincere due scudetti dobbiamo ringraziare San Maradona, anche e prima di lui tre volte eravamo andati vicini al titolo…”.
Non può esser che commovente il suo ricordo di Diego Armando Maradona: “...Diego riuscì ad imprimere un cambio di mentalità e a dare certezze ai compagni, alla società ed all’ambiente…”
E sul paragone Higuain-Maradona in merito alla permanenza in maglia azzurra: “Maradona voleva andare al Marsiglia, era già d’accordo con Tapie.  Non perchè fosse attirato dai soldi, piuttosto gli piaceva l’idea di cambiare squadra, campionato, Paese. Io riuscii a bloccarlo perchè erano altri tempi: i giocatori erano realmente vincolati dai contratti, restavano quasi a vita in un club se il presidente non voleva cederli. Ma un fatto è certo: Maradona non sarebbe mai andato alla Juve, amava e amava profondamente Napoli ed il Napoli… il calcio ora ha differenti valori e aspetti economici: pesano molto gli introiti per i diritti televisivi…le bandiere come Luis Vinicio e Antonio Juliano non esistono più”.
Non si tira dietro Ferlaino dal commentare se Gonzalo Higuain ha rivestito o meno i panni del traditore: “C’era una clausola nel suo contratto, inserita per un motivo preciso: se un giocatore fa grandi cose e raggiunge sul mercato quel prezzo, lui se ne va strappando un contratto più vantaggioso e la società incassa una grossa somma. La clausola rappresenta una garanzia per il presidente, perchè nessuno se la prenderà con lui… Sugli aspetti morali, chiamiamoli così, dico che alla gente che ama il calcio per il calcio questo sembra altro: un gioco diverso… dopo Udine e la squalifica per tre giornate, ovvero quando il giocatore mostrò l’attaccamento alla maglia, gli avrei aumentato lo stipendio. Era il momento giusto”.
Sul fatto che il Napoli può ancora credere o meno allo Scudetto l’ex patron azzurro risponde: “…vedere cantare tifosi e giocatori quel brano l’anno scorso non mi piace tanto perchè per me l’inno del Napoli resterà sempre O’ surdato ‘nnamurato: la squadra condivideva un sentimento. Ecco, questa è una forza. E un calciatore come Hamsik, per il suo affetto, dovrebbe esser amato di più… Si può andare avanti senza Higuain perchè ci sono soldi e possibilità di farlo.  Due le strade. La prima è affidare un gruppo di giovani ad un ottimo allenatore come Sarri. La seconda è prendere campioni già affermati a livello internazionale. L’anno scorso con acquisti mirati a gennaio il napoli avrebbe potuto giocarsela. Il Napoli adesso può vincere il terzo scudetto. Anche se secondo me ciò che conta non è tanto lo scudetto ma essere stabilmente tra le prime 5-6 d’Europa e tentare di vincere la Champions League. Ecco, questo è il mio sogno. La Juve ha vinto molto in italia e adesso aspira alla Champions League. Dovrebbe provarci anche il Napoli, sopratutto per quanto si guadagna attraverso la presenza stabile nella massima competizione internazionale. E poi in campionato vince il più forte mentre in Champions vince il più fortunato perchè tra andata e ritorno il risultato può esser una lotteria”

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