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Da Higuain a Cavani: Napoli e le stelle fuggenti

Da Higuain a Cavani: Napoli e le stelle fuggentiGonzalo Higuain (lapresse) NAPOLI – Vedi (il) Napoli, ti innamori ma poi decidi comunque di abbandonarlo. L’azzurro sulla pelle che all’improvviso diventa un ricordo sbiadito. Ezequiel Lavezzi, Edinson Cavani e adesso Gonzalo Higuain, il copione è praticamente lo stesso. Gli idoli del San Paolo non resistono più e preferiscono altre sfide. Il Pipita si è messo in scia dei predecessori con una scelta che continuerà a fare rumore. “Vado alla Juventus”. E il tradimento (sportivo) s’è compiuto. Il copione è quello solito: rabbia degli appassionati e insulti. Ma il bomber argentino ha scaricato tutte le colpe su Aurelio De Laurentiis. “Mi ha spinto ad andarmene. Non sarei rimasto un secondo di più con lui”. Tutte le responsabilità, dunque, sono del patron: rapporto ai minimi termini (Higuain non ha mai dimenticato quando a febbraio lo definì grasso nonostante la caterva di gol) e un progetto poco ambizioso in ottica scudetto, queste le motivazioni dell’argentino che così ha messo all’angolo il patron azzurro.

Non è stato l’unico. Il malessere nei confronti del presidente è stato manifestato pure da Edinson Cavani che nell’estate del 2013 è stato protagonista della prima cessione milionaria. Clausola di 63 milioni, il Psg ha versato fino all’ultimo euro per assicurarsi il Matador delle 104 reti in tre anni, record tutt’ora imbattuto nel Napoli attuale. Poi la bordata a distanza di qualche anno. “Non potrei mai tornare perché c’è Aurelio De Laurentiis”. Il quale non è riuscito a darsi una spiegazione. “Forse ce l’ha con me perché sarebbe voluto andare altrove. L’ho venduto fin troppo bene invece. Non ho fatto sconti e lui è andato in Francia”. Dove ha ritrovato Lavezzi, primo beniamino di un Napoli destinato a diventare grande. Il Pocho è il prototipo del calciatore perfetto per stregare gli appassionati: scatto impressionante e la capacità congenita di saltare l’uomo. Genio e sregolatezza: la giocata ad effetto meglio della soddisfazione personale. Cinque anni con qualche turbolenza (la fuga improvvisa del 2009 per l’interesse del Liverpool) poi ha lasciato tra le lacrime nel 2012 dopo la vittoria in Coppa Italia. La necessità di un ingaggio migliore lo ha spinto via dal Napoli che gli ha riservato un ritorno incredibile quando si è esibito allo stadio San Paolo (l’amichevole con il Psg), al contrario di Cavani e quasi sicuramente di Higuain.

Una rottura vera col Pocho non c’è mai stata. Lui parlò di una città caotica (“L’affetto a volte è eccessivo, non riesco ad uscire di casa con mio figlio”), salvo poi pentirsene quando al Parco dei Principi era uno qualunque. I motivi economici, dunque, furono alla base del divorzio tanto è vero che poi Lavezzi, ancora relativamente giovane, ha optato per la Cina a 31 anni perché all’Hebei guadagna 15 milioni di euro netti a stagione. Higuain, invece, ne otterrà la metà dalla Juve e ha l’obiettivo del triplete: scudetto, Champions League e Coppa Italia. Perché il Napoli adesso è il suo passato. “Le bandiere ormai sono rare”, ha spiegato Totti. E gli appassionati azzurri si sono aggrappati alla cresta di Hamsik. Lo slovacco ha giurato amore eterno e ieri ha trovato l’accordo per il rinnovo del contratto: firmerà in giornata fino al 2020 (con opzione fino al 2021). Il Napoli a vita, dunque. “Mi  trovo benissimo e i miei figli sono nati qua. Probabilmente ci resterò anche quando mi sarò ritirato”. Lo spot lo ha girato Marekiaro, l’eccezione alla regola dei campioni che cercano fortuna altrove.

ssc napoli

serie A
Protagonisti:
gonzalo higuain
edinson cavani

Fonte: Repubblica

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