Maurizio Sarri ha presentato l’ultima sfida di campionato di domani sera al San Paolo contro il Frosinone, che può regalare al Napoli l’accesso diretto alla Champion’s League il prossimo anno. Ecco quanto si legge su tuttomercatoweb.com
Cosa significa allenare il Napoli in Champions per uno che è tifoso del Napoli? “Mi sto toccando… il messaggio da passare è che domani è difficile. Possiamo fare 2mila riferimenti, ma solo nel fine settimana l’Atletico Madrid e l’Ajax hanno perso il campionato con squadre di fondo classifica”.
Le altre squadre non hanno identità e rinunciano a giocare contro la Juventus?“Quando giochi con uno più forte, 9 su 10 perdi, anche stravolgendo la tua identità non hai molto da fare. Nella Juventus c’è forza tecnica ma anche caratteriale e di mentalità, ci perdi sia facendo gioco che provando a non farli giocare. Così come quando affronti le big dei vari campionati”.
Tranne qualche momento, il Napoli anche nei confronti diretti non è mai andato sotto sul piano del gioco. Roma e Juve si sono anche snaturate contro il Napoli. Da qui nasce la fiducia? “Sì, avere una identità ti dà fiducia e sicurezza, soprattutto dopo certe sconfitte perchè arrivate comunque giocando. Nel calcio si perde anche per un episodio, ma un ko diverso sarebbe stata anche più difficile da digerire”
Domani c’è il sold-out, lei ha sempre detto che bisogna conquistare sul campo i tifosi quando all’inizio era vuoto. E’ orgoglioso? “Sì, i risultati sono stati importanti, ma ora i tifosi devono aiutarci ad arrivare all’obiettivo”.
Che rapporto s’è creato con Higuain? “Il merito è della mamma, Gonzalo mi dice che sono come suo padre, lo critico sempre… ma è servito da stimolo, lui ha un potenziale straordinario. Io dall’esterno avevo la sensazione che potesse fare di più e l’ha fatto, mi lascia ancora sensazioni che abbia dei margini. I meriti sono suoi, s’è lasciato criticato ed ha risposto sul campo”.
Tanti giocatori sono migliorati notevolmente tecnicamente e caratterialmente, è un suo merito. Lei si sente un punto fermo? “Tutto passa da domani, il resto sono traguardi accessori. Io ho dato una mano per farla migliorare in alcuni punti vulnerabili. Il merito è dei giocatori che vanno in campo. Il segreto è la disponibilità, io ho chiesto a giocatori affermati di cambiare modo di pensare e giocare, l’hanno accettato e messo in campo, quindi il merito è loro”.
Hai un rimpianto? “Io ho solo nella testa la gara di domani perchè ci giochiamo un traguardo. Di fronte a chi vince 26 gare su 27 non ci sono rimpianti. Valuteremo gli errori fatti su un milione di decisioni prese”.
Se ad agosto ti avessero chiesto il secondo posto? “Mi sarebbe sembrato difficile da raggiungere, ma dall’inizio pensavo di fare bene. Quanto bene era difficile da capire”.
Domani potrebbe essere il momento più alto della tua carriera? “La visione giornalistica di uno sportivo non sempre coincide con l’emozione che uno prova. E’ il punto più importante, ma le emozioni non si basano sull’evento, io mi sono emozionato anche per aver vinto la B o la C2, sarebbe il risultato più importante della mia carriera però senza dubbio. Il rendimento è stato altissimo, anche nelle gare perse abbiamo retto il confronto”.
Sulla stagione : “Abbiamo già fatto il record di punti del club, ma possiamo raggiungere un risultato straordinario e dobbiamo restare concentrati”.
C’è stato un momento in cui ha creduto di poter vincere? “Io sono stato l’unico a dire ad un certo punto che la Juve avrebbe vinto lo scudetto, sono stati di un altro pianeta più degli altri anni con una striscia che non s’è mai vista. Noi per vincere abbiamo bisogno che le più attrezzate falliscano la stagione, ma con la Juve è difficile”.
Il Napoli è ad un passo da un risultato comunque storico. Lei con quale emozione vive questo momento? “Ora con nessuna emozione, ma molta concentrazione ed un pò di preoccupazione perchè il clima intorno alla squadra non è quello giusto. Servirà grande mentalità, il San Paolo ci darà ancora una grande mano ed il ruggito sarà importante. La squadra la sta approcciando nel modo giusto, ma non vive in una campana di vetro e può farsi influenzare. Vincere senza faticare è impossibile e la mente deve essere predisposta a questo”.
Una precisione sulle presunte critiche nei confronti del gioco dell’Atletico Madrid : “Mi sono spiegato male, o forse qualcuno ha rimesso insieme le parole in modo discutibile. E’ passato un messaggio diverso: io non sono la persona più adatta a fare quel gioco, non saprei farlo e non mi divertirei perchè non è nelle mie corde, ma stanno facendo cose straordinarie e sarebbe dura giocarci contro. Giusto per chiarire”.