E’ infatti sua la firma sulla Cappella Sestina, il capolavoro messo in piedi ieri sera dal Napoli che con zero errori e zero gol subiti ha annullato il Bologna. E non si dica Si vabbè era il Bologna ché quest’anno il Bologna ha fermato la Roma, la Juve e gli stessi azzurri nel girone d’andata. Nessuno avrebbe puntato dieci centesimi sul fatto che Reina avrebbe passato metà del tempo a farsi la pedicure e l’altra metà a convincere Hysaj che farsi dei capelli di mmerd non è la strada giusta per farsi passare i palloni sulla destra. Ma ciò è accaduto perché là davanti c’era il Delirium Mertens.
Tre gol su sei parlano chiaro: uno, bellissimo, alla maniera del diavulillo per antonomasia, con tunnel a portiere e dribbling a mezza difesa bolgrana; un altro di fino su assist di El Kaddouri e l’ultimo, orgasmico, con botta da seggiata. Così bello, così potente che dopo ci siamo fumati tutti quanti una sigaretta e per sicurezza ci siamo fatti pure un test di gravidanza. Prima di lui però ci aveva pensato Gabbiadini a sbloccare la situazione: gol su azione e poi su rigore. Tutti effetti della presenza di Mertens che resuscitando com’è noto pure i morti ieri ha resuscitato pure Zuniga: cross, stop, tackle, colpi di tacco.
Sembrava quasi uno di sana e robusta costituzione. Niente però ha potuto contro la forza vivificatrice di Dries che come una Venere in tacchetti infondeva vita e gioia in tutti i settori. A lui si deve finanche la realizzazione di un gol valido da parte di David Lopez. E voi capirete che se segna David Lopez, su azione intendo, non ci sono ragioni per cui non possiamo tutti quanti sperare nella fine delle guerre, delle carestie, dei lavori a via Marina e più in generale in un mondo migliore. Assafà a Dries!